Casa Viola, per il reinserimento sociale delle donne vittime di violenza

di Micaela Faggiani

Alice e Maria Sole di Casa Viola raccontano come funziona una casa di sgancio per le donne vittime di violenza

“Casa viola è una casa rifugio di tipo b, ossia orientata al reinserimento sociale della donna e del nucleo familiare.

L’obiettivo finale di Casa Viola è infatti l’emersione della donna che ha subito violenza e ne è scappata, aiutandola nella ricerca del lavoro e di una casa.
Non è dunque solo una casa strettamente legata alla protezione individuale, anche se comunque questo rimane un elemento imprescindibile, ma è più rivolta alla fuoriuscita della donna”.

A parlare è Alice Zorzan responsabile dell’area contrasto violenza di genere del Gruppo Polis che gestisce appunto anche Casa Viola. Ci spiega come funziona l’arrivo e la permanenza delle donne nel centro assieme ai loro figli.

“Generalmente riceviamo le segnalazioni dal centro antiviolenza – spiega Alice – dopo di che viene fatta una prima conoscenza della situazione e della signora, per poi fare i conti con le disponibilità di posti, perché la casa non è molto grande e noi vogliamo comunque garantire una buona qualità delle relazioni dentro la nuova e provvisoria abitazione.

Da qui comincia l’inserimento. Generalmente, essendo appunto un obiettivo primario quello di un reinserimento sociale della donna, possono esserci talvolta dei tempi molto lunghi, anche se noi cerchiamo al massimo di far rientrare i percorsi in un anno, un anno e mezzo.”

Casa Viola nasce nel 2010 e il nome deriva da Franca Viola che è stata la prima donna in Italia a rifiutare un matrimonio riparatore dopo uno stupro. Da allora Casa Viola ha ospitato all’incirca una trentina di donne in dieci anni di attività.

“Casa Viola è a tutti gli effetti una casa protetta – continua Alice – l’indirizzo della casa è segreto, nessuno può far visita alle donne ospitate, a loro tutela naturalmente.”

Entra nella routine quotidiana e dei percorsi rivolti alle donne Maria Sole Rizzi, operatrice in Casa Viola.

Casa Viola, per il reinserimento sociale delle donne vittime di violenza

“All’interno di Casa Viola opera un’equipe di tre operatrici e un’assistente sociale oltre ad un paio di volontarie di supporto.

Quanto alla quotidianità, in Casa Viola il nostro lavoro è quello di un accompagnamento rispetto alla gestione dei figli e all’organizzazione della casa e quindi la prima fase di inserimento nei nostri progetti prevede sempre un affiancamento rispetto proprio al tema dell’accoglienza, ripartendo dalla donna e dal suo benessere sia fisico che psichico, per poi arrivare ad un graduale accompagnamento invece in quello che può essere la ricerca di formazione e opportunità lavorative.”

Ovviamente in questi ultimi anni proprio quest’ultimo obiettivo è stato quello più complicato da raggiungere anche a causa della pandemia.

“Sono tante normalmente le difficoltà che troviamo nel reinserimento di queste donne nel mercato del lavoro e quanto successo in questi ultimi due anni non ci ha sicuramente dato una mano.

D’altra parte, senza un regolare contratto di lavoro, senza un corposo monte ore da dimostrare, il mercato immobiliare non ci apre le porte nella ricerca di un’abitazione in affitto. Non parliamo nemmeno di acquisto della casa”.

Per finire Maria Sole si lascia andare ad una triste ma reale considerazione.

“Parlare di violenza contro le donne e sulle donne è un tema che ci prende molto, che ci coinvolge. Altrettanto importante per noi è offrire delle opportunità reali e concrete, per queste donne che sono nella maggior parte dei casi anche delle madri e per questo di difficile inserimento
Come, del resto, è un po’ per tutte noi.”

www.gruppopolis.it/struttura/casa-viola/

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