Chiara, salita in Veneto a 48 anni, per cercare lavoro

di Alessia Da Canal

“Ho pianto leggendo il vostro articolo sulla ricerca del lavoro.
Ma ora ho ritrovato il mio sorriso”

Chiara Puglia ha letto il nostro articolo che raccontava le difficolta di trovare lavoro da parte di giovani e meno giovani, tanto più nel periodo della pandemia. E ci ha scritto perché si è emozionata rivedendo in ogni parola degli intervistati la sua storia lavorativa, dai 16 anni in poi.

La nostra lettrice ha 48 anni e da pochi mesi ha scelto di lasciare Taranto e i suoi affetti più cari per cercare un lavoro al Nord, in Veneto. La incontriamo a San Donà di Piave, dove ha trovato una stanza in affitto.  

In passato aveva gestito anche un piccolo supermercato di proprietà, ma con la crisi dell’Ilva in tanti hanno dovuto chiudere. Il suo ultimo lavoro, impiegata in una concessionaria d’auto, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Per questioni di gelosia interne, dopo un periodo di mobbing, si è sentita dire da un giorno per l’altro che la sua mansione d’ufficio sarebbe cambiata: avrebbe fatto le pulizie.

Ho avuto un primo attacco di panico e sono andata via – racconta Chiara -. Il medico mi aveva prescito un tranquillante, l’ho preso per due giorni, poi ho detto ‘questa non sono io. Devo reagire’. Presa dalla rabbia ho chiamato la mia amica che vive in Veneto e le ho detto ‘o mi aiuti o mi butto dal quarto piano’ e  lei mi ha detto ‘vieni qui, c’è lavoro’. Purtroppo mi sono trovata con la situazione del Covid, ma i vari ‘no’ sono arrivati non perché non avessi competenze, ma per l’età.

Non c’è aiuto da parte dello stato soprattutto per le donne che vanno dai 40 ai 50 anni. Siamo quella via di mezzo, da mettere da parte”. 

Se è difficile trovare lavoro al Nord, immagino al Sud…

In verità la situazione è paradossalmente simile, ma con una differenza: il lavoro sottopagato. Lavoravo nove ore al giorno come impiegata per 750 euro al mese. Qui in Veneto riesci a prendere 1200-1300, anche 1400 euro. Un po’ di dignità il Nord te la dà”

Sono tante anche le imprese del Sud che chiudono perché la gente non paga… Ma è vero? 

“E’ così, non paga perché non riesce a mettersi al passo. Il Veneto ad esempio ha un’occasione in più per chi è in stand by, con l’assegno per il lavoro. Al Sud non sanno nemmeno cosa sia. Sono dei soldi erogati dalla Regione Veneto, virtuali, virtuali, a disposizione della persona disoccupata per rimettersi in gioco. La persona disoccupata può scegliere per fare dei corsi. Io avevo fatto un corso di back office, avendo studiato ragioneria. E’ un’opportunità per cambiare lavoro e migliorare”. 

Cosa ti manca di più del Sud? 

Mia figlia, le mie amiche. Qui ho cambiato anche stile di vita; avevo una macchina, ora vado in bici, a piedi o in autobus. Ma mi sono innamorata del Veneto perché c’è un elemento che mi ricorda la mia Puglia, il mare. E quando sono giù di morale scappo a Jesolo o a Eraclea Mare per fare una passeggiata”.     

Ma adesso hai un lavoro che ti dà serenità serena, almeno…  

“Ho trovato un lavoro e ho trovato un datore di lavoro eccezionale poco lontano, a Caorle. Marco è una persona bellissima, pochi hanno questa umanità. Al colloquio mi ha detto ‘Io voglio che i miei dipendenti stiano tranquilli e lavorino tranquilli, perché anch’io sono stato dipendente e quindi so che cosa significa’”.  

Chiara girerà i mercati del Veneto orientale con un mezzo attrezzato per la vendita di pesce fresco e piatti pronti. Felice di conoscere una terra che già ama e di fare il lavoro che le piace. Se incrociate un sorriso facendo la spesa, quello sarà il suo!   

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