Dal set al prelievo

di Micaela Faggiani

I giovani attori Pierpaolo Spollon e Miguel Gobbo Diaz sono i nuovi testimonial di ADMO Veneto. Entrambi si sono sottoposti ad un esame del sangue per diventare potenziali donatori di midollo osseo.

Due volti noti del grande schermo, due giovani attori veneti che hanno scelto di entrare nella grande famiglia dei donatori di midollo osseo attraverso un semplice esame del sangue per donare, potenzialmente, una parte di sé.

Sono Pierpaolo Spollon e Miguel Gobbo Diaz, padovano uno, vicentino l’altro. Entrambi sono protagonisti di serie tv della Rai note al grande pubblico. Il primo nei panni di uno specializzando in “Doc” e protagonista di “Che Dio ci Aiuti”, il secondo al centro di “Nero a metà” la fortunata serie a firma di Claudio Amendola.

A distanza di pochi giorni entrambi si sono recati nel centro trasfusionale di riferimento della loro città per tipizzarsi, come si dice in gergo. E noi li abbiamo seguiti, fotografati ed intervistati “a caldo”.

Loro ci hanno premiato con il loro sorriso, simpatia, empatia anche nei confronti del personale sanitario dei due ospedali con il quale non sono mancati i selfie e le fotografie. Con un po’ di fifa in corpo Spollon si è sottoposto all’esame del sangue sorridendo della sua paura e del colore del suo sangue, coccolato, nel vero senso della parola, dalle infermiere del centro trasfusionale di Padova.

“Detto fatto come recitava quella famosa pubblicità – ha commentato Spollon direttamente dal lettino – al primo colpo è andata bene. È stato niente più niente meno che un rapido prelievo del sangue”.

Alla domanda se ora si senta un supereroe, l’attore padovano non ha mancato di scherzare.

“Beh adesso che me l’hai detto potrei anche un po’ sentirmici… no, è bello, è la sensazione di poter fare qualcosa potenzialmente utile per altre persone. In America dicono Made my day ossia ho fatto la mia giornata. Bene oggi ho fatto la mia e sono contento”.

Miguel, in arte Malik – come ha ben ricordato l’infermiera dell’ospedale di Vicenza che gli ha fatto il prelievo – ha spiegato come è arrivato a questa scelta.

“Ci ho pensato molto e mi sembrava la cosa giusta da fare. Tipizzarsi è la cosa più importante perché aiutare qualcun altro che magari è in difficoltà e che ha bisogno di una donazione è una cosa unica.”

Quanto al suo sentirsi supereroe Miguel ha commentato “Non mi sento un supereroe, mi sento solo di aver fatto la cosa giusta.”

Entrambi ora saranno testimonial di Admo Veneto, esempi per altri ragazzi che, grazie anche al loro gesto, potrebbero avvicinarsi al dono di sé. 

“Io il prelievo quasi quasi volevo farmelo da solo! È che ho detto: va bene, non voglio andare a togliere il lavoro ad altre persone! – queste le parole di Spollon ricordando la sua veste di specializzando in Doc – Macchè! Per fortuna mi hanno lasciato guardare a destra! Anzi devo dire che le infermiere sono state bravissime e che a Padova hanno delle mani delicatissime!”

E ancora “Io ho fatto semplicemente il primo passo, semplicissimo. Ora sono un tipo tipizzato ecco, ed è una cosa semplicissima.

Con un prelievo di sangue si aprono delle possibilità molto importanti per chi può averne bisogno… tra le altre cose nessuno ti obbliga a fare nulla, quando si viene tipizzati si scopre se si può essere utili per altre persone e al momento uno se se la sente lo fa”.

“Se l’ho fatto io – ha spiegato Gobbo Diaz – allora assolutamente possono farlo tutti. È un semplice prelievo di sangue. L’unica cosa che dico è: pensateci bene, perché dovete essere sicuri, per il resto è molto semplice. Venite qui fate un prelievo, parlate con dei medici fantastici che vi spiegano tutto il percorso che farete in tranquillità e saranno qui pronti per aiutarvi. E poi naturalmente si salvano le vite ed è una cosa bella”.

Un gesto che, come ha sottolineato anche dal lettino di Padova Pierpaolo Spollon, si può fare in tranquillità, anche in periodo di pandemia. “Come avete potuto vedere anche nel mio caso, sono state prese tutte le precauzioni necessarie.

Io a maggior ragione devo stare molto attento per il lavoro che faccio, avendo una grande responsabilità rispetto a molte persone che lavorano con me sul set… quindi se lo faccio io che sono 10 volte più attento rispetto alla media lo possono fare tutti!.”

E, visto il gesto eroico nella normalità, non è mancato – così come richiesto dall’attore padovano – anche un ironico attestato di coraggio con caramella annessa. Così come un regalo per l’attore vicentino, da parte di una volontaria dell’associazione, di gadget e libri marchiati ovviamente Admo, per ringraziarlo di essere entrato ufficialmente in questa famiglia allargata all’insegna del dono.

www.admoveneto.it

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