Truffe affettive

di Alessia Da Canal

Diventate investigatori per non cadere nelle mani
di chi potrebbe far leva sui vostri sentimenti

Nell’epoca dei rapporti virtuali, on line, stanno aumentando in modo preoccupante anche le truffe affettive. Non necessariamente amorose, ma che fanno leva sui buoni sentimenti o su prospettive allettanti, come l’idea di poter ricevere del denaro.

La più classica è la signora che riceve una richiesta di amicizia da parte di un uomo piacente (o viceversa). Le chat si fanno via via più intime, finché comincia la richiesta di denaro per motivi legati ad investimenti, alla famiglia o ad altre storie inventate ad arte. E lei (o lui) ci cascano in pieno, perché si innamorano e credono di essere realmente corrisposti in questo sentimento.

“Tutti possiamo essere potenziali vittime di truffe affettive” – ammonisce la dottoressa Laura Baccaro, psicologa, criminologa dell’Associazione Psicologo di strada. “Tra le persone che seguiamo ci sono persone giovani, laureate, con un certo bagaglio di cultura ed esperienza.

Una signora ha perso 300 mila euro in pochi mesi ed è rimasta senza casa – racconta – a seguito di una separazione conflittuale. La donna è andata in depressione e si è rivolta ad un ‘mago’ per far tornare il suo amore.

Nel meccanismo si è inserita un’altra donna, che ha raccontato quanto questo ‘professionista’ fosse bravo e che è diventata l’intermediaria di questo meccanismo. A lei la signora versava il denaro, in cambio di qualche segnale di riavvicinamento”.

L’associazione Psicologo di strada è attiva da una decina d’anni e nasce, con l’Avvocato di strada, per tutelare i diritti delle persone nei reati di stalking e violenza nelle relazioni affettive o anche in ambito lavorativo.

“Siamo sempre sulla strada anche adesso, nel cyberspazio. Per questo abbiamo aperto uno sportello per la consulenza di cybercrime e truffe affettive online”. Truffe che sono internazionali. Una persona di Padova può essere truffata da una qualcuno che sta a New York.

In genere alle spalle ci sono vere e proprie bande nelle quali ciascuno recita una parte e sa esattamente come replicare ad ogni situazione, per riuscire a carpire la fiducia del malcapitato/a. Può anche capitare che non ci chiedano soldi, ma che vogliano darcene. E in questo modo sottrarci dei dati importanti, come il codice fiscale o l’IBAN.

“È una truffa banale, vecchia come il mondo che fa leva sull’anima buona, sulla poca autostima o sull’avidità delle persone. Non date mai i documenti a chiunque. I truffatori sono competenti nelle tecnologie informatiche. Molto spesso le donne sono agganciate da donne, anche se come criminologa vado oltre il genere”.

Cosa fare quando si capisce di essere caduti nella rete?

“Se uno viene truffato in Italia, poiché non ci sono trattati internazionali, i soldi non li recuperi. Sono traffici di denaro importanti, anche bonifici di 10 mila euro al mese. L’unica cosa da fare è denunciare alla Polizia Postale”.

Che consiglio possiamo dare, in generale, per evitare questo genere di truffe?

“State lontani dai profili che non conoscete e che vi contattano, soprattutto se sono troppo belli per essere veri. Oggi vanno di gran moda i medici, i militari… non sono profili veri!

Quindi drizziamo le antenne, facciamo un po’ di indagini – consiglia Laura Baccaro – e se avete dei dubbi contattateci. Noi ci siamo per aiutarvi con una consulenza gratuita”.

www.psicologodistrada.it

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