Ostetrica, non solo parto ma assistenza alla donna

di Micaela Faggiani

Nella giornata internazionale dell’ostetrica l’appello perché questa professione sia valutata come merita e sia un accompagnamento importante nella vita della donna, non solo al momento del parto

Il 5 maggio scorso si celebrava la Giornata Internazionale dell’Ostetrica/o.

Nell’occasione le Ostetriche di Padova affiancate dalle Studentesse del Corso di Laurea di Ostetricia dell’Università degli Studi di Padova, hanno invitato tutte le future mamme o neo mamme, le coppie, le famiglie e le donne curiose ad un pomeriggio di “informazione e movimento corporeo condotto dalle Ostetriche”, alla presenza della Coordinatrice del Corso di Laurea Alessia Selmin, presso il Parco Iris a Padova.

Il tutto all’insegna del colore rosso, il colore delle ostetriche e della donna, a 360 gradi visto che il claim della giornata è stato proprio la cura della donna, non solo legata al momento del parto o del post partum, e strettamente connessa a questa professione così antica eppure ancora poco conosciuta dai più e della donne in particolare.

Con questo momento particolare  – spiega Alessia Selmin, ostetrica da quando aveva 22 anni – vogliamo dare visibilità e voce ad una professione importantissima per le donne, ma poco conosciuta e questo per problematiche di carattere socio culturale, almeno in Italia, mentre altrove è una professione sicuramente più considerata e autonoma. Qui le donne ci conoscono tardi, solo quando sono in sala parto o quasi, mentre l’ostetrica è di fatto la professionista più indicata per seguire le donne non solo in gravidanza ma durante tutto il ciclo biologico riproduttivo. In un certo qual modo ogni donna dovrebbe avere la propria ostetrica in tutte le fasi della sua vita. La nostra è una missione che nasce però da grandi competenze e tecniche. L’ostetrica è professionista che mira all’eccellenza

Alessia Selmin ostetrica dal 2010 negli ospedali di Abano prima, di Vicenza poi e quindi a Padova dove è diventata coordinatrice del corso di laurea triennale in ostetricia, è una donna che ama le donne, fin da piccola quando vinse a soli 17 anni, la prima edizione del Premio “Donna e lavoro” di Eurointerim con un progetto dedicato alla valorizzazione delle donne, fin da piccole, anche nei libri di scuola e nelle aziende con un bollino per le aziende virtuose, quelle che mettevano in atto un welfare aziendale che sostenesse in particolar modo le donne e le mamme.

Per poi inventarsi e ideare, a soli 22 anni, una vasca da parto speciale che potesse superare le criticità e promuovere questa modalità di parto.

Una vasca che poi nel tempo Alessia ha brevettato, è stata finanziata da un imprenditore ed ora attende solo il marchio Ce per poi essere messa in uso, dopo il covid, che ovviamente ha bloccato anche i parti in acqua.

Assieme ad Alessia a far muovere le donne, a dar loro consigli sull’allattamento, sul massaggio infantile, sul pavimento pelvico tante altre ostetriche di professione e studentesse…con la presenza anche di un aspirante ostetrico

Come Emma Santi, al terzo anno di ostetricia che ci racconta come ha scelto questo corso di studi perché “credo sia bellissimo accompagnare le donne e le coppie nell’evento nascita. Guidare la donna e assisterla in uno dei momenti più intimi della vita per noi è un dovere e un privilegio al tempo stesso

Emma tra l’altro ha messo a frutto i suoi studi anche in Africa con il Cuamm Medici con l’Africa la scorsa estate per 3 mesi a Wolisso e oggi è pronta a lanciare una  raccolta fondi per la ong padovana  per la formazione degli infermieri e ostetrici locali e per un’assistenza adeguata alle partorienti.  

In mezzo a tante donne anche un giovane ragazzo, Filippo Bortoletto, studente del primo anno, che nella sua vita ancora non ha mai assistito ad un parto ma sta studiando la materia.  “Quando ho detto ad amici e parenti che avrei studiato ostetricia certo mi hanno guardato strano ma erano tutti molto contenti. Da parte mia credo che sarebbe bello un maggiore interesse dalla parte maschile della materia. Il motivo per cui ho scelto questo corso di studi è perché ritengo che il momento del parto e la  gravidanza siano cose che trasmettono emozioni fortissime

Irene Dal Pozzo è invece del terzo anno e racconta che non avrebbe mai potuto fare altro nella vita perché la sua è una vocazione

Non in senso filosofico ma ho sempre avuto la voglia di stare con le donne, con le famiglie e i bambini, ma non solo dal parto ma dall’inizio, fin dall’arrivo del  menarca, seguendo tutto il percorso della donna, in quanto madre, nella gestione dei bambini, in menopausa

Amina Benkhadir, anche lei al terzo anno è arrivata ad iscriversi ad ostetricia dopo una triennale in tecnica autoprotesica, altra professione sanitaria.

Dopo aver assistito al parto di una mia amica mi sono informata, ho parlato con un’ostetrica e ho fatto questa scelta, che rifarei altre 100 volte, così come l’altra laurea che ho preso.  Non è solo il parto ma il bello è la ricerca, l’andare a capire come funzionano i meccanismi della fisiologia per supportare e stare accanto alla donna. Quest’anno ho pututo anche approfondire con uno studio presentato a Roma e che ha vinto anche un premio l’ecografia intrapartum, ad opera dell’ostetrica.

Perché la ginecologia e l’ostetricia sono due mondi diversi ma complementari, il primo studia la patologia, il secondo la fisiologia e sarebbe bello e auspicabile una collaborazione reciproca, rispettando i ruoli di ognuna

Infine le due “senior” della professione, Martina Granci e Cristina Panizza , ostetriche universitarie e responsabili di un ambulatorio allattamento a Padova.

Assieme a Cristina – spiega Martina –  abbiamo creato un vero e proprio ambulatorio per l’allattamento, la prevenzione e l’educazione del  movimento pelvico. Cristina lavora anche come consulente di educazione sessuale ed è consigliera della federazione dell’ordine delle ostetriche a livello nazionale.

Noi, come tutte quelle che diventeranno ostetriche, siamo esperte anche di menopausa, possiamo fare  consulenze senologiche nel post partum e accompagnare la neo nanne nei primi  1000 giorni del neonato. Siamo delle vere e proprie consulenti , che possono aiutare le mamme una volta a casa dall’ospedale dove hanno partorito.”

Da tempo – conclude Cristina Panizza – stiamo cercando di lavorare in affiancamento per esempio del pediatra, che spesso non ha tempo e dunque le donne possono affidarsi all’ostetrica. L’idea è quella di una collaborazione d’equipe, in una società che non aiuta tanto chi vuole allattare al seno e che vende troppo facilmente il latte artificiale. Per questo istruiamo le donne ad allattare, che non è una cosa semplice né naturale come potrebbe sembrare e si scontra con una realtà dove le donne devono anche tornare a lavorare abbastanza presto e dovrebbero riuscire a conciliare entrambe le cose.

Noi spieghiamo e le aiutiamo a trovare il bandolo della matassa per il bene loro e soprattutto del loro bambino

Qui la raccolta fondi per il Cuamm:

https://www.retedeldono.it/it/progetti/medici-con-lafrica-cuamm/aiutiamo-la-scuola-di-wolisso?fbclid=IwAR10PuyCfe-kxqT1M-MNf7FA0KX981hpkiq878_LUdxkHVs5gCnGrazXVPw

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