Sostenibilità: facciamo il punto

di Redazione
Sostenibilità della terra

Con l’aiuto di due esperte, cerchiamo di capire cosa è davvero la sostenibilità e in che direzione sta andando l’Europa

Quando si parla di sostenibilità, ci si riferisce all’incontro di economia, ambiente e società. Questi sono i tre pilastri, spesso nominati come le 3P (Profit, Planet e People), su cui si basa uno sviluppo sostenibile, cioè possibile e sano, nel breve come nel lungo termine.

La definizione più nota di sostenibilità e sviluppo sostenibile (usati come sinonimi) è quella proposta nel rapporto “Our Common Future” (1987, Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo). Il rapporto parla di “uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”.

Accanto a questa, ci sono molte altre definizioni: della sostenibilità è facile cogliere il senso universale, non è altrettanto facile codificarla in modo univoco e comprensibile per tutti.

L’Unione Europea ha messo in atto una chiara politica che vuole gradualmente trasformare il sistema produttivo e la società per costruire un futuro verde, equo, prospero e competitivo. Con l’Accordo di Parigi e l’Agenda 2030, i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile sottoscritti nel 2015 da 193 Paesi delle Nazioni Unite, i cosiddetti fattori ESG sono entrati nel quadro regolamentare europeo. ESG è l’acronimo di Environmental, Social and Governance: i tre fattori centrali nella misurazione della sostenibilità.

Sostenibilità è la consapevolezza degli impatti, positivi e negativi, che un’azienda, un prodotto, un progetto, una scelta/un comportamento ha sull’ambiente e sulla società. Impatti reali ma anche potenziali, cercati o inevitabili, nel breve come nel lungo termine.

 

Sostenibilità

A livello aziendale si tratta quindi di misurare gli impatti ambientali. Si tratta, ad esempio, di misurare le emissioni dirette ed indirette di C02, i consumi energetici e la gestione delle risorse idriche, la produzione e gestione dei rifiuti, la salvaguardia della biodiversità negli ambienti in cui si opera. Per quanto riguarda gli impatti sociali, si tratta di capire per un’azienda, sia internamente, a livello del proprio personale, sia esternamente, a livello delle comunità che sono in qualche modo interessate, quali sono gli effetti generati. Ai dipendenti interessa capire se e come sono rispettati i diritti umani, se e quanto è rispettata e promossa la parità di genere, le condizioni di sicurezza, il benessere fisico e mentale nell’ambiente lavorativo e la possibilità di usufruire del telelavoro, le opportunità di formazione e sviluppo personale, la privacy. Il terzo fattore, la governance, riguarda l’insieme di principi, regole e procedure che riguardano la gestione aziendale. 

Ci sono imprese che nascono con una forte vocazione alla sostenibilità, sia ambientale (settore delle energie rinnovabili, sistemi di riciclaggio, cattura di C02), sia sociale (settore dell’educazione, politiche di inclusione di categorie in minoranza, lotta alla povertà) ma tutte le imprese hanno degli impatti, positivi e negativi a livello ambientale e sociale e quindi possono essere analizzate in chiave di sostenibilità.

Sostenibilità

Da anni l’Unione Europea sta promuovendo e coordinando, con diversi strumenti, la transizione verso la sostenibilità, nella consapevolezza che serve il contributo di tutti. C’è grande attenzione alla promozione del ruolo attivo dei singoli cittadini, che, facendo buon uso di informazioni attendibili e pretendendo informazioni verificabili sugli impatti ambientali e sociali di prodotti, servizi, aziende ed istituzioni, diventano protagonisti del cambiamento con le loro scelte.

Il Green Deal del 2019 ha messo in atto un piano di azione per far diventare l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Si tratta di una grande sfida e di una grande opportunità per vari settori con l’obiettivo, ad esempio, di garantire l’approvvigionamento di energia pulita, economica e sicura, di migliorare continuamente l’efficientamento energetico degli edifici, di rendere più sostenibile la mobilità e la produzione agricola, di favorire l’economia circolare. 

Gli investimenti necessari ad attuare queste trasformazioni, richiedono un ruolo nuovo e decisivo della finanza chiamata anch’essa a promuovere la transizione verso la sostenibilità. Nel 2018 la Commissione Europea ha pubblicato il Piano d’Azione per la Finanza Sostenibile che punta a riorientare i flussi di capitale verso investimenti con obiettivi di sostenibilità e, allo stesso tempo, aiutare gli operatori finanziari ad individuare i rischi di sostenibilità che possono influire negativamente sulla stabilità finanziaria. La finanza si è così ritrovata a dover allungare significativamente il proprio approccio di breve termine.

Sostenibilità

La crescita di prodotti di finanza sostenibile (green bonds, social bonds, prestiti green, fondi sostenibili ESG, fra gli altri) dimostra la volontà degli individui di voler guardare oltre il profitto e di contribuire allo sviluppo sostenibile.

Incoraggiano gli studi che hanno rilevato come, durante la pandemia, le società con forte attenzione a temi ESG abbiano avuto rendimenti azionari meno negativi durante il crollo del mercato. La sostenibilità premia quindi anche il profitto quando c’è equilibrio/rispetto con l’ambiente e la società.

Giulia Faedo_Sustainability Advisor
Claudia Stracchi_Sustainability Advisor

Articolo di Giulia Faedo e Claudia Stracchi, Sustainability Advisors

A cura di Valeria Iotti

Potrebbe interessarti anche...

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da parte di questo sito web.