Giovani contro le mafie, insieme a Libera

di Francesca Campanini

Il professore Gabriele Toso, fondatore del Presidio Matteo Toffanin dell’Istituto Valle a Padova, racconta come lavorare con i ragazzi per la legalità

Formazione, educazione e memoria. Queste sono le parole chiave che muovono le attività del Presidio di Libera contro le mafie dedicato a Matteo Toffanin dell’Istituto Valle, a Padova. A parlarcene è il professor Gabriele Toso, attuale referente del progetto, impegnato nel trasmettere agli studenti i valori della legalità, della giustizia e del senso civico. 

Le esperienze che i ragazzi del presidio hanno fatto nel corso degli anni sono state svariate, particolarmente impattanti secondo il professor Toso sono stati i viaggi della legalità:

Erano organizzati con il Comune di Padova, che permetteva alle scuole, insieme a rappresentanti dell’amministrazione comunale, di andare avisitare luoghi simbolo della lotta alle mafie e a incontrare anche associazioni e persone che lavorano in questi territori. I ragazzi passavano questa settimana, questi cinque giorni, in territori dove si faceva formazione e si incontravano testimoni – e continua Abbiamo incontrato il fratello di Peppino Impastato, per esempio, e il magistrato che ha lavorato con Falcone e Borsellino nell’équipe antimafia

Targa Giovanni Falcone

Oppure ancora i ragazzi che per l’appunto lavorano ancora attualmente in queste cooperative, magari producono mozzarelle o lavorano i campi: lavori umili però di grande dignità e di grande soprattutto riscatto. È un modo per restituire ai cittadini e alla popolazione dignità, restituendo questi territori alla società onesta.

Libera | Presidio contro le mafie dell'Istituto Valle di Padova

Chiediamo a Gabriele Toso quali sono le reazioni che ha visto apparire negli occhi e nelle parole dei suoi studenti in seguito a percorsi ed eventi formativi di questo tipo:

Libera | Presidio contro le mafie dell'Istituto Valle di Padova

Sono emozioni forti, perché le esperienze colpiscono. Non solo emozioni negative ma anche di gioia e di speranza, perché vedono ragazzi come loro, anche se magari non vicinissimi in termini di età ma comunque giovani, che hanno saputo prendere in mano la propria vita, il proprio territorio e dire no a certi comportamenti, dinamiche e modalità che vanno oltre non solo la legalità, ma vanno oltre anche la dignità umana

Suscitare emozioni forti è fondamentale, ma non basta e a sottolinearlo è sempre il professor Toso:

È importante dare ai ragazzi gli strumenti per poter comprendere, capire ed analizzare certe situazioni, altrimenti il rischio è quello di creare magari delle emozioni forti, quindi anche colpire in prima battuta riguardo il contesto e l’argomento che si va a trattare, però con il rischio che ciò di cui si è parlato e trattato non sedimenti nell’intelletto del ragazzo. Per quanto riguarda la mia esperienza, i ragazzi, ovviamente con una formazione e delle esperienze corrette, hanno compreso e hanno capito, hanno magari anche inizialmente rifiutato alcune situazioni, perché non confacenti alla loro normalità, però poi hanno saputo prendere in mano la situazione.

Presidio scolastico Libera | Istituto Valle di Padova
combattere le mafie

A confermarlo è Veronica, studentessa dell’Istituto Valle che fa parte del presidio:

Lo spirito di condivisione, la lotta per la legalità, la speranza in un mondo più giusto, la condivisione e la partecipazione attiva nei progetti realizzati sono valori che ho imparato e che mi porterò avanti per molto tempo. Insomma, per me il Presidio è stato una sorta di seconda famiglia e non mi dimenticherò mai le belle esperienze vissute insieme.

A proposito di senso di condivisione e sforzi comuni per raggiungere gli obiettivi di legalità e giustizia, il professor Toso cita Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, ricordando che:

Movimenti contro le mafie

Un concetto che Don Ciotti esprime spesso è quello del ‘Noi’, significa che è bene l’impegno e l’onestà personali, ma è ancora più importante farlo insieme, lavorare insieme per il bene comune. Ciascuno per il proprio ruolo e la propria caratteristica e identità, non siamo tutti chiamati a essere magistrati o poliziotti, ciascuno combatte l’illegalità con gli strumenti che ha a disposizione e che fanno parte del proprio essere, del mondo che vive.

La storia di Matteo

Il presidio di Libera dell’Istituto Valle è intitolato a Matteo Toffanin, padovano, ventitreenne e vittima innocente di mafia. A tenere viva la sua memoria è Cristina Marcadella, a suo tempo la ragazza di Matteo, coinvolta e sopravvissuta alla missione dei sicari che il 3 maggio 1992 hanno tolto la vita al giovane. A raccontarci questa tragica storia è il professor Gabriele Toso, che proprio grazie alla collaborazione di Cristina Marcadella ha fondato il presidio:

Matteo Toffanin era un giovane padovano con dei progetti di vita. Un ragazzo come altri che un giorno, il 3 maggio 1992, riaccompagnando a casa la propria fidanzata è stato ucciso per uno scambio di persona. Cristina  era con lui: lei è riuscita a salvarsi, lui invece oggi non c’è più. Uno degli scopi dei presidi è proprio quello di portare avanti la memoria delle vittime”. Matteo quel giorno aveva preso in prestito l’auto dello zio per andare insieme a Cristina e agli amici al mare, a Jesolo. Il modello e il colore della macchina che Matteo guidava quel giorno erano gli stessi dell’automobile di Bonaldo Marino, vicino di casa e vero bersaglio dei criminali che, armati di pistole e fucili, hanno aggredito i due giovani innamorati. 

Prosegue Toso: “Con i ragazzi e insieme a Cristina abbiamo fatto un percorso di formazione, abbiamo creato un presidio. I progetti che andiamo a sviluppare guardano proprio a questo: a permettere ai ragazzi di sporcarsi le mani, di toccare con mano cosa vuol dire sociale, essere cittadini attivi e cosa vuol dire anche difendere in qualche modo e presidiare il proprio territorio”. 

Perché anche i ragazzi devono conoscere anche le tragedie, per trovare la forza di unirsi e opporsi alle ingiustizie che esse rappresentano. 

La storia di Matteo verrà raccontata anche nel libro-fumetto in prossima uscita per Becco Giallo “Matteo Toffanin. Quanto può crescere una quercia?”, a cui hanno lavorato Cristina Marcadella, Antonio Massariolo e Giorgio Romagnoni

Libro Matteo Toffanin | Quanto può crescere una quercia

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