La pandemia da azzardo di Giulia Migneco

di Daniela Rossi

Intervista a Giulia Migneco, autrice del libro

In vent’anni nel nostro Paese le giocate d’azzardo sono aumentate dell’800%.

Il gioco nel 1992 da “disvalore etico” diventa un “affare” di Stato per poi trasformarsi in un pericoloso fenomeno ancora poco conosciuto

Giulia negli ultimi anni, nel nostro Paese, si è verificato un considerevole aumento delle giocate d’azzardo, perché? Ripercorriamo in sintesi le principali tappe della trasformazione economica, culturale e sociale che ci hanno portato alla situazione odierna?

Negli ultimi vent’anni tutto il comparto del gioco d’azzardo si è molto trasformato.

Ma l’anno che segna una vera e propria svolta è il 1992, l’anno nero della storia della Repubblica.

L’Italia era sull’orlo della bancarotta, eravamo in piena bufera Tangentopoli e il debito pubblico ben oltre il 100%.

Nel mese di luglio di quell’anno il governo Amato varò la più imponente manovra finanziaria decretando un prelievo forzoso sui conti correnti degli italiani.

Proprio in quell’anno lo Stato decide di investire nel gioco d’azzardo che fino a quel momento era considerato “disvalore etico”, concedendo le prime autorizzazioni ai nuovi giochi che nel corso degli anni saranno destinati ad aumentare; oggi abbiamo oltre 70 tipologie di “gratta e vinci”, più di 800.000 slot machine sul nostro territorio fortunatamente ora ridotte del 30%.

Possiamo affermare che l’azzardo sia entrato nelle case degli italiani, ormai disponibile, se pensiamo anche all’on-line, 24 ore su 24.

Come funziona il sistema delle concessioni, chi sono gli attori?

In Italia, purtroppo, ancora non esiste una legge organica, quindi il punto di riferimento sono ancora le disposizioni del T.U. del 1931 in materia di pubblica sicurezza, che nel corso degli anni sono state aggiornate.

La macro distinzione è tra giochi vietati e giochi consentiti. Per quest’ultimi occorre richiedere una concessione alle agenzie delle dogane e dei monopoli.

Lo Stato incassa dall’azzardo oltre 10 miliardi di euro l’anno ma le entrate sono inferiori ai costi sociali e sanitari. Possiamo parlare di grande inganno dell’ “affare” di Stato?

Esatto, noi non conosciamo i reali costi sociali e sanitari, si procede per stime (si ipotizza tra i dodici e i diciannove miliardi), perché una gran parte dei costi sono sommersi; tuttavia possiamo affermare chel’azzardo causa danni ingenti alla collettività quali: la spesa per la cura dei giocatori problematici, le ore di lavoro perse, i danni alla produttività, i sussidi di disoccupazione, i danni al sistema previdenziale.

La dipendenza da gioco d’azzardo genera una perdita complessiva di benessere sociale

Giulia Migneco | La pandemia d'azzardo | Fuori la Voce

Infatti, l’azzardo è tutt’altro che un gioco, è l’espressione di una patologia. Il gambling è stato codificato nel Manuale dei Disturbi Mentali nell’area delle dipendenze patologiche e un’indagine epidemiologica ISS dell’ottobre 2018 ne illustra le cause. Perché si gioca?

Già dal 1980 il gambling viene inserito nel cosiddetto MSM-5, ma proprio dall’indagine citata emerge che gran parte dei giocatori sono portati a farlo perché conviti che si possa vincere con facilità.

Molti iniziano perché spinti da una pubblicità ossessiva che comunica vincite facili, altri per necessità di denaro.

Emerge con chiarezza che tutti i giocatori non sono consapevoli delle reali possibilità di vincita dei giochi d’azzardo, se le persone conoscessero le probabilità matematiche di vincita ridurrebbero moltissimo le loro giocate o forse non giocherebbero affatto. 

