Bambini e verdure

di Alessia Da Canal

Con un po’ di furbizia e conoscenza si riesce ad appassionarli

Bambini e verdure. Un argomento spinoso per le mamme che non sanno mai come dare le verdure ai loro piccoli.

“Alcuni sono abituati a mangiare cucina vegetale – racconta Alessia Toniolo, contitolare con il fratello del ristorante GingerGi – ma non tutti.

GingerGi(oia) - Alessia Toniolo

Anche qui capita che qualcuno chieda la cotoletta con le patatine e noi gliela facciamo, anche se un po’ li imbrogliamo!
È capitato proprio l’altro giorno con due gemelline. Alla fine ho chiesto loro se fosse piaciuta.

Quando mi hanno detto di sì, ho raccontato loro che hanno mangiato la cotoletta di sedano-rapa. Era stupita anche la mamma, perché mai prima di allora avevano mangiato questa verdura.

Ma facciamo anche le polpette con il sugo senza carne, cercando di dare la stessa consistenza e i bambini le mangiano sempre volentieri. A quelli più perplessi facciamo leggere il libro del T-Veg che dimostra di essere un dinosauro forte anche se mangia le verdure.

Ci sono tanti libri che spiegano cosa sono le vitamine e ricette che si possono fare con i genitori”.

Anche nei bambini sta crescendo l’educazione al cibo, c’è interesse e le famiglie riescono a tramettere questo valore.

Piccoli totalmente vegani e vegetariani ne vedete?

Bambini e verdure

“Sì, ne vediamo. Abbiamo alcune famiglie di clienti abituali. Spesso sono loro a chiederci il PJ, il Pulled jack, panino con salsa barbecue, con il jackfruit un po’ speziato. Ai bambini piace molto.

Chiaramente se un bambino cresce in famiglia vegetariana o vegana è abituato. Adesso è stato anche sdoganato lo svezzamento vegano. Ci sono nutrizionisti che seguono i bambini fin dallo svezzamento non facendo loro mangiare carne”.

Quando voi guardate un po’ tra i tavoli le reazioni dei commensali notate che c’è curiosità nell’assaggiare qualcosa di particolare, di nuovo o ci sono espressioni discriminatorie, anche simpatiche, la battuta…

“C’è qualcuno che entra un po’ titubante – prosegue Alessia – Facciamo ad esempio degli spaghetti cacio e pepe.

Qualche giorno fa sono entrati dei clienti per lavoro e hanno scelto la nostra cacio e pepe. Alla fine abbiamo chiesto loro se erano piaciuti. Al loro “Buonissimi!” ho detto che erano senza cacio.

Mi hanno risposto che loro per lavoro viaggiano spesso, anche a Roma, mangiano spesso la cacio e pepe e questi non hanno nulla da invidiare al classico spaghetto romano.

Ma il classico è “La fidanzata mi ha trascinato a mangiare vegano, troverò qualcosa?” La volta dopo sono loro a chiedere alla fidanzata di riportarli!”.

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