Calo delle nascite? (Non) ce lo aspettavamo!

di Maria Olga Tartaglia
Calo delle nascite? (Non) ce lo aspettavamo!

Dagli ultimi dati emersi dall’Istat è emerso che in Italia sono nati molto meno bambini

Circa 16.000 bambini in meno rispetto al 2019. Quello che ci chiediamo è… Dove sta la sorpresa?

Con l’aggravarsi dell’incertezza dovuta alla pandemia e al carico degli impegni sulle spalle già piene delle mamme, è un miracolo che ancora ci sia il pensiero da parte delle donne di procreare.

Perché se dobbiamo fare un riassunto dei mesi oscuri che abbiamo dovuto passare a causa della pandemia, una delle categorie maggiormente colpite da questo periodo sono state loro: le mamme.

Donne che sono state costrette a prendersi aspettative, ferie, permessi non retribuiti, malattie e addirittura licenziarsi perché improvvisamente si sono ritrovate i figli in DAD. E non lo hanno scoperto con abbondanti giorni d’anticipo ma il venerdì sera per il lunedì della settimana successiva.

Perché diciamocelo… spesso sono le donne a dover sacrificare il proprio lavoro per i figli.

Se ci pensate molte donne che lavorano si sentono in colpa perché lasciano i bambini alcune ore alla baby sitter, quando possono permettersela… oppure ai nonni per chi ha la fortuna di averli vicini.

Senso di colpa che non si svela minimamente nella mente di un uomo!

Eppure i figli si fanno in due, perché solo la donna deve sacrificarsi per la causa?

Perché quando si mette al mondo un figlio ogni donna deve chiedersi se fa bene o meno a lavorare?

Perché è importante dirlo a gran voce. Alle donne non basta essere madre. Attorno ad un bambino è giusto coltivare un mondo fatto di passione, studi, professionalità, lavoro, amicizie e tanto altro… 

Non è giusto limitare la propria vita per crescere un figlio e allo stesso tempo non è giusto rinunciare ad un figlio per tenersi un lavoro. 

Sia chiaro! Non stiamo dando la colpa ai nostri compagni che spesso e volentieri riescono a fare egregiamente i papà. 

Ma parliamo di una società in cui le mamme si sentono spesso in difficoltà a doversi destreggiare tra due ruoli quello professionale e quello di madre.

Due ruoli che dovrebbero essere complementari e in realtà si fa fatica ad avvicinarli. >

Ma c’è un modo per arginare gli ostacoli che la vita da madre ti presenta, riuscendo egregiamente anche nella vita lavorativa?

Chiediamolo a Cinzia, grafica e madre di una splendida bambina di nove anni. 

Molte donne, compresa te, fanno fatica a rendere complementari il ruolo di professionista e di mamma, pur avendo dei compagni che partecipano attivamente alla vita familiare. Perché c’è questa difficoltà tutt’ora?

La società in cui viviamo ha ancora la visione arcaica che la mamma debba occuparsi in primis dei figli, mettendo in secondo piano l’idea di riuscire anche nella vita professionale. Facendola spesso sentire in colpa del fatto che stia togliendo tempo ai figli”.

Molte donne non possono contare sull’aiuto dei propri genitori, vuoi perché sono lontani, vuoi perché sono troppo anziani, vuoi perché sono ancora lavoratori visto il ritardo relativo alle pensioni. Una persona o una coppia con uno stipendio normale può permettersi un aiuto esterno come una baby sitter o addirittura una tata?

Nel mio caso io non posso permettermi un aiuto continuativo, una professionista costa molto e con uno stipendio base si fa molta fatica ad assumere qualcuno. Volendo puoi rivolgerti a delle ragazze che vogliono guadagnare qualcosa durante gli studi, ma come fai a rivolgerti a qualcuno che non ha le competenze necessarie? Sarebbe fonte di preoccupazione per me. Non mi sentirei tranquilla.  Se dovessi decidere di assumere qualcuno dovrei risparmiare su altri fronti della vita quotidiana come spesa, viaggi, sport, cene durante il week end, ma credo non sarebbe giusto nei riguardi della mia famiglia”.

Se lo Stato volesse intervenire in maniera concreta per fronteggiare il calo delle nascite e aiutare le donne sia sul piano lavorativo che famigliare cosa potrebbe fare? 

Sicuramente un assegno fino alla maggiore età sarebbe perfetto, non solo per i redditi più precari ma anche per quelli più dignitosi.  Perché come dicevo poc’anzi anche se io e mio marito percepiamo uno stipendio medio non ce la facciamo ad assumere qualcuno perché dobbiamo fronteggiare molte spese come mutuo, bollette, auto, assicurazione… Un piccolo aiuto al mese potrebbe fare la differenza e consentire alle mamme lavoratrici di essere più tranquille”.

La scuola può fornire un aiuto, magari organizzando dei laboratori pomeridiani? 

Il sistema scolastico italiano è molto precario, e non credo che sia giusto per un bambino passare l’intera giornata a scuola. Dopo otto ore i bimbi hanno bisogno di svagarsi”. 

Quante volte pensi di doverti licenziare e perché poi non lo fai?

Il pensiero ce l’ho molte volte, specie quando torno a casa stanca la sera e non riesco a dare a mia figlia l’attenzione che merita. Spesso penso che sarebbe più facile rimanere a casa e occuparmi di lei a 360 gradi ma non sarebbe giusto per la mia persona. Ho studiato tanto per diventare la professionista che sono e non sarebbe giusto buttare tutto all’aria. Sarei una donna infelice e non voglio che la mia bambina abbia una mamma infelice. Inoltre non vorrei dare a mia figlia un insegnamento sbagliato. Del tipo che se diventi madre non puoi continuare le tue passioni. Non voglio questo per lei, voglio che un giorno lei sia libera di fare le sue scelte. Proprio come me! Essere mamma sicuramente mi limita in certi aspetti ma mi rende allo stesso tempo felice. Certo che se riuscissi a far combaciare più facilmente questi due aspetti sarei molto soddisfatta”

Cosa possono fare le nuove generazioni per alleggerire il grosso carico di impegni che le mamme lavoratrici subiscono? Cosa possono fare in più di quello che stiamo cercando di fare noi?

Credo che la sfera maschile debba capire la condizione di privilegio in cui vive e lavorare a fianco alle proprie compagne per raggiungere appieno la parità dei ruoli”.

L’azienda può aiutare le proprie dipendenti  a destreggiarsi  tra lavoro e famiglia?

“Sicuramente l’orario flessibile è un grande aiuto! Nell’azienda di comunicazione in cui lavoro, fortunatamente mi consentono un orario più elastico e questo mi agevola parecchio nella gestione dei miei due ruoli”.

Se tu avessi la possibilità di tornare indietro vorresti ugualmente dei figli oppure no?

“Assolutamente si! Sicuramente avrei aspettato un pò di più, visto che ho avuto la mia bimba molto giovane, ma quello che mi dà agni giorno mia figlia è la motivazione che mi fa andare avanti e non mi fa mollare. È il mio primo porto sicuro, l’alba che illumina i miei giorni e mi basta guardarla negli occhi per trovare il conforto e risolvere i problemi che la quotidianità mi presenta”.

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