Disegnavo pappagalli verdi alla fermata del metrò

di Redazione
Disegnavo pappagalli verdi alla fermata del metrò | Fuori la Voce

Letto per voi! Un libro di Nicoletta Bortolotti, di Editore Giunti.

Un romanzo di formazione ma non per ragazzi: per genitori”. È con le parole dell’autrice Nicoletta Bortolotti che ci piace iniziare a parlare di questo libro che racconta la storia di Ahmed Malis, un giovane talentuoso e coraggioso cresciuto nella periferia di Milano. 

Ma andiamo con ordine, partendo dalla fine: oggi Ahmed è un artista, per essere esatti un pittore. Si è laureato con 110 e lode alla NABA; è uscito un libro che racconta la sua storia; è stato invitato a tutte le più rinomate trasmissioni televisive italiane; ha aperto una pagina Instagram dove ha più di 13mila follower. Lo ha scoperto una giornalista che ha parlato di lui sul Corriere della Sera, è cresciuto al quartiere Giambellino, periferia malfamata di Milano, quella del Cerutti Gino di gaberiana memoria per intenderci, è uno di tre figli di una famiglia di immigrati egiziani e ha il dono della pittura.

Quel bambino è sempre stato il più bravo a disegnare, perché più fai una cosa e più diventi bravo, e affanculo quelli che ti dicono: i tuoi disegni fanno cagare. Se ti applichi affini il talento. Su questo stai sicuro”.

 A scrivere è Nicoletta, ma a parlare è lui, il prodigio autodidatta della matita. Il romanzo nasce da un progetto ambizioso e sfidante, quello di una scrittrice italiana che ha l’età per essere madre di due adolescenti e che ha una sua cultura di provenienza, di entrare nelle fibre più intime dell’identità e del codice comunicativo di un ragazzino che grazie al talento, a una rete di sostegno e di amore, e alla “fame di farcela” è riuscito a non scivolare nelle nebbie malfamate della periferia milanese. 

Nicoletta bortolotti | Disegnavo Pappagalli verdi alla fermata del metrò | Fuori la Voce

Bortolotti si è immersa nella cultura e nel linguaggio giovanile della periferia milanese, quello dei rapper e degli immigrati. 

Ahmed stringe il patto con suo fratello minore: “Niente canne io e te. Niente canne per ora…, è riuscito a non incappare, come tanti di quelli che conosceva, nella droga e nelle rapine, è riuscito a rendere orgogliosi i suoi genitori, nonostante desiderassero per lui un “lavoro più normale, che so il medico, l’architetto” e invece è stato tenace e si è realizzato attraverso la sua passione artistica. Sebbene sia cresciuto prima in 35mq, dove si stava stretti come in una confezione da sei di lattine di coca-cola, e poi al sedicesimo piano di un grattacielo che se guardavi dalla finestra il suo sguardo poteva “Dilagare tra strati di opalescente solitudine”.

Lo sguardo di Ahmed non si è mai indurito, nonostante la durezza con la quale vita gli si è presentata – ci dice Bortolotti – la sua più grande motivazione nel partecipare al nostro progetto editoriale era quella di trasmettere fiducia e dare voce ai ragazzi che come lui ‘ne vedono di ogni’, è la prova della sua forza e della limpidezza del suo sguardo. A mia volta ho amato dare voce alla sua storia. È una storia che tutti dovrebbero leggere, i ragazzi che non conoscono le periferie e la fatica di non soffocare nel peggior degrado, i genitori che tante volte faticano a comprendere i disagi e i sogni dei loro figli e coloro i quali temono di non potercela fare, perché questa storia è la vera smentita”.

Ahmed è cresciuto mosso dalla passione ma anche dagli insegnamenti di una famiglia presente, forte e densa di legami d’amore, nel costante intento di essere all’altezza e, come direbbe lui,  “Ci sta”.

Articolo di Pamela Ferlin

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