Tutti protagonisti

di Maria Silvia Cabri
Tutti protagonisti

L’esperienza della Cooperativa sociale Nazareno di Carpi (Modena)
con l’orto biodinamico che coinvolge i ragazzi con fragilità

Si parte da una metafora: il contadino quale ‘custode’ della fertilità del terreno che gli è stato affidato e che coltiva, per preservarne le migliori condizioni.

A questo si ispira il progetto di agricoltura sociale che dal 2017 è portato avanti dalla Cooperativa sociale Nazareno di Carpi (Modena), volto a coinvolgere attivamente e rendere protagoniste le persone con fragilità di vario genere.

Nella coltivazione dell’orto biodinamico, con tutte le attività annesse, dalla semina al raccolto, alla preparazione delle cassette e dei sacchetti per la vendita (una parte dei prodotti viene settimanalmente consegnata alla Caritas diocesana), i protagonisti sono loro, i ragazzi con difficoltà: abituati ad essere accuditi, diventano loro stessi i “custodi” della fertilità del terreno che coltivano. 

E in questo modo, prendendosi cura delle piante e dell’orto, riportano la cura verso se stessi.

L’orto è stato realizzato in un appezzamento di terreno sito a Villa Chierici, sede della Cooperativa sociale Nazareno, dall’estensione di 5,6 ettari da destinare a coltivazione di prodotti biodinamici.

“L’approccio biodinamico – spiega Claudia Caffagni, referente del progetto di agricoltura, fortemente voluto e sostenuto da monsignor Francesco Cavina, vescovo emerito di Carpiconsente di realizzare attività diversificate, con vari livelli di difficoltà, e in questo modo possono essere coinvolte persone con differenti tipologie di svantaggio”.

“Per le nostre produzioni orticole – prosegue Claudia – abbiamo scelto come nome ‘Buccia’, perché è in piena sintonia con i principi della coltivazione biodinamica cui ci ispiriamo. Nell’agricoltura convenzionale, la buccia è considerata uno ‘scarto’. In realtà rappresenta una parte essenziale del cibo, svolge una funzione di protezione e ha valore nutrizionale. E il logo è stato disegnato da uno dei nostri ragazzi!”.

Costante è la collaborazione tra la Cooperativa A (assistenza alla persona) con la Cooperativa B (inserimento lavorativo): “La Cooperativa B provvede all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate che vengono indirizzate alla Nazareno Work dai servizi sociali e sanitari del territorio e poi vengono assunti e retribuiti per il lavoro che svolgono.

L’obiettivo è quello di diversificare il più possibile le proposte lavorative per consentire ai ragazzi di essere assunti e di lavorare in contesti vicini alla loro peculiarità e condizione. A loro si aggiungono i ragazzi che sono accolti in tirocinio formativo”.

“Lavoriamo in uno spazio aperto, educativo, con un approccio occupazionale. Questo porta i ragazzi ad essere più legati alla natura e insegna la dimensione del ‘tempo’, dell’attesa.

Si semina, si aspetta, si vede la piantina crescere, ci si confronta con il caldo, il freddo, con il timore di perdere il raccolto per una grandinata (come è successo l’anno scorso), e la gioia poi di vedere il frutto del proprio lavoro.

Raccoglierlo, pulirlo, preparalo e poi proporlo alle persone, magari spiegando la sua origine. I ragazzi sono felici e gratificati: tutti sono protagonisti nel rispetto delle diverse tempistiche e delle differenti fragilità.

Seguendo dunque i ritmi della natura e, al tempo stesso, i ritmi speciali di ogni persona che lavora all’orto”.

www.nazareno-coopsociale.it

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