Il 3 Dicembre il Club Unesco di Vicenza ha ospitato Ugo Panella, fotogiornalista, e i suoi reportages, per non dimenticare mai
Esistono luoghi della terra dove il diritto a esistere è una conquista quotidiana, dove difendere la propria dignità significa rischiare la vita propria e della propria famiglia, dove l’urgenza di sopravvivere fa passare in secondo piano ogni forma di libertà. Sono luoghi che sembrano lontani, ma sono a poche ore di volo. Sono i Paesi dove producono la felpa che indossiamo, dove vanno a finire i rifiuti che produciamo, i luoghi da dove arrivano i giocattoli che compreremo per Natale, felici dei loro prezzi così convenienti.
Ugo Panella quei luoghi li conosce da sempre, da quando, alla fine degli anni ’70, ha scelto di fare il fotogiornalista, di andare nelle trincee contemporanee ai margini della storia e dell’economia per farci vedere, con la potenza delle immagini, cosa succede quando l’essere umano perde ogni diritto per diventare solo strumento di chi ha più potere. Bangladesh, Sierra Leone, Afghanistan, Nicaragua: teatri di guerre, luoghi di povertà, spazi dimenticati che è necessario ricordare per riconoscere il senso profondo delle parole diritto e libertà.
Nell’ambito delle iniziative legate alla Giornata Mondiale dei Diritti Umani, venerdì 3 dicembre il Club Unesco di Vicenza ha dedicato al lavoro di Ugo Panella un appuntamento speciale intitolato ‘Umanità Negata’, con l’obiettivo di riportare all’attenzione di tutti noi cosa succede davvero quando i basilari diritti di ogni persona vengono ignorati. Negli spazi di Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari, sede museale di Intesa Sanpaolo a Vicenza, Ugo Panella ha presentato una selezione dei reportages nati dalla sua passione per la fotografia e l’impegno civile. Il racconto è partito dal Bangladesh, dove nel 1999 ha raccontato insieme a Renata Pisu – inviata degli esteri di Repubblica – la vita delle giovani donne sfigurate con l’acido per vendetta dagli uomini che avevano rifiutato. È arrivato fino all’Afghanistan, terra che Panella vive dal 2003 a fianco di Fondazione Pangea Onlus, che lì lavora per migliorare la condizione femminile attraverso il microcredito, in una situazione da sempre difficile e resa particolarmente drammatica dagli avvenimenti degli ultimi mesi. La ‘città della gioia’ di Calcutta è il luogo scelto da Panella per raccontare gli ultimi dell’India, in un susseguirsi di sguardi e immagini capaci di colpire il cuore e le coscienze.
L’obiettivo del Club Unesco di Vicenza, nato nel 2007 per sostenere e divulgare gli ideali dell’Unesco, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e l’attenzione per la sostenibilità umana è stato ribadire come diritti considerati così ovvi da essere branditi come privilegi sono invece un sogno ancora lontano per tanti esseri umani nati per caso in luoghi martoriati.
Ricordarsi degli ultimi, della fatica continua delle loro vite è un primo, fondamentale passo che Ugo Panella con il suo lavoro ci permette di fare.