Musicista professionista? Chiedimi come

di Valeria Iotti

Fare musica è un lavoro: ecco il mantra da ricordare per far valere i propri diritti. Parola di Ilaria Fantin

Ilaria Fantin è una musicista professionista e molto altro. Ha scelto uno strumento, l’arciliuto, il ‘nonno’ rinascimentale della chitarra, quando aveva dieci anni e lo ha portato su palchi e piazze in Italia e in Europa, costruendo intorno progetti musicali e artistici di primo livello. Ha imparato sul campo a difendere la sua professionalità e a integrarla con competenze legate al marketing, alla comunicazione, alla gestione economica e finanziaria dei progetti artistici. Con l’associazione ‘Be Ancient, Be Cool’, fondata nel 2018 con Paolo Cordone, si occupa anche di insegnare tutto questo a chi vuole iniziare a fare arte e musica in modo professionale, per sapersi difendere in un mondo con tante zone grigie e riconoscersi il giusto valore. 

Come si diventa musicisti professionisti?

“Data per scontata la qualità essenziale, saper suonare bene, per essere professionisti è necessario avere una partita IVA o essere all’interno di una cooperativa, cioè avere una posizione fiscale e contributiva ben definita. Il fatto che nel nostro settore ci sia un sottobosco molto grande di persone non inquadrate è un problema: la categoria, per essere rilevante, ha bisogno di avere numeri e individui visibili. Questo si è visto bene durante la pandemia, quando siamo stati rappresentati come gli invisibili, quelli non aiutati, gli ultimi. Sentendo questo, cosa può provare un genitore che sta per iscrivere il figlio o la figlia in Conservatorio?” 

Ilaria Fantin live con Petra Magoni

Per un aspirante professionista del settore, quali sono le competenze da acquisire, al di là di quelle musicali in senso stretto?

Ci sono tante associazioni che si battono per i diritti dei musicisti. ‘Note Legali’, ad esempio, ha istituito un codice deontologico che cita le qualità di base del musicista, per nulla scontate. Quando coinvolgiamo musicisti per un evento della nostra associazione abbiamo bisogno che ci arrivi una risposta immediata di professionalità. Significa essere puntuali e essere corretti, ci vogliono qualità umane fondamentali: la musica non nasce se non c’è armonia, un gruppo o un’orchestra sono società in miniatura, senza accordo la serata non funziona. Siamo anche in anni difficili, dove il pubblico non è abituato ad ascoltare musiche diverse, quindi è necessario avere un approccio anche pedagogico quando si propone qualcosa di nuovo. Non ultimo, bisogna conoscere tutta la parte fiscale del music business, fondamentale perché è quella che ti permette di accedere al mondo professionale. Per questo cerchiamo di organizzare corsi per aiutare i ragazzi e le ragazze a destreggiarsi, a costruirsi una posizione fiscale e contributiva corretta”. 

Quali sono le tipologie di contratto più usate?

Se si è scelto di partecipare a una cooperativa, è questa che segue tutta la parte fiscale e contributiva. Il professionista sa che una quota del cachet va alla gestione fiscale, per i contributi, l’assicurazione, etc. Questo spinge anche a diventare più bravi, per poter chiedere di più; inoltre è rassicurante avere qualcuno che gestisce la committenza e la burocrazia. Se si ha una partita IVA ci si autogestisce, ci si versa da soli i contributi e si chiede di volta in volta un contratto ad hoc. Per quanto riguarda i contratti le tipologie sono molteplici: dipende dal tipo di evento e partecipazione, se si è in Italia o all’estero. Quando facciamo i corsi, leggiamo molti tipi di contratto: è importante perché è l’unica tutela in situazioni a volte opache, dove capita di essere pagati con grandi ritardi o incontrare problemi di ogni genere”.

Avere un agente a cosa serve?

Avere un agente sarebbe l’ipotesi ideale. Ci siamo convinti che tutto sia accessibile, che basti mettere qualcosa on line perché tutto accada, ma non è così. Un artista da solo può arrivare fino a un certo punto. Nei corsi di marketing musicale cerchiamo di spiegare quello che serve per far fronte e reagire alle situazioni in autonomia, ma il contributo di un agente è utile, perché può portare, oltre a una visione, anche una crescita economica e del prodotto. Bisogna imparare a cercarlo, scrivendo l’e-mail giusta di presentazione, creandosi i contatti per arrivare a quello più adeguato per la propria musica. Non abbiamo più gli agenti pionieri degli anni ’80 e ’90, oggi ci sono meno risorse e poca voglia di rischiare, ci vuole un mix di competenza e tanta fortuna, ma credo abbia ancora senso cercarlo”. 

Perché fare tutto questo?

Per quello che rimane nelle persone e nel mondo di un’artista, quando veramente si dà. Pensiamo all’emozione per la recente scomparsa di Monica Vitti, per fare un esempio che mi ha colpito. Quando c’è tanto studio, lavoro, esperienza e talento c’è qualcosa che resta. Per quel qualcosa noi siamo qui e lavoriamo ogni giorno”.

5 CONSIGLI PER CHI VUOLE DIVENTARE MUSICISTA

  1. Studiare, molto, la musica e il proprio strumento. Imparare un metodo e una disciplina senza mai perdere spontaneità.
  2. Intendere la propria arte sempre come un lavoro, con i diritti e i doveri collegati.
  3. Tenere aperta la porta dell’estero: la musica cambia in base a chi la ascolta, per chi ha talento e spessore c’è la possibilità di trovare un pubblico.
  4. Trovare un modo per farsi ascoltare e capire dal pubblico è parte del lavoro del musicista.
  5. Conoscere il music business e la parte fiscale e burocratica del lavoro o affidarsi a chi la può gestire al meglio.
Ilaria Fantin | Musicista professionista

ILARIA FANTIN

Ilaria Fantin (Vicenza, 1986) scopre il liuto a 10 anni e passa i successivi 15 anni a studiarlo al Conservatorio. Stimolata dagli ascolti eclettici dei fratelli maggiori, decide di portare lo strumento su generi diversi. Decisivo è l’incontro con la voce di Petra Magoni, come dimostra la produzione più recente, ‘All Of Us’ (novembre 2021). Collabora con Hersi Matmuja per il duo Hana, dedicato alla musica tradizionale, e con Katerina Ghannudi per il progetto Quintana, che porta la musica rinascimentale e barocca in contesti inediti. Con l’associazione ‘Be Ancient, Be Cool’ si occupa di progettazione, organizzazione e realizzazione di eventi musicali. Direttrice artistica del festival Musica dalle Tradizioni del Teatro Comunale di Vicenza, è anche consulente e docente del Corso di Orientamento, marketing e comunicazione musicale dello stesso teatro. Soprattutto, è una musicista innamorata della musica e decisa a vivere di musica.

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