Trip, la mostra fotografica contro la violenza sulle donne

di Francesca Campanini

Inaugurata il 24 novembre e stabile presso il Comune di Padova fino al 17 dicembre la mostra fotografica di