Disparità (è) violenza

di Micaela Faggiani

Parità di genere, violenza sulle donne e sul diverso. Da un’indagine sui ragazzi il perché di questa contrapposizione di genere, che sfocia anche in violenza

Siamo tutti uguali per il diritto, ma diversi biologicamente parlando.

Questo è un dato di fatto. Tutto il resto è costruzione mentale, condizionamento della società, problematiche personali.

E’ da questo assioma che sono partiti i relatori del convegno organizzato dalla Fondazione Foresta Onlus di Padova, intitolato “Disparità (è) violenza – Cosa stiamo sbagliando? “

Al centro il tema della violenza sulle donne, che è stato sviscerato partendo da una ricerca scientifica, redatta dal professor Carlo Foresta, finalizzata a fare chiarezza sulla percezione dell’importanza di questo tema tra i giovani. 

Sono stati intervistati 945 soggetti, 578 ragazze e 367 ragazzi, dai 18 ai 25 anni.

Dalla ricerca emerge in particolare un maschio in difficoltà, pressato da stereotipi mentali che arrivano addirittura dal 1700.

La ricerca sui giovani, la sessualità e le differenze

Secondo i dati raccolti, le ragazze sono 2,4 volte più attente al dibattito sulla parità di genere rispetto ai ragazzi e lo considerano “molto importante” ( il 65% delle ragazze contro appena il 27% dei ragazzi). Similmente, il dibattito sull’identità di genere è sentito molto di più (1,7 volte) dalle persone transgender e non-binary rispetto ai cisgender.

Non a caso le persone che si sentono più discriminate,  dal 40% al 75% sono le donne, i transgender e i non-etero,contro il 5-10% di maschi, cisgender, etero.

Il nodo della ricerca è però questo. Ai ragazzi è stato chiesto di descrivere con quattro parole il genere femminile.

Il 50% dei ragazzi intervistati descrive il femminile come un bilanciato insieme di “bellezza, forza, affetto e intelligenza”.

D’altra parte, almeno il 30% dei maschi viene rappresentato con le caratteristiche di “forza, arroganza, sessualità e potere”

Questo stereotipo pesa soprattutto sulla sfera maschile che, secondo la ricerca, si sente più sola, che nel 30% dei casi frequenta siti porno quotidianamente.

Non è un caso che il 40% delle ragazze si definisca non eterosessuale.

In un certo senso le ragazze sentono il vuoto del maschile e cercano “altrove”.

E non è nemmeno un caso che i sucidi maschili siano almeno 4 volte più frequenti di quelli delle donne.

L’uomo deve sentirsi forte per stereotipo, ma spesso non lo è a sufficienza e dall’altra parte vede la donna più forte, più libera, più affermata.

Questo crea un disagio che in casi estremi arriva fino agli atti di violenza che conosciamo.

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Voce allo psichiatra Vittorino Andreoli e al costituzionalista Mario Bertolissi

Atti di violenza che fatico a definire sessuali – ha detto lo psichiatra Vittorino Andreolisoprattutto negli aberranti stupri di gruppo di cui sentiamo parlare ultimamente, perché di sessualità nel senso proprio del termine c’è poco.

E’ più un atto di vile violenza, di prevaricazione, di potere, è il piacere della violenza fine a sé stessa.

Ecco perché bisogna educare alla corporeità come dimensione psichica che sta dentro la sfera dell’affettività. Il corpo come strumento di relazione, proprio nella bellezza della diversità dei corpi “

Il problema non è nemmeno la scarsità di leggi , ma la poca educazione civica che viene insegnata ai più giovani.

Nel fare un elenco delle leggi create e modificate in questi anni, codice rosso in primis, il costituzionalista Mario Bertolissi ha ricordato come l’articolo 3 della costituzione citi “senza distinzione di sesso” .

Un diritto costituzionale dunque a tutti gli effetti,  prima ancora di arrivare al risolto penale.

E’ una sorta di patto civile – ha spiegato Bertolissi – secondo il quale si può pretendere rispetto se si dà rispetto.

La costituzione cita la dignità della persona.

Ecco perché dico che non manca nulla alla legislazione, le carenze sono quelle culturali legate agli stereotipi”

Disparità (è) violenza | Avvocato costituzionalista Mario Bertolissi
Disparità (è) violenza | Psichiatra Vittorino Andreoli

Voce alla psicologa attivista femminista Irene Facheris e allo psichiatra Felice Nava

E’ la società che pecca di discriminazione soprattutto rispetto alle donne – queste le parole della passionaria Irene Facheris, psicologa attivista femminista – che non dà la possibilità agli uomini di esprimere le loro emozioni, perché devono essere forti.

La mascolinità è tossica perché la società si aspetta che i maschi abbiano determinati comportamenti. E sono tossici prima per sé stessi poi per gli altri.

E’ una società sessista la nostra, anche se, per fortuna, le giovani generazioni sono molto più avanti di noi, sono fluide e non fanno distinzioni. E’ dunque sui più adulti che dobbiamo lavorare, sono loro che dobbiamo educare”

Ricordando che l’autore del reato non è il reato, ha chiuso il dibattito lo psichiatra Felice Nava, direttore della sanità penitenziaria e area dipendenze dell’azienda Ulss6 Euganea. Tracciando i 6 profili dell’uomo maltrattante che si trova in carcere.

Da chi ha la percezione del rifiuto e si sente vittima innocente delle situazioni, a chi si sente vittima delle situazioni esterne, a chi non riesce a controllare l’impulsività ( magari indotto da alcol e sostanze); a chi ha avuto traumi infantili  e quindi vive l’angoscia della separazione; e chi invece ha un proprio sviluppo personale della violenza che non si capisce da dove nasce.

Alla base di tutto c’è una fragilità, c’è una società in crisi e bisogna ricercarne le cause – Queste le parole di Nava – In ogni caso le colpe non sono di nessuno ma la responsabilità è di tutti

Disparità (è) violenza | Irene Facheris
Disparità (è) violenza | Irene Facheris

Le conclusioni del professor Carlo Foresta

Tutte le diversità pesano allo stesso modo – queste le parole finali del Professor Carlo Foresta – e a questo non siamo abituati.

Stiamo sbagliando proprio a concepire il confronto tra uomo donna come armato .

Dobbiamo creare la serenità di generi, non andare alla contrapposizione tra uomo e donna. Qui non vince e non perde nessuno, bisogna trovare l’equilibrio, perché abbiamo tutti gli stessi diritti, pur se diversi per genere, razza, sessualità e struttura fisica”

Articolo di Micaela Faggiani ed Hellen Magagna

Disparità (è) violenza | Prof. Carlo Foresta
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