Scuola: ansia da prestazione, attacchi di panico e crisi di pianto, occupazione negli Istituti di tutta Italia

di Marta Mongiorgi
Scuola ansia da prestazione e attacchi di panico

Un modello di scuola che chiede performance a tutti i costi e competizione tra gli studenti in cui i giovani non si riconoscono

Negli ultimi mesi ho avuto modo di confrontarmi con un numero imprecisato e importante di studenti e studentesse, e in questi giorni di occupazione ho incontrato i ragazzi e le ragazze di due licei molto attivi a Milano, il Liceo Scientifico Cremona e il Liceo Artistico Boccioni.

In questi mesi i racconti, i disagi, le parole e le richieste risultano fortemente allineati tra loro.

Giriamo per una scuola che non è più nostra, ma solo un luogo in cui assorbire meccanicamente nozioni e venire ricoperti di valutazioni prive di significato.

Un modello di scuola che promuove la competizione tra di noi

Il movimento degli studenti sta scuotendo le scuole superiori di tutta Italia, e la mattina del 18 febbraio studenti e studentesse in 40 città italiane sono scesi in piazza chiedendo di essere ascoltati, movimento già annunciato ad ottobre 2021 con cortei e 50 scuole occupate a Roma.

Il bisogno di confronto di cui narrano molte delle persone con cui ho parlato emerge con coerenza e concretezza con l’invito all’incontro in presenza, e con la richiesta di affrontare uno degli argomenti in cui dicono di sentirsi vulnerabili e impreparati: l’educazione digitale.

Il 24 febbraio 2022 porto quindi un intervento sui rischi e le potenzialità di web e social a nome di Social Warning – Movimento Etico Digitale, e in seguito ci fermiamo a chiacchierare sulle motivazioni dell’occupazione.

Tutti e tutte ci tengono a sottolineare che parlano anche a nome dei collettivi di tutta Italia, anche grazie ai dati raccolti in seguito a sondaggi interni a molti istituti.

Scuola: ansia da prestazione e attacchi di panico | Fuori la Voce

Dialogo e ascolto: bisogni urgenti.

Desideriamo ricostruire un ambiente di dialogo e socialità, e denunciare il malessere psicologico diffuso.

Dopo due anni di didattica a distanza veniamo valutati con ritmi asfissianti, continue verifiche, interrogazioni, competizione, come se questo periodo di isolamento non ci fosse mai stato.

Non abbiamo potuto vivere una normale socialità e adesso abbiamo bisogno di confronto e di relazioni.

Non ci riconosciamo in questo tipo di scuola, non riconosciamo queste aule e questi corridoi come luoghi di confronto e di crescita, abbiamo quindi deciso di riappropriarci di questi spazi e di proporre attività su temi a cui normalmente non viene dato spazio: inclusivitá, attualità, ambiente, politica, sessualità, affettività, educazione digitale.”

Ragazzi e ragazze affermano quindi di sentirsi soli di fronte al disagio vissuto negli ultimi due anni, e che hanno bisogno di dedicare tempo di qualità e di condivisione, per elaborare l’esperienza. Chiedono attenzione e raccontandosi si paragonano a bambini che strillano perché non ascoltati dai grandi.

Le motivazioni per le mobilitazioni su tutto il territorio nazionale sono varie, tra cui emerge con forza il profondo disagio psicologico.

Le parole raccontano sentimenti e situazioni molto simili e allineati tra loro, anche andando a leggere i post social dei collettivi studenteschi di tutta Italia.

Studenti e studentesse si dimostrano lucidi, determinati, presenti e motivati e molti docenti hanno deciso di supportare il movimento studentesco divulgando anche un comunicato dove parlano di disagio profondo e diffuso, di atomizzazione sociale, di silenzi e di comportamenti aggressivi.

Girovagando nelle scuole mi fermo a fotografare alcune testimonianze e sondaggi appesi alle pareti:

Troppa ansia, la scuola sta diventando una fonte di stress invece che un logo in cui imparare.”

Soffro di attacchi di panico quasi da non riuscire ad andare a scuola.

“Oltre il 79% degli studenti sente la necessità di confronto

“Il 76% degli studenti afferma di aver vissuto una forte pressione scolastica nell’ultimo periodo”

“L’81% afferma di non sentirsi ascoltato come studente”

statistiche alunni scuola
statistiche alunni scuola

Anche l’incontro al Liceo Artistico Boccioni è stato molto istruttivo e costruttivo, sono stata accolta con apertura, gentilezza e un evidente desiderio di comunicare con chiarezza.

Le parole e le emozioni che mi investono parlando con il collettivo risultano anche qui coerenti, decise, pulite:

“Siamo sconvolti e a disagio. Dal comportamento dei docenti sembrerebbe che non sia successo niente, che i problemi di questi ultimi due anni non siano mai esistiti. E invece abbiamo passato quasi due anni davanti al monitor, in modo totalmente passivo, a cercare di assorbire informazioni da lezioni frontali. Nessuna esperienza diretta, nessun confronto tra noi studenti e tra noi e i docenti, un periodo duro, che ha lasciato una voragine dentro di noi, a livello didattico ed emotivo.

Sentiamo di avere enormi lacune, di tutto quello fatto in DAD non ci è rimasto quasi nulla.

E’ stato uno shock riprendere le lezioni con modalità e contenuti che negano il buco relazionale, nozionistico ed esperienziale che pensiamo e sentiamo di avere a seguito del lungo periodo con la didattica a distanza.

Questa staffetta di occupazioni, significa per noi riappropriarsi della nostra scuola, con attività e incontri che sentiamo necessari.

Stiamo chiedendo di essere ascoltati, di essere considerati come persone in formazione che sentono di essere in difficoltà.

Stiamo provando ad instaurare quel dialogo con i docenti interrotto due anni fa, anche per ricucire uno strappo che ci sta demotivando e togliendo fiducia nei docenti e nelle istituzioni.

Andare a scuola dovrebbe essere una gioia, un momento sereno di confronto, di crescita, basati sulla costruzione di relazioni e di fiducia.

Tra gli studenti si sta sviluppando una nuova coscienza, siamo uniti e non vogliamo divulgare opinioni personali, ma solo un sentire comune.”

“Elemento essenziale dell’apprendimento è la socializzazione, imparare ad imparare insieme agli altri, sviluppare sensibilità empatica, rispetto nel confronto e spirito di collaborazione.”

[Andrea Balzola – EDU – ACTION]

Alunni a scuola

Potrebbe interessarti anche...

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da parte di questo sito web.