 

Le conseguenze più evidenti della dipendenza si rilevano nel deteriorarsi delle attività personali, familiari e lavorative. Ma la fascia più a rischio è quella dei giovani, più esposti al rischio della dipendenza del gioco on line. L’isolamento durante questa pandemia ne ha accentuato la gravità?

Il dato che ci ha colpito, relativo al 2020, è che per la prima volta il gioco on line ha superato quello in presenza, sono stati giocati oltre 49 miliardi in rete e oltre 39 nel comparto fisico.

I giovani sono le categorie più predisposte all’utilizzo dei dispositivi mobile e il poter giocare con uno smartphone o un tablet crea nei ragazzi una maggiore propensione.

Va detto inoltre che il mondo on line è più difficile da controllare, esistono 400 siti autorizzati ma ne esistono altrettanti, forse anche di più, illegali. Inoltre i ragazzi conoscono molto poco i rischi della dipendenza da gioco che considerano un vizio e non una patologia.

 

Parliamo del fenomeno delle loot box, pacchetti presenti all’interno di alcuni videogames acquistabili tramite l’utilizzo di soldi (veri o virtuali) che permettono di migliorare l’esperienza di gioco, secondo lei possono forgiare una mentalità da ‘gioco d’azzardo’ senza che i giovani ne abbiano consapevolezza?

Sì, è un fenomeno diffuso quelle delle cosiddette “scatole vuote” che si trovano all’interno di videogames come FIFA o Fortnite, esse si possono acquistare, spesso con soldi veri, e permettono di migliorare l’esperienza di gioco, sia come prestazione sia come estetica grafica. In Belgio e in Germania sono state vietate in Francia e in Olanda se ne discute, in Italia non è un argomento all’ordine del giorno. Come abbiamo evidenziato nel capitolo del libro dedicato ai videogiochi, la loot box  aiuta i ragazzi a familiarizzare ancora di più con questi meccanismi di gioco diventando un’anticamera di potenziali approcci all’azzardo.

 

Quali sono stati gli interventi a contrasto del fenomeno?

Nel corso degli ultimi anni sono state fatte molte azioni da parte dello Stato.

Rileviamo che a partire dal 2012 è aumentata la sensibilità da parte delle Istituzioni nei confronti del fenomeno.

Il decreto Balduzzi del 2012 stanzia i primi fondi per la cura e la riabilitazione delle persone affette da disturbo da gioco d’azzardo, nel 2017 il gioco d’azzardo viene inserito nei LEA.

Per quanto riguarda la prevenzione è stato ridotta del 30% la presenza di slot machine sul territorio e nel 2018, con l’approvazione del decreto dignità, è stata vietata la pubblicità su tutti i mezzi di comunicazione.

Nel 2014 inoltre è stato istituito l’Osservatorio sul gioco d’azzardo incardinato presso il Ministero della Salute.

 




 

“Avviso Pubblico” che funzione ha? Che tipo di supporto offre?

Avviso Pubblico è un’associazione che ha come soci gli Enti locali. Abbiamo iniziato, circa dieci anni fa, a lavorare su questo tema proprio su segnalazione dei nostri soci.

Supportiamo gli Enti che vogliono approvare un regolamento comunale o un’ordinanza e forniamo informazioni, pensi che in Italia non abbiamo una legge nazionale ma abbiamo venti leggi regionali che noi abbiamo sintetizzato e divulgato a livello comunale.

Per i nostri soci seguiamo tutte le commissioni parlamentari e facciamo informazione anche a tutti i cittadini attraverso il nostro sito e i canali social.

 

Per proteggere i più giovani dai rischi della patologia dell’azzardo quali azioni  sono imprescindibili e urgenti?

L’azione più importante è sempre l’informazione.

Per ogni classe bisognerebbe prevedere almeno una giornata formativa dedicata al tema.

Un’altra azione utile, molto utilizzata all’estero, è l’obbligo per i siti on line di dare informazioni sul gioco, ovvero l’inserimento di banner che comunicano: quanto tempo stai giocando o il denaro che stai spendendo.

Queste azioni indirette possono sicuramente contribuire a ridurre l’impatto del gioco patologico sui giovani.

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