I pinguini di Pigafetta conquistano Dubai

di Elisa Santucci

L’istallazione, realizzata dall’artista Margherita Michelazzo, in occasione delle celebrazioni per i 500 anni del primo viaggio intorno al mondo per mare, descritto dal navigatore vicentino, attrazione principale del padiglione del Cile all’Expo 2020.

“ Poi seguendo el medesimo cammino verso el polo Antartico, accosto da terra, venissemo a dare in due isole piene di occati e lupi marini. Veramente non se poría narrare il gran numero de questi occati. In una ora cargassimo le cinque navi. Questi occati sono negri e hanno tutte le penne ad uno modo, così nel corpo come nelle ali: non volano e vivono de pesce”.

Così, Antonio Pigafetta, vicentino, tra i soli 18 superstiti della grande spedizione autrice primo giro del mondo via mare, descriveva quelli che oggi conosciamo come i pinguini di Magellano.

In occasione delle celebrazioni per i 500 della straordinaria impresa, l’artista Margherita Michelazzo, che di Pigafetta è concittadina, ha ideato un singolare progetto che ha per protagonisti proprio gli ‘occati’ descritti dal celebre navigatore e scrittore.

Presentato per la prima volta alla 16° Giornata del Contemporaneo dalla Biblioteca Internazionale “La Vigna” di Vicenza, che lo ha sostenuto fin dalla sua ideazione, l’allestimento, allora solo virtuale causa pandemia, con i pinguini descritti da Pigafetta, accostati alle architetture Palladiane della città, ha suscitato curiosità ed interesse in tutto il mondo, tanto da conquistare il Cile che li ha voluti a tutti i costi, come protagonisti del proprio padiglione all’Expo 2020.

Da Vicenza a Dubai, ci racconta il viaggio dei ‘suoi’ pinguini di Pigafetta?

L’installazione fa parte di un progetto nato a Vicenza, nel 2019, in occasione delle celebrazioni del quinto centenario dell’impresa e del suo cronista, il vicentino Antonio Pigafetta, che trasformò il diario di bordo in un canto universale su terre sconosciute, variabilità umana e biodiversità. La bozza originale prevedeva una performance urbana e architettonica, in forma itinerante per la città di Vicenza, con i monumenti palladiani a fare da sfondo, ma la pandemia ne ha bloccato la realizzazione, se non in forma virtuale. Nell’agosto del 2021, L’Agenzia Governativa ProChile, nella ricerca di una proposta artistica di forte impatto per il padiglione EXPO2020, che includesse i pinguini del sud del Cile, è venuta a conoscenza del progetto e mi ha contattata per avere i pinguini a Dubai.

Che cosa, o meglio, chi sono i ‘Pigafetta Pinguinos?

L’opera consiste in 38 pinguini, alti il doppio del reale: 38 come il numero dei giorni del primo passaggio dall’oceano Atlantico al Pacifico attraverso lo stretto patagonico che avrebbe preso il nome dal suo scopritore, Magellano; 38 sono i gradi di latitudine dallo Stretto di Magellano, al Polo Antartico. Ripetono 5 moduli che alludono a 5 personaggi presenti alla fine del viaggio epocale, 500 anni fa: Carlo V, Francisco Albo, Juan Sebastian El Cano, Antonio Pigafetta e Pietro Martire D’Anghiera.  Si distinguono per la caratteristica C bianca nel capo e righe pettorali parallele che ho potuto vedere, io stessa, da vicino nei pinguini dell’Isla Magdalena, nel cuore dello Stretto di Magellano.

I pinguini di Pigafetta | EXPO 2020 | Dubai
I pinguini di Pigafetta | EXPO 2020 | Dubai

Realizzati a Vicenza, sono già delle star mondiali, che richiamano moltissimi curiosi al padiglione cileno.

Effettivamente, sono gettonatissimi! E pensare che il Cile, inizialmente, aveva rinunciato all’esposizione universale, ma poi ha deciso di presentarsi all’ EXPO20 con un progetto dedicato al tema delle problematiche ambientali e del futuro del pianeta dove i PigafettaPinguinos si collocano perfettamente. I visitatori sono attratti dall’impatto visivo, ma anche emotivo creato dall’opera e dalla storia che essi testimoniano: un’incredibile avventura, il primo viaggio per mare attorno al mondo, ricca di aneddoti affascinanti e suggestivi.

Perché i PigafettaPinguinos sono testimonial perfetti del tema dell’Expo ‘Connecting minds, creating the future’

L’opera appare come una testimonianza di antichi e nuovi legami con le Terre antartiche per viaggi futuri non di conquista, ma di protezione del nostro pianeta, in imprese internazionali di cooperazione. I pinguini sono simbolo di “adattamento al cambiamento”: creati per volare, hanno imparato a nuotare. A rischio estinzione, invitano a percorrere nuove vie di sviluppo sostenibile.

Questo anche in virtù dei materiali scelti per la realizzazione dell’opera?

Infatti, i pinguini sono realizzati col legno di abete rosso delle foreste venete abbattute dall’uragano Vaia, riciclato con tecnologie innovative, trasformato in pannelli X-LAM per la bio-edilizia, garantito nella sua identità, attraverso la certificazione PEFC. Sono colorati con vernici BIO da materie prime di origine vegetale, rinnovabili, atossiche ed ecologiche. Ripropongono, quindi, anche la tematica del l’importanza del riciclo e della filiera del legno per un futuro sostenibile dei boschi e delle foreste, in un’ottica di miglioramento dell’ecosistema globale attraverso ‘rotte’ innovative.

Un’opera frutto di molto studio, ma anche di un importante lavoro di squadra..

Confesso che, quando ho ricevuto l’invito ufficiale, da parte del Cile, a partecipare con l’opera, che di fatto, materialmente, non esisteva, mi sono detta: e ora, che si fa? Per fortuna, ho trovato la piena disponibilità delle ditte artigiane locali: la realizzazione in tempi strettissimi è frutto di una rete  straordinaria di collaborazione tra imprenditori diversi pronti a trasformare una proposta artistica celebrativa locale, in una occasione internazionale di relazioni e di “connecting minds” tra Arte, Territorio, Scienza e Tecnologia. I PigafettaPinguinos, dalle foreste venete devastate dall’uragano Vaia, all’Esposizione Universale di Dubai dimostrano che l’arte non ha confini, se si fa rete.

I pinguini di Pigafetta | EXPO 2020 | Dubai
I pinguini di Pigafetta | EXPO 2020 | Dubai

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1 commento

Margherita Michelazzo 24 Febbraio 2022 - 07:50

Ringrazio la redazione per l’attenzione ed Elisa Santucci per l’articolo coinvolgente, documentato e capace di suscitare curiosità, come mi è stato riferito da più parti.

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