IL CAMMINO DI FUORI LA VOCE
La storia di Fuori la Voce, un'associazione che non ha paura di parlare
La storia di “Fuori la Voce”, associazione divenuta con questo numero anche un giornale di approfondimento, ha una voce precisa: quella di Daniele Lei, imprenditore emiliano e Tania Busetto, avvocato del Foro di Venezia.
È impossibile, infatti, raccontare la storia di questo giornale prescindendo da quella dell’associazione, fondamentale per poter delineare il racconto di un movimento che è nato dal basso, che si è allargato sempre più, che è diventato un’associazione via via più nutrita, grazie all’impegno di persone che hanno saputo fare la differenza con un reale obiettivo: educare attraverso un’informazione aggiornata ed efficace sui temi del bullismo, cyberbullismo e violenza di genere.
Ma com’è nato tutto? A volte succede che qualcosa, una piccolissima, minuscola cosa, ti colpisca e ti faccia male. Ti ferisca proprio dove e come non ti aspetteresti.
Poi guarisci. Per un po’ te lo dimentichi, il tempo passa e la vita ti porta ad accantonare un mucchio di cose, di ricordi e di esperienze.
A quel punto, un giorno, ripeschi quella cosa minuscola dal cassetto delle ferite e ti accorgi che puoi guardarla in faccia senza timore, che sei cresciuto e che è giunto il momento di prendersi una rivincita verso le emozioni.
Tutto, suppergiù, è cominciato così. E non scenderemo nei dettagli. Basti dire che il rubinetto di questo racconto viene aperto sotto la spinta di una buona dose di sensibilità e di riflessioni.
Così Daniele Lei ha pensato di unire il suo settore, quello della comunicazione, per poter fare qualcosa di realmente diverso.
Ha coinvolto tutte le risorse della sua giovane azienda di comunicazione e di ufficio stampa (copywriter, grafici, video maker, fotografi, organizzatori di eventi, addetti stampa) e quindi una serie di professionalità specifiche nella grande battaglia volta a restituire la voce a chi non ce l’ha. O a chi crede di non averla.
Bambini ingiuriati, adolescenti bullizzati, donne maltrattate, uomini indifesi.
Ma è l’incontro con Tania Busetto, avvocato del Foro di Venezia da sempre vicina alla tutela dei diritti delle persone disabili ed esperta nel diritto del web, che ha segnato la svolta decisiva per l’associazione.
Insieme hanno iniziato a condividere lo stesso obiettivo, coinvolgendo esperti e cominciando, nel 2018, a fare eventi di sensibilizzazione su tutto il territorio veneto.
Prima a Mirano, poi a Spinea, passando da Martellago e Carpi. Nelle scuole, nei licei, con una platea di giovanissimi sempre più ampia.
Alcuni di questi giovani sono rimasti in contatto con l’associazione, non negano quanto sia stata utile nelle loro vite. Così come molti genitori che hanno trovato conforto nelle testimonianze di altre vittime, nei consigli degli esperti, nel sostegno dei volontari dell’associazione.
Gli eventi, della durata di un paio d’ore, seguivano un format ben preciso: interventi degli esperti (medici, psicoterapeuti, psicologi, avvocati, forze dell’ordine, scrittori, attori) intervallati dalle testimonianze dirette, racconti di bullismo, di ingiustizia e di violenza che sapevano catturare il pubblico, colpire nel segno e risvegliare animi intorpiditi.
A fare da relatrice era l’avvocato Busetto, donna estremamente sensibile e professionista impegnata, tesa a srotolare la matassa di tematiche complicate, cavilli spinosi e fattispecie del reato ancora inesplorate.
Il successo del movimento, diventato associazione nel 2019, è stato tale da superare i confini regionali e cominciare a diffondersi in Emilia. E poi in tutto il nord Italia.
Nel novembre 2019 l’ultimo evento ospitato in una location d’eccezione: Danys Fashion, noto ed esclusivo salone di parrucchieri di Carpi guidato da Daniela Sala. Alla presenza di centinaia di persone e di imprenditori emiliani.
La peculiarità di Fuori la Voce è sempre stata anche questa: rivolgersi a un pubblico che avesse a sua volta una platea di ampie dimensioni, verso la quale fare da megafono per coinvolgere quante più persone possibile e rendere la sensibilizzazione sempre più pervasiva.
Poi lo stop. Il 2020, si sa, cambia tutto. Le carte in tavola si mescolano, si trasformano i codici della comunicazione. Nulla si fa più in presenza.
“Fuori la Voce” è stata ferma per un po’. Ha pensato a come coinvolgere ancora il pubblico, come trasmettere l’educazione sentimentale che si era ripromessa di diffondere a tutti i costi.
Ma com’è possibile informare le persone, sensibilizzarle, sostituire la portata di eventi carichi di commozione e di impegno senza sfruttare (appunto) la voce?
Anche in questo caso l’associazione non si è fermata, non ha avuto paura e non si è tirata indietro. Le persone coinvolte hanno pensato di agire secondo quel che la coscienza gli ha sempre consigliato di fare.
Hanno aperto il giornale che avete tra le mani.
Un mensile di approfondimento, curato e gestito da professionisti di lunga data, donne e uomini intraprendenti e sorprendenti che sono immediatamente entrati nella logica del tema e hanno sviscerato argomenti, intervistato persone, ascoltato più voci per restituirne una sola, vera, eterogenea, appassionata.
Che, insomma, hanno confezionato un racconto per voi. Questo racconto.
Daniele Lei è l’editore del giornale. E anche il depositario di una storia che si è dipanata come un filo sottile lungo una strada piena di insidie, senza spezzarsi mai.
A chi glielo chiede non risponde subito ma è orgoglioso di un’iniziativa presa assieme all’avvocato Busetto in un tragico anno pandemico e che vuole costruire un’informazione per tutti, senza infiocchettamenti, edulcoranti mielosi.
Per osservare da vicino la verità di fenomeni odierni che rendono opaca la realtà e che troppo spesso fanno del male. Soprattutto quando non hanno voce. Crediamo che il compito di questo giornale sia in fondo questo. Tirare fuori dal cassetto le proprie cicatrici e imparare ad accarezzarle con bonomìa.
Questo è il modo migliore (o forse l’unico) per difendersi.
Da tutti i componenti di Fuori la Voce
a cura di Viola Scotto di Santolo