Attacchi di panico sempre più frequenti

di Alessia Da Canal

La pandemia ha acuito un fenomeno che esiste da sempre. Tremori, sudorazione, tachicardia... sono spesso sintomi invalidanti

A Fuori la Voce abbiamo raccontato la storia di Lisa Dei Rossi, ventenne, che ha superato gli attacchi di panico (che le hanno segnato la vita per anni) con l’aiuto di due professionisti da sempre vicini ai giovani e alle famiglie: Stella Lazzarini, psicologa e psicoterapeuta e Antonio Pignatto, psicologo clinico e psico-traumatologo.

Gli attacchi di panico sono sempre stati frequenti nei giovani – racconta la dottoressa Lazzarini – ma la pandemia ha accentuato questo fenomeno, perdendo i momenti di incontro e condivisione. Soprattutto vediamo una forma più acuta e violenta dei sintomi”.

Lisa ha raccontato dei suoi tremori invalidanti, ma…

Non sono gli unici sintomi. Spesso sono coinvolti sudorazione, respirazione, battito cardiaco, e tutto ciò che riguarda l’apparato gastrointestinale. Anche se ad essere ‘disturbato’ è in realtà il sistema nervoso autonomo che ‘allarmato’ determina una serie di sintomi invalidanti. Il consiglio che mi sento di dare ai ragazzi incoraggia la dott.ssa Stella Lazzarini – è di stare molto tranquilli perché l’attacco come arriva sa anche andarsene via. Ma mi sento anche di dire a tutti di riflettere sul fatto che un attacco d’ansia invece racconta molto della persona. È un sistema che è andato in tilt ed è importante capire il perché. Spesso i genitori si rivolgono al medico di base che magari prescrive degli ansiolitici.  Perdendo, invece, l’occasione di capire il motivo della disfunzione, cercando la cura farmacologica anziché quella psicologica”.

Una sorta di 118 per lo spirito, insomma.  

L’adolescente è un essere sociale –  tiene a chiarire il dottor Antonio Pignattonon è un essere statico e fermo all’interno della famiglia. Il gruppo dei pari è la vera cura dell’adolescente. Essendo mancato all’interno della pandemia questo è stato criticissimo per la vita di tutti gli adolescenti. Ragazzi smarriti e perduti, perché non hanno più riscontro del gruppo dei pari.

L’ansia – precisa lo psicoterapeuta – è un fenomeno adattivo. Ognuno ha una certa dose di ansia che impariamo a modulare. È di per sé una cosa buona che l’organismo introduce per portarci a gestire bene il mondo circostante. Quando non è più gestibile si hanno dei disturbi di ansia, quando mi blocca e mi paralizza siamo di fronte a un attacco di panico. Ma questi sono pochi e caratterizzati da un senso di morte imminente. In realtà la gran parte dei ragazzi ha grossi attacchi d’ansia, spesso risolvibili con qualche colloquio psicologico. Lo psicologo, infatti, agisce immediatamente sui processi educativi e individuali. Il primo processo educativo è recuperare il gruppo dei pari. Lo sport, per esempio, ha una valenza educativa importantissima, perché mi educa al rapporto con gli altri e a conoscere delle regole precostituite. Ecco perché è così importante il vivere comune”.

A volte i ragazzi in crescita non sanno subire le critiche, non sanno affrontare anche il rapporto con i pari.

“La competenza relazionale richiede anche un processo di maturazione – aggiunge la dott.ssa Stella Lazzarini – che il ragazzo deve sviluppare con se stesso e poi con i pari. Instaurare una relazione con se stesso non è semplice. Mentre il ragazzo cresce deve riuscire a trovare il giusto equilibro tra un rapporto con se stesso e con gli altri. E questo rapporto viene a maturarsi grazie anche al rapporto con gli altri”.

Importante è anche arrivare ai ragazzi, perché chiedere aiuto non è così facile.

“Oggi il ragazzo ha problematiche di sviluppo relazionale spesso perché in mezzo c’è un nuovo diaframma, l’apparato tecnologico osserva il dottor Antonio Pignatto -. Non dovremmo dimenticare che lo sviluppo emozionale e la psiche dei ragazzi non segue la velocità dei social. Ecco perché un commento sbagliato, una foto che gira nel WhatsApp della classe può ferire profondamente il giovane. L’intervento dello psicologo, quindi, si rivela straordinariamente interessante. Perché lo psicologo parla e ascolta il ragazzo, attraverso il colloquio. Incontra il ragazzo anche online. E il valore della cura sta nella parola. Il ragazzo ascoltato spesso già alle prime sedute inizia già a diminuire il livello d’ansia.

Mio figlio si annoia. Non guardare semplicemente la tv. Stai con tuo figlio.

“Abbiamo visto genitori allarmati perché il ragazzo non studia più, si rifugia in camera propria, sta tutta la notte su YouTube, vuole addirittura mangiare in camera propria – ci rivela il dottor Pignatto. Lo psicologo per prima cosa ascolta anche la solitudine delle persone, le sofferenze, i piccoli traumi quotidiani e la comprensione, ad esempio, di una famiglia che oggi ha poco tempo di stare con i giovani. C’è chi pensa che stare con suo figlio equivalga a guardare la tv. Ed è sbagliato. Stai con tuo figlio!. Non ‘cerca di occuparti che tuo figlio non si annoi’. Altra questione annosa. Basterebbero solo due semplici gesti: l’ascolto e la parola. E proprio per questo lo studio organizza spesso degli appuntamenti aperti alla popolazione e ci occupiamo proprio di fornire l’abc psicologico”.

Un nuovo progetto: Psiché

“Psiché è un riferimento forte a quella che è la dinamica della mente e della psiche. Avrà all’interno progetti che saranno esclusivamente social, proprio per avvicinarci ancor di più alle persone. Per esempio, la ‘Scuola di genitorialità’, cioè un corso dedicato a essere genitori, non a fare i genitori, ‘Psichè kids’ esclusivamente dedicato ai giovani, ragazzi, ‘Psichè senior’ per le persone anziane. In questo progetto cercheremo di fare dirette Facebook per stimolare contatti online. E si svilupperà in questa seconda parte del 2021 e per tutto il 2022”.

https://ioparlopsicologia.it/

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