La scelta di una società benefit

di Micaela Faggiani

Il 10% degli utili delle aziende facenti capo all’imprenditrice trevigiana
Marina Salamon per statuto vanno ad associazioni no profit

Marina Salamon è un’imprenditrice illuminata, da sempre.

Nel trevigiano ha fondato Altana Spa, tra le maggiori aziende europee di abbigliamento per donna e bambino, dove attualmente riveste la carica di presidente, mentre nel milanese è Presidente e azionista di maggioranza di Connexia, agenzia indipendente di marketing e comunicazione.

Nel 2014 è stata azionista di maggioranza di Save The Duck primo produttore di piumini animal free. Tutte le società di Marina Salamon fanno capo alla sua holding di partecipazioni Alchimia Spa, controllata al 100%, e inclusa nel report Mediobanca tra le 180 aziende leader in Italia. Marina Salamon è inoltre vicepresidente di Illycaffè nonché consigliere di Morellato Spa.

Per oltre un decennio è stata consigliere nazionale del WWF. L’abbiamo intervistata perché, oltre a tutto questo, la sua Altana è una società benefit. Ossia, per statuto l’azienda si è assunta un impegno totale per la sostenibilità e la responsabilità sociale d’impresa, partendo dalla donazione del dieci per cento dei propri utili a enti no profit e passando per una rigida certificazione sul rispetto ambientale e delle persone, a partire dalle condizioni di lavoro di tutta la filiera.

Solo per fare un esempio, tutti in azienda riciclano la carta, scrivono nella parte bianca dei fogli stampati, viene naturale. Come naturale, insito nel dna di Marina, è proprio la responsabilità sociale d’impresa che lei definisce “l’etica del suo lavoro” che ricerca fin da quando era studentessa a Cà Foscari a Venezia, quando studiava il modus operandi di Adriano Olivetti e le differenze con gli altri imprenditori.

La scelta di una società benefit - Maria Salomon
Marina Salamon

“Dall’esempio di Olivetti o di altri imprenditori etici locali come Rossi per il tessile o Marzotto ho cercato di unire pezzi di volontariato nella mia vita a servizio di associazioni che mi hanno insegnato tanto… anche se non nego che è quasi più faticoso mettersi a servizio del volontariato che governare un’impresa.

Qui infatti hai un ruolo chiaro e ti ascoltano proprio per il tuo ruolo, nel no profit magari sei in minoranza.

Questa cosa però mi ha insegnato molto.

Per anni sono stata consigliere del WWF a nomina internazionale e dedicavo varie giornate in un mese a questo impegno.”

Il volontariato mi ha insegnato a usare il denaro con pudorecontinua la Salamon – a non tirarlo fuori dalle aziende se non per quello che era necessario per vivere, a lasciare dentro gli utili a servizio dei progetti e dei momenti difficili. Da qui è nata la scelta di destinare il 10% degli utili dell’azienda ad associazioni no profit che abbiamo sperimentato in Save The Duck e poi esportato sia in Connexia a Milano sia in Altana a Treviso.”

Niente di nuovo sotto il sole però, ci tiene a precisare Marina Salamon. La società benefit non se l’è certo inventata lei che fa solo quello che la legge le permette, il tetto massimo di donazioni che possono entrare nei conti di un’azienda.

“Noi doniamo – continua l’imprenditrice – stando attenti a correggere i budget in corso d’opera, guardando a quello che presumibilmente sarà l’utile prima delle tasse, che è quello che si può donare. L’extra si può fare in qualsiasi altro momento con altre implicazioni.

A chi destiniamo questo 10%? Ad associazioni di cui personalmente mi fido, di cui ho studiato i bilanci e so come lavorano. Con dei focus molto precisi ossia le donne, i bambini e l’educazione che per me sono le priorità. Un bene che ritorna all’azienda e alle persone che si sentono di far parte di una squadra – sottolinea l’imprenditrice trevigiana – se ovviamente l’azienda è corretta.

Credo che il desiderio di andare a lavorare in un luogo piuttosto che in un altro non derivi solo dallo stipendio o dalla carriera ma anche dalla condivisione di alcuni valori fondamentali. E questa trasformazione in società benefit non è solo una dichiarazione di principi, ma è vita”.

www.alchimiahouse.com

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