È una crisi senza precedenti

di Micaela Faggiani
È una crisi senza precedenti - Emilia Laugelli

Parla la responsabile del servizio inOltre, istituito in piena crisi economica

InOltre è nato nel giugno del 2012 in piena crisi economica. È un servizio psicologico attivo h24, sette giorni su sette.

800 33 43 43

A questo numero verde rispondono degli psicologi esperti che si occupano un po’ di tutti i temi sociali. Venne attivato all’epoca per aiutare gli imprenditori in crisi anche a seguito del crack delle banche venete, ma dal 19 marzo è dedicato all’emergenza sanitaria.

“In questi ultimi dieci mesi abbiamo fatto un terzo delle chiamate degli ultimi nove anni – ricorda la responsabile Emilia Laugelli -. A fronte di 11799 interventi da quando siamo nati, 3800 sono negli ultimi dieci mesi.

A marzo e aprile abbiamo lavorato ininterrottamente giorno e notte, con colloqui psicologici di almeno venti minuti. Sono numeri veramente alti, essendo questa una finestra sul mondo siamo riusciti ad accompagnare uomini e donne che altrimenti sarebbero caduti in uno stato psicologico di prostrazione e sofferenza”. 

C’è un’emergenza lavorativa?

“Abbiamo il sentore di fare un passo all’indietro e la paura di tornare ai temi per cui siamo nati, assistere ed accompagnare persone sopraffatte dalla crisi economica.

È una crisi senza precedenti - Emilia Laugelli

Abbiamo conosciuto moltissime donne, per esempio, che vivevano di lavoro alla giornata, facendo pulizie o come badanti, chi comunque arrotonda per mantenere la famiglia, donne sole con figli, anche uomini senza contratto. Sono situazioni di grandissima drammaticità. Noi lavoriamo tantissimo con i servizi sociali dei comuni – prosegue Emilia Laugelli -.

Le richieste di aiuto non sono solo di tipo psicologico, altrimenti perderemmo la nostra funzione specifica.

Adesso ci sono decine e decine di famiglie che chiedono di avere gli alimenti e noi li indirizziamo verso i servizi sociali per i bonus spesa o verso Caritas e Croce Rossa.

Stiamo vivendo una fase nuova che non assomiglia a nessuna era sociale della comunità. Chi era fragile è ancora più fragile. Quando sarà data la possibilità di licenziare ci troveremo con un’ondata di nuovi poveri che mai avrebbero pensato di trovarsi in questa categoria.

Arrivano molte richieste anche dai ragazzi, attraverso storie che narrano le mamme. Raccontano che nei loro figli in fase adolescenziale la DAD ha generato ulteriore chiusura. Ragazzi che hanno il mondo davanti ma sono fuori dal mondo, proprio quando stavano sbocciando i primi cenni di relazioni extra famigliare.

Adesso i servizi per l’adolescenza hanno tanto da fare per aiutare le famiglie che si sono trovate senza strumenti. Io consiglio alle famiglie di tenere i figli aggiornati rispetto a quello che sta accadendo, ma senza alzare la soglia dell’angoscia.

E nel caso rivolgersi ai servizi sociali sanitari, al medico di medicina generale. Quando ci si sente e si vede tutto nero chiedere aiuto è la cosa più importante”.

www.servizioinoltre.it

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