Vegano è cool

di Alessia Da Canal
Vegano è cool

Dal disprezzo all’ammirazione.
Com’è cambiata questa scelta nel tempo.

“Sei vegetariana… davvero?! Ma allora cosa mangi, insalatina e soia?”.

Negli anni ’80 e ’90 eri già fortunato se al supermercato riuscivi a trovare i bocconcini o le bistecche di soia disidratati. Che, parliamoci chiaro, era come mangiare una spugna intrisa. Stava al sugo che preparavi e alle spezie aggiunte in quantità industriale la possibilità renderli più o meno commestibili.

Una sana pastasciutta al pomodoro e un pezzetto di formaggio toglievano ogni imbarazzo anche nei ristoranti più blasonati. Ma è indubbio che la vita di chi rinunciava a carne e pesce per salute o per principio etico non fosse affatto semplice. E l’espressione di triste commiserazione dei vicini di tavola lo sottolineava puntualmente!

Oggi essere vegetariani è cool, meglio ancora vegani, eliminando tutto ciò che è di origine animale, miele compreso. I prodotti alternativi che si trovano praticamente ovunque, pompati dal marketing, sono accattivanti: dai burger più sfiziosi preparati con cereali e verdure, al tofu o seitan in tutte le fogge.

E ancora riso in tutte le sue varianti di sapore e colore, grani antichi riscoperti che trovano nuova vita, come l’amaranto, la chia, il miglio o la quinoa. Sempre più veg si contano tra le celebrità, ma anche tra i medici cresce la tendenza a consumare meno prodotti di origine animale.

Vegano è cool - Barbara Berton - Dott.ssa nutrizionista

“Spesso si considera il binomio veganesimo uguale salute – avverte la dottoressa Barbara Berton, biologa nutrizionista E non è così. Specialmente se assumiamo carboidrati ad alto impatto glicemico che possono essere nascosti, ad esempio, nelle bevande vegetali come il latte di mandorle, di avena o di soia.

La cosa importante è scorrere sempre la lista degli ingredienti. Per essere un buon prodotto industriale devono essercene pochi. I primi due-tre elementi costituiscono l’80%. Se nella confezione di un latte di mandorla leggiamo: acqua, 2% di mandorle, zucchero, maltodestrine, aromi, sale… questo è un prodotto ad alto impatto glicemico.

Per essere una buona bevanda vegetale (buona nel senso di sana) dovrebbero quindi esserci acqua e mandorle, senza zuccheri aggiunti. Occhio anche agli olii vegetali” – ammonisce la nutrizionista – La triade per far aumentare la palatabillità degli alimenti è data da zucchero, grassi e sale.

Ma possiamo anche trovare snack e buoni prodotti, l’importante è impiegare un po’ più di tempo e leggere le etichette. Un prezioso alleato, anche per uno snack sano e dai nutrienti preziosi è la frutta secca.

A livello nutrizionale è importante una dieta vegetariana – aggiunge la nutrizionista – perché nei vegetali troviamo minerali, vitamine e polifenoli che nel mondo animale non ci sono. Ma con il veganesimo la dieta dev’essere ben bilanciata, perché le sub carenze sono dietro l’angolo.

Ricordiamoci poi che i carboidrati devono avere un contenuto di fibra. Quindi preferibilmente sceglierne la versione integrale. La fibra è alleato del microbiota, ovvero i batteri che popolano il nostro colon. Assumendone c’è una minor predisposizione a infezioni e ad attacchi virali.

Sostenere il nostro intestino significa anche sostenere il sistema immunitario e la produzione di neurotrasmettitori. Tradotto significa essere più tonici, favorire il sonno, avere meno ansia, tutte cose che in quest’ultimo periodo fanno parte di noi”.

Il lavoro dei nutrizionisti sta aumentando molto anche per effetto del Covid e delle vittime psicologiche della pandemia.

“Quando faccio la mia visita utilizzo la bioimpedenziometria che valuta non solo la composizione corporea ma l’indice HPA, ovvero la capacità di regolare il cortisolo, fondamentale nella gestione dello stress. Sempre più spesso i valori sono fuori controllo, per questo un’alimentazione più equilibrata o degli integratori, se ci fossero delle palesi carenze, possono darci un grande aiuto”.

“Il consiglio sempre valido – conclude la nutrizionista – segue il famoso detto: colazione da re, pranzo da principe e cena da povero. Alla sera, soprattutto, è il caso di prepararsi un piatto unico e di mangiare meno. Un piatto che comprenda sicuramente verdure miste, crude o cotte, una fonte proteica e una manciata di riso o fetta di pane integrale”.

Più salute e gratificazione per il palato oggi si può trovare anche sedendosi al ristorante, sperimentando menù straordinari. Addio commiserazione! Oggi si sa che la scelta vegana non è più un problema dal punto di vista nutrizionale.

Resta semmai l’ammirazione per chi decide di rinunciare ad un branzino al forno con le patate, alla fiorentina o al barbeque con gli amici.

www.facebook.com/BarbaraBertonNutrizionista/

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