Così ho sconfitto gli attacchi di panico

di Alessia Da Canal

Campionessa mondiale di ‘Dance show’ da ragazzina, Lisa Dei Rossi ha vissuto un lungo ‘blackout’ dalle scuole medie in poi. Anni nei quali gli attacchi di panico sottolineavano le sue giornate

“Ho iniziato a star male in terza media e ne sono uscita adesso, più o meno. Non mi ricordo di preciso quando né come tutto è iniziato, ma ho cominciato ad avere degli attacchi di panico in cui mi tremavano le gambe. Poi hanno cominciato a tremare le braccia e ad un certo punto mi è andata via anche la voce, non riuscivo neanche a parlare”.

Lisa Dei Rossi, ventenne mestrina, è studentessa universitaria, ma soprattutto ha una straordinaria passione per la danza. Da ragazzina è stata campionessa di “Dance Show”, danza sportiva ma poi ha seguito dei corsi  più tradizionali.

Il ballo è un po’ la nota positiva della tua vita… ma non solo.

“Sì, perché per ‘colpa’ della danza ci sono state delle difficoltà.

Ballare mi permette di uscire dalla realtà che spesso mi intrappola.

Faccio fatica a confrontarmi con gli altri, soprattutto con i miei coetanei, ma quando ballo è completamente diverso”.

Perché allora c’è una nota negativa?

“A danza mi è sempre stato detto che per il mio fisico non avrei mai potuto fare niente, non sarei mai stata nessuno. Mi sono state dette cose cattive, pesanti, che mi hanno fatto del male”.

Gli educatori hanno una grande responsabilità, possono dire le cose in altro modo…

“E capire che quando hai tredici o quattordici anni sei molto fragile e soprattutto nelle donne il corpo cambia e non devono fartene una colpa. Io la danza non la lascerei mai!”. 

Eppure quei giudizi hanno segnato Lisa così profondamente da condizionarle la vita, attraverso gli attacchi di panico. Tant’è vero che di quegli anni non ha neppure una fotografia, se non quelle scattate di nascosto dai suoi genitori. 

Mi svegliavo la mattina e stavo già tremando. A volte andavo a scuola, perché i miei compagni sapevano, ma spesso non riuscivo a tenere in mano gli oggetti, a bere o a mangiare da sola. A volte riuscivo a stare solo distesa”. 

Ma ti sei chiesta perché stavi così male? 

Non mi sentivo capita, ma adesso mi rendo conto che ero anch’io che non mi facevo capire. Tu ti senti molto solo e non ti rendi conti che tante persone ti vogliono aiutare, ma sei dentro la tua bolla e vedi quello che vuoi vedere”. 

Oggi che ripensi a quegli anni hai la sensazione di aver perso del tempo? 

Mai! Anzi, vorrei che mi succedesse tutto quello che mi è successo, perché mi ha insegnato a vivere la realtà in modo diverso. Mi sono ritrovata”.

E come ti sei ritrovata?  

La quarantena, può sembrare strano, ma è stata un momento di grazia, perché mi sono fermata. Prima sono sempre stata attiva, invece ho potuto pensare un po’ più a me stessa e capire quali erano le cose veramente importanti per me. Anche se si ha qualcosa di diverso non importa. Io cerco di dire alle persone che devono essere quello che sono indipendentemente dai giudizi. Anche perché se tu sei te stesso anche gli altri riescono ad aprirsi in modo diverso”. 

Qualcuno ti ha aiutata in questo percorso? 

Sono stata seguita inizialmente da due persone, poi da una e le ringrazio tantissimo perché se non fosse per loro non ne sarei uscita. Anche se non se ne parla, credo sia molto utile farsi aiutare, anche perché spesso chi ti sta intorno tende a minimizzare”.  

Raccontaci i tuoi progetti futuri… 

Ora inizierò l’università. Ho avuto un anno sabbatico in cui ho lavorato, ma gli studi mi sono mancati molto. E voglio continuare con la danza. Vorrei diventare una ballerina professionista, non mi perdonerei mai di non averci provato”.

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