Giovani caregiver, un film per abbattere i tabù

Samuel si prende cura del padre affetto da schizofrenia e convinto di essere il re di Atlantide. Quando Cleo entra nella sua vita, il ragazzo si rende conto che non deve sentirsi in colpa nel voler vivere la propria vita, ma l’amore per il padre rende la libertà una conquista difficile. È la trama di King of Atlantis, un film inedito in Italia, che l’associazione Comip propone alle scuole (e a tutte le persone interessate) per accendere un faro sui giovani caregiver. La pellicola si ispira ad una storia vera per rompere il tabù sulla salute mentale e accendere una luce sulle vite nascoste di tanti ragazzi che diventano, loro malgrado, “caregiver” dei loro genitori, portando sulle proprie spalle pesi che non dovrebbero sostenere da soli.

“Oggi portiamo film come questo nelle scuole perché la salute mentale appartiene a tutti e restituire la parola alle nostre storie vuol dire fare prevenzione. Quella che è mancata a noi”. Questo il commento di Stefania Buoni, promotrice dell’iniziativa. Lei, che ha 41 anni ed è figlia di genitori con un disturbo psichico, nel 2017 ha fondato l’associazione Coimp, Children of Mentally Parents.

Il problema è tutt’altro che ristretto… In numeri assoluti l’Istat stima che i giovani caregiver in Italia sarebbero 391 mila, il 6,6% dei giovani tra i 15 e i 24 anni, una cifra quasi raddoppiata rispetto al 2015, senza contare gli effetti del Covid.

Fuori la Voce ha seguito in particolare la storia di Paolo Piccoli, 48 anni, affetto da Malattia di Alzheimer. Prima di essere ricoverato in una residenza per anziani, erano la moglie Michela e i due figli piccoli, Andrea e Mattia, a prendersi cura di lui e dei suoi vuoti di memoria, anche nelle operazioni più banali, come lavarsi o attraversare la strada. Per il suo impegno Andrea è stato anche nominato Alfiere della Repubblica.