La moto è una passione senza genere e senza limiti

di Francesca Campanini

A dirlo è la motociclista professionista Francesca Gasperi, qualificata per il prestigioso rally Dakar e attiva nei settori della mototerapia

Ha quarantotto anni, è giornalista, fotografa e motociclista professionista. Francesca Gasperi partecipa a gare internazionali come il Transanatolia e l’Andalusia rally, vive in sella alla moto da quando ha diciotto anni, crede fermamente nella sua passione, che utilizza anche a scopi benefici partecipando a iniziative di mototerapia.

Sulla sua moto, comprata nel 2019 dopo aver corso con essa proprio in Turchia, c’è stampato il suo motto: “Never stop dreaming”, che rispecchia la visione entusiasta di questa professionista.

Non ci sono freni alla passione, sostiene convinta e commossa quando le si chiede a cosa pensa quando le si parla di limiti: “Quello che vorrei dire è di non smettere di sognare.

Tantissime donne mi dicono ‘Ah sarebbe piaciuto tantissimo andare in moto anche a me!’ e io dico ‘Perché non lo fai?’ – ‘Perché ho 45 anni’ – ‘E allora?’. Insomma, non c’è un’età o un genere per andare in moto, è una passione e come tutte le passioni secondo me vanno vissute con il cuore e non con la testa”.

Le difficoltà, in uno sport impegnativo come il motociclismo ovviamente ci sono, specifica Francesca Gasperi. Dal punto di vista della conformazione fisica le donne possono incontrare degli ostacoli, ma nemmeno questo è un motivo valido per lasciarsi dissuadere dal realizzare i propri sogni, perché per rimediare a questo c’è il lavoro sodo e l’affinamento della tecnica.

A livello professionale ovviamente ci vuole talento, come in tutte le cose. Poi sicuramente noi siamo svantaggiate per via di alcune conformazioni fisiche, è normale. Perché comunque la moto è alta, è pesante, però una volta che hai la tecnica si superano molte cose: se la moto va giù, anche se pesa duecento chili, con una tecnica particolare riesci a tirarla su. Ѐ chiaro però che ci vuole una preparazione fisica adeguata”.

Francesca Gasperi

Ѐ innegabile poi che l’essere donna comporti delle conseguenze non solo sul piano fisico, ma anche su quello dei rapporti che si instaurano nel mondo del motociclismo, Francesca Gasperi infatti è un’istruttrice e i suoi allievi sono principalmente uomini.

Nonostante le “battutine” e la diffidenza, soprattutto agli inizi della sua carriera nel settore, lei si dice contenta del contesto in cui lavora: “L’importante è quando ti metti il casco, accendi la moto e vai.

Purtroppo devi dimostrare sempre un po’ di più rispetto agli uomini che comunque la moto la sai portare, ma va bene così…

Nonostante si trovi a proprio agio con i suoi colleghi maschi, Francesca Gasperi vuole sfatare il mito che il motociclismo debba essere un universo maschile: lei stessa è la prova del contrario e con il suo lavoro ha come obiettivo quello di coinvolgere sempre più ragazze, anche attraverso il riferimento alla solidarietà femminile, che sta felicemente sperimentando grazie al supporto da parte di tantissime donne.

Perché, come puntualizza: “Devo dire la verità: mi stanno meravigliando! Sto trovando delle donne stupende, che mi stanno supportando, anche se non sono motocicliste, e questo mi fa un immenso piacere. Questo è uno sport prevalentemente maschile, faticoso fisicamente, però ci sono sempre più donne appassionate. Ed è molto bello vedere le donne in moto, perché è una disciplina dura, che forma molto, ma non si perde la femminilità anche se si va in moto, questo è il discorso”.

Convinta di ciò, Francesca Gasperi lavora per mettere a disposizione le sue esperienze e fare da modello a tante giovani di cui, dice, vorrebbe diventare la “mamma” dal punto di vista professionale; lei che mamma lo è già di un diciannovenne, che a sua volta ha ereditato la passione motociclistica e che è molto orgoglioso della figura materna al suo fianco.

Francesca Gasperi

Oltre che a queste imprese, le attenzioni e le energie di Francesca Gasperi sono rivolte anche alle iniziative sociali che fanno della mototerapia un potente strumento di riscatto e una fonte di esperienze preziosissime per le persone con disabilità. 

Un esempio è la sua partecipazione come fotografa al progetto del campione di motocross freestyle Vanni Oddera di far cavalcare la moto ai bambini ospedalizzati:

Vi assicuro che vedere questi bambini portati in sella ad una moto elettrica – perché ovviamente in ospedale non si può andare con i motori – a sentire l’aria, la velocità, l’adrenalina…

Per loro che sono chiusi in questi ospedali queste sono cose meravigliose. Veramente è stata un’idea formidabile, perché questi bambini hanno bisogno, ma non solo i bambini, mi correggo: anche i genitori, hanno bisogno di avere un po’ di movimento, un po’ di ‘casino’, nel reparto.” – commenta Francesca Gasperi.

Le attività, le corse, i rischi, le energie impiegate… Per Francesca Gasperi tutto ciò proviene da un’unica fonte: la passione. Lei la concepisce come illimitata e totale, commovendosi quando ci pensa. “Io lo dico sempre: la mia più grande paura è quella di smettere di andare in moto, quindi in realtà non ho mai avuto veramente paura. Mi è capitato anche di fare incidenti brutti con la moto, ma non ho mai pensato di smettere”.

La nuova edizione del Transanatolia rally, le gare del campionato italiano a cui sta attualmente partecipando, il periodo di preparazione su dune e sabbia per il prossimo rally Dakar e, sperando di trovare sponsor che la sostengano, il rally d’Algeria. Questi sono gli appuntamenti prossimi e non di certo ultimi, perché Francesca Gasperi non ha intenzione di fermarsi e anzi si trova proprio nel vivo della sua carriera, che è anche la sua passione.

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