Emapesciolinorosso racconta la storia di Emanuele

di Daniela Rossi

Gianpietro Ghidini incontra i giovani e racconta la storia di suo figlio per aiutarli a ripensare alla vita in modo positivo

Il 24 novembre del 2013 un evento drammatico ti porta nell’abisso. Questo evento si rivelerà un propulsore per la tua rinascita. “Era tutto perfetto” e all’improvviso la tua vita viene stravolta. Ci racconti cos’è successo?

Alle tre di quella buia notte mi sono trovato sulla riva del fiume, vicino a casa mia, a raccogliere il corpo di mio figlio.

C’era un suo amico, un po’ più grande, mi ha detto: “Eravamo a una festa giravano droghe, Emanuele ha voluto provare un “francobollo”, una droga sintetica,  ed è stato male, l’abbiamo accompagnato a casa, ma prima ha voluto passare davanti al fiume dicendo ‘io devo uccidermi’ e si è gettato.”

Ascoltavo quelle parole, guardavo le gelide acque del fiume in piena e mi sembrava di essere fuori dal mio corpo, mi pareva tutto così assurdo, irreale! Ascoltavo quelle parole e scomparivo. Un padre che si rende conto di non poter più rivedere suo figlio vivo… muore all’istante.

Il mio istinto mi spingeva a gettarmi, a seguire mio figlio.

La mia vita era andata in mille pezzi e tutto quel puzzle – fatto anche della ricerca delle cose materiali e del successo – che pensavo di avere sapientemente costruito non era servito a nulla!

Però qualcosa mi ha fermato.

Oggi posso dire che a trattenermi qui sia stato il pensiero di Ema, tutto l’amore che mi aveva dato e l’energia che aveva lasciato. In quel momento, quell’acqua mi ha detto che forse avrei potuto cercare ancora un senso.

Emanuele Ghidini

Emapesciolinorosso è l’associazione nata per ricordare Emanuele e per far conoscere la sua storia. Hai iniziato a parlare ai giovani andando nelle scuole e nei loro luoghi di aggregazione, da Nord a Sud. Ripercorriamo in sintesi otto anni di incontri?

È stato un sogno, fatto qualche giorno dopo la morte di Ema, a darmi le risposte alle domande che si affollavano nella mia mente; nel sogno raccoglievo Emanuele e quell’acqua nera, buia di morte si trasformava in luce e in me sorgeva un’energia enorme; ho capito che non avrei potuto salvare me stesso e non avrei potuto salvare mio figlio se non avessi provato a salvare almeno un altro ragazzo.

Così mi sono messo in viaggio e ho iniziato ad andare a raccontare la nostra storia di dolore per parlare del valore della vita e per dire a ogni giovane di credere in se stesso e di dare ogni giorno il meglio per cercare di realizzarsi.

Abbiamo dato vita alla Fondazione Emapesciolinorosso e sono andato in giro per l’Italia: nelle scuole, nei centri di aggregazione, negli oratori, per parlare con i giovani, i genitori, gli educatori e gli allenatori. Abbiamo tenuto più di 1.800 incontri

Negli ultimi due anni c’è stato un rallentamento ma non ci siamo fermati, siamo diventati piccoli editori, ideato iniziative on-line e proposto due concorsi letterari per dare voce ad autori meno conosciuti ma con “qualcosa da dire”.

È stato un insegnamento anche questo: nel momento di difficoltà devi cercare l’opportunità.

Questi due anni sono serviti anche per ricaricarmi e ora sono pronto a ripartire per tornare ad abbracciare i ragazzi, i genitori.

Sono convinto che dobbiamo abbracciarci di più, perché l’abbraccio  è potente! Il nostro motto è “hug don’t do drug!”.

Gianpietro ma come stanno gli adolescenti?

I giovani purtroppo sono immersi in un mondo che offre tutte le soluzioni togliendo i sogni, ma paradossalmente i giovani hanno un sogno!

Quello di cambiare questo mondo malato, basato sulla competizione e sul denaro.

Io vado a dire ai giovani “svegliatevi!

