Fragile Cosmetics, la startup di cosmetici vegani

di Redazione
Fragile Cosmetics | Prodotti vegani | Fuori La Voce

Prodotti dal 98% al 100% vegani, responsabilità sociale e crescita graduale. Questi i punti forti della startup Fragile Cosmetics

Fragile Cosmetics è femminile, sostenibile, start up e di successo! Se non bastasse al comando di questa azienda c’è una donna che di “fragile” non ha proprio nulla! E a conferma della sua forza a dicembre ha vinto il premio Giovani Imprese Altagamma. Ne parliamo con la co fondatrice Manuela Affatato, CEO dell’azienda nata a Padova nel 2020.

Tra le aziende dell’alto di gamma nel sistema produttivo italiano, voi avete ricevuto il riconoscimento di migliore giovane azienda nella categoria Hotellerie e Wellness, che effetto vi ha fatto?
Manuela Affatato - CEO Fragile Cosmetics | Prodotti vegani | Fuori La Voce
Manuela Affatato - CEO Fragile Cosmetics

Siamo rimasti stupefatti, ci hanno notati e scelti senza che la segnalazione partisse da noi, per me e Franco Gobbi il mio socio celebrity hair stylist, è stata una notizia che ci ha onorati e colti di sorpresa.

La nostra azienda è sul mercato da solo un anno, anche se facciamo ricerca da più di tre, con l’obiettivo di trovare la formulazione perfetta per una linea di cosmesi per corpo e capelli totalmente sostenibile ma con standard molto elevati di qualità ed efficacia.

Non è facile lavorare senza compromessi per ottenere la certificazione più esclusiva come P.E.T.A. che ci è stata riconosciuta perché creiamo prodotti dal 98% al 100% vegani e cruelty free, e li distribuiamo in contenitori di vetro e alluminio al 100% riciclabili e con un packaging in carta Fsc, perché la filiera di tutti i prodotti che impieghiamo deriva da una gestione rispettosa dell’ambiente. Oltre nelle formulazioni, ci siamo impegnati nella ricerca dei fornitori, selezionati secondo alti standard di sostenibilità per essere certi che tutta la filiera fosse sensibile ai temi sociali e ambientali. Ecco, sapere che Altagamma, la più importante community di imprese dell’alta industria culturale e creativa italiana, si è accorto di questo, non perché lo abbiamo strillato ma perché i nostri prodotti parlano da soli, ci ha resi molto fieri oltre che felici.

Eppure producete una linea cosmetica che la Fondazione Altagamma ritiene di diritto appartenente al mondo del lusso. Si possono conciliare lusso e sensibilità ambientale e sociale?

Sembrerebbe di sì. Lo ripeto, non è facile, è necessario avere ben chiari gli obiettivi, credere in una filosofia quasi radicale come abbiamo fatto noi sin dal momento dell’ideazione del nostro progetto. Era ancora agli albori forse, ma oggi il trend è scoppiato. Di sostenibilità si parla sempre di più, quindi il pubblico ha sviluppato una certa sensibilità e consapevolezza, per questo ricerca prodotti di un certo tipo. Anche il panorama dei partner industriali nello scenario produttivo italiano si è evoluto e consente di incontrare aziende compatibili con una cultura condivisa.

Premi Altagamma | fuori La Voce
Dal canto nostro su cosa avete puntato per declinare la vostra versione della sostenibilità?

Oltre ad impiegare materie prime di certificata provenienza tanto nei contenuti quanto nei contenitori, abbiamo puntato sulla selezione limitata di referenze, il nostro prodotto di punta per esempio è un olio che si può usare sui capelli, sul viso sul corpo e sulla barba, inoltre è genderless. Evidentemente non è stato banale trovare una profumazione che accontentasse le esigenze di una platea tanto vasta. In quest’ottica per cui “less is more”, non abbiamo voluto trascurare l’aspetto estetico e qualitativo che definisce il lusso. Tutto questo implica necessariamente anche dei costi.

Però oggi, tra gli elementi che definiscono un prodotto “di lusso” c’è sicuramente il rispetto per l’ambiente e il ruolo sociale di un’azienda. Il consumatore finale trova appagante la scelta di un prodotto di questo tipo piuttosto che un altro, lo considera un privilegio che in qualche modo è disposto a pagare.

Dopo questo importante traguardo raggiunto si può dire a pochi mesi dalla vostra partenza, quali obiettivi vi ponete?

Non vorrei sembrare ingenua, ma puntiamo ad una crescita graduale per Fragile Cosmetics, perché l’eccesso non è per sua natura sostenibile. La gamma di prodotti si arricchirà di poco e nel lungo termine, i canali di vendita, che fino ad oggi hanno privilegiato il digitale, si sposteranno sul retail pdi alto livello come concept stores e grandi magazzini come Fortuny a Londra e per allargare la nostra platea anche grazie ad una comunicazione onesta e trasparente, non vogliamo urlare proclami, ma far parlare per noi le nostre scelte onestamente comunicate ai nostri clienti. Se la trasparenza ti definisce non serve dichiararla, è in qualche modo costitutiva della tua esistenza. Anche questo per noi è un concetto sostenibile.

 

Intervista di Pamela Ferlin

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