Una proposta di legge sulle dipendenze da gioco d’azzardo. Parla il Senatore Endrizzi.

di Daniela Rossi

Come combattere il fenomeno tra pubblicità, informazione e controllo. Intervista al Senatore Endrizzi, autore anche di un libro di sensibilizzazione.

Senatore Endrizzi vorrei iniziare parlando dei giovani ponendo l’attenzione al solito gioco delle parti. Secondo lei come sono cambiate le nuove generazioni?

La retorica sui giovani come generazione inadeguata rispetto ai genitori è consolidata nei secoli.
Riscontro nelle giovani generazione una fragilità dovuta alla difficoltà a mettere in campo le qualità, perché questi ragazzi non sviluppano la consapevolezza di averle; essi manifestano un senso di inadeguatezza che talvolta viene colmato seguendo la seduzione di “Sirene” come una vincita facile o l’assunzione di una sostanza, lecita come l’alcol o illegale come le droghe, per avere l’illusione di essere migliori o perfetti.

Da quando è stato eletto Senatore lei si è fatto promotore di diverse proposte di legge in materia di gioco d’azzardo e lotta alle infiltrazioni mafiose, cosa è stato fatto e com’è la situazione attuale?

Ho proposto un ridimensionamento dell’enorme volume del gioco d’azzardo che viene consumato in Italia lavorando a un disegno di legge dove ho individuato, assieme ai miei colleghi, alcune strategie da attuare per disincentivare la domanda.

Noi sappiamo, per esempio, che la pubblicità crea bisogni artificiali. Nel nostro caso se il bisogno non viene costantemente nutrito allora potremmo pensare di arrivare a una contrazione della domanda che consentirà di iniziare una progressiva riduzione dell’offerta, senza rischiare che una quota possa virare verso i circuiti illegali.

Lo schema è questo: smettere di fare pubblicità, attuare campagne informative e di sensibilizzazione sui rischi delle patologie, contestuale aumento del controllo.
Continuiamo ad avere enormi difficoltà a contenere l’illegalità e certo non è pensabile riuscirvi aumentando l’offerta statale.

Vede, pubblicizzare il gioco legale genera un consumo di massa che porta ad un aumento del giro d’affari delle mafie che, non pagando le tasse, offrono la possibilità di poter giocare anche a credito, o meglio a usura.
Lo Stato attraverso la campagna pubblicitaria massiccia, alla quale abbiamo assistito negli scorsi anni, di fatto è diventato procacciatore d’affari anche per le mafie.
In Sicilia per esempio si è scoperta una rete di ricevitorie autorizzate, quindi legali, che giravano le giocate sui siti illegali. Inoltre, non dobbiamo perdere di vista il riciclaggio che avviene proprio in ambito legale.

Nella scorsa legislatura abbiamo lavorato a una proposta di legge che riguardava un riordino generale puntando a una riduzione dell’offerta, a un rafforzamento dei controlli e al divieto di pubblicità. Purtroppo non è stato possibile raggiungere l’obiettivo e siamo arrivati a questa legislatura ottenendo, nel 2018, l’abolizione della pubblicità, inserendola nel decreto dignità come misura di tutela per i più deboli.
Vietare la pubblicità ha una serie di vantaggi come posticipare l’età di inizio.
Oggi sono proprio i giovanissimi a entrare nella spirale del gioco d’azzardo, catturati dai giochi on line e più precoce è l’età di esordio maggiore è il rischio di sviluppare dipendenza patologica.
Con il divieto di pubblicità tuteliamo anche i minori.

Ma non basta.

È fondamentale formare e informare per sviluppare una coscienza dei rischi.
È vero, ogni essere umano ha necessità di vittorie e vuole sentirsi vincente, ma la prima e più importante vittoria è la conquista della propria autonomia. Per raggiungere questo traguardo, soprattutto i giovani, hanno bisogno di essere visti e di veder riconosciuti i talenti.

Senatore Giovanni Endrizzi

AvvVinti e Vincitori. Storia di Nik è il suo debutto nella narrativa ed è un libro che ha una funzione precisa: parlare della fragilità dell’essere umano. Quali sono i messaggi più significativi sottesi alla storia di Nik?

Nik è un ragazzo che nasce con gli occhi illuminati dalla vita e ama il mondo ma si trova a vivere da solo in molte situazioni così sviluppa alcune fragilità.
Nik è un personaggio bello, atletico, intelligente e brillante, tuttavia in alcune circostanze si lascia trascinare dagli eventi e finisce per allontanarsi da se stesso.
Il mio messaggio è: se fin da piccolo gli adulti non ti aiutano a vedere le tue potenzialità, finirai per non vederle nemmeno tu e crederai di non potercela fare.

Ho voluto scrivere una storia dove il lettore possa riconoscersi emotivamente.
Tutti hanno fragilità, adulti ma soprattutto gli adolescenti.
Punto sul concetto che “essere riconosciuti permette di trasformare la debolezza in forza”.
Penso che le vittorie, quelle vere, portino la felicità, e arrivino attivando il nostro potenziale interiore e non con quello che compriamo fuori.
Sono convinto che anche nelle situazioni più ingarbugliate ci sia sempre un finale da conquistare.

Il libro ha un titolo molto evocativo e accattivante al quale ha affidato una profonda riflessione.

Il titolo prende spunto da “Vincitori e vinti” ho sostituito vinti in “avvinti” perché è una parola dal duplice significato: quello di essere legato e quello di essere coinvolto.

Il gioco d’azzardo non è un gioco ma è avvincente perché produce un piacere artificiale, esso coinvolge e lega; in questo caso essere legati significa essere perdenti.
Il passaggio chiave è proprio quando Nik mette per la prima volta una moneta nella slot machine e gli capita la cosa peggiore: vince.
Allora, quello che può sembrare un grande risultato invece è il seme della sconfitta.

Vorrei che passasse anche il concetto del diritto di sentirsi liberi di scegliere.
Il senso della scelta ci viene donato da tutte le persone che sanno dirci cosa siamo in grado di fare e non cosa dobbiamo fare, da quelle che ci offrono l’occasione di sperimentare.
Il mio racconto parla sia ai giovani sia agli adulti.

Infine il mio è un invito ad accogliere la fatica.
Per me la fatica è bella!
La fatica, quando è accompagnata dalla passione, dalla tenacia e dall’impegno, porta a realizzare i propri sogni.
Negli incontri con i ragazzi affermo con convinzione:
“Attenzione! L’azzardo propone vincite (fittizie) senza fatica ma… è un furto di felicità.”

gioco d'azzardo
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AvVinti e vincitori Storia di Nik di Giovanni Endrizzi

AvVinti E VINCITORI storia di Nik | Giovanni Endrizzi

È il racconto di un racconto:

Patella, un vecchio pescatore di spugne, rivela le vicende del protagonista che crescendo sarà «un giovane solo, alla guida della sua vita, senza patente e con un disperato bisogno di raggiungersi». È Nik, che nella lingua dei Paesi Baschi significa “io”. Voglio che tu pensi: «Nik potevo essere io» dice Patella «e poi questo nome ricorda Nike, la dea greca della vittoria». Questa vicenda racconta proprio questo: la sostanza di cui sono fatte le “vittorie”, quelle vere; e l’illusione che rigonfia le “vincite”, quelle false. È la storia di come le storie possano cambiare; di come ci sia sempre un finale da conquistare.

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