Non diventate come noi, costruite una società nuova, dove ottenere risultati da condividere, dove al centro ci sia l’umanità e il denaro sia al servizio delle persone.”

Esorto i giovani a non alimentare l’ego, ad avere autostima e a non cadere nella trappola del “non impegno”. Li incito a coltivare le idee e a realizzare nuovi progetti. 

Emanuele Ghidini

Due anni di isolamento e di relazioni a singhiozzo che effetti hanno avuto sui ragazzi?

Anch’io ho incontrato on line i ragazzi per cui, anche se riceviamo messaggi e e-mail, ho una percezione filtrata, tuttavia noto una situazione di smarrimento, essi non riescono a trovare un senso; non potersi trovare con gli amici, i compagni li ha messi in grande difficoltà.

Li faccio riflettere invitandoli a pensare che non poter fare cose date per scontate ci fa capire la loro importanza e quanto le relazioni siano importanti! Sono fiducioso che questa esperienza faccia crescere i nostri ragazzi ma anche noi. 

E il loro rapporto con lo smartphone? Sono diventati ancor più dipendenti dalla rete?

Per questa generazione avere a disposizione la tecnologia è stata una fortuna, il cellulare è stato il mezzo per rimanere in contatto tra loro, tuttavia  un aspetto critico c’è ed è quello che i ragazzi non riescono più a stare con se stessi, ad ascoltarsi, a riflettere senza distrazioni e anche semplicemente a non far niente e perché no ad annoiarsi!

Questi strumenti permettono di occupare il tempo, sempre; ma stando continuamente davanti allo schermo, perché ho la disponibilità costante di contenuti e di stimoli, sviluppo una dipendenza!

Il ragazzo diventa dipendente quando deve trovare una modalità per lenire una sofferenza, un disagio e di solito sceglie la via breve, quella più facile. 

Lasciami volare papà | Ema Pesciolinorosso

Nel numero 1/2022 di FUORI LA VOCE abbiamo parlato delle dipendenze dai videogames e del rischio che forgino un’attitudine all’azzardo. Nella tua esperienza cosa hai potuto riscontrare?

Sì, mi è capitato, anche se sono casi un po’ estremi, di incontrare ragazzi che abbiano raccontato di essere stati in grande difficoltà perché avevano speso cifre esorbitanti utilizzando la carta di credito dei genitori.

I giovani stanno costruendo una modalità di approccio al denaro distorta, spendono senza rendersi conto del valore del denaro, pensano di fare soldi facili avvicinandosi alla finanza senza consapevolezza, comprano e vendono valute virtuali rischiando di trasformare tutto in un casinò on line.

Sono favorevole a un intervento del legislatore per proibire l’utilizzo di certi strumenti, soprattutto ai minorenni.

Ma è necessario intervenire anche sul concetto di fondo del nostro sistema, bisogna smontare il binomio denaro uguale felicità e demolire il messaggio che è essenziale fare soldi, non importa come, se giocando d’azzardo o vendendo droga.

Dobbiamo difendere i nostri ragazzi insegnando valori e principi sani, puntando sull’importanza dell’etica senza dimenticare il valore dell’ascolto.

Penso che i figli non vadano corretti ma ascoltati, spogliandoci del ruolo di genitori giudicanti.

Quando ascoltiamo i giovani, lasciandoli parlare, scopriamo che sono vulcani di idee e di creatività. Allora dico agli adulti: diventiamo ascoltatori più che correttori!

http://www.pesciolinorosso.org/it-it/chisiamo.aspx

Ema Pesciolinorosso è un’associazione nata a supporto dei giovani

ema pesciolinorosso associazione

È una Fondazione che ha come scopo principale il sostegno dei giovani nella forma di divulgazione e sostegno di attività di sviluppo e crescita.
Negli anni il PesciolinoRosso è diventata una community di migliaia di persone, in crescita costante, dove genitori e giovani si scambiano idee, pensieri e condividono riflessioni su temi come l’adolescenza, il futuro, la scuola e ovviamente il rapporto tra genitori e figli.

www.emapesciolinorosso.org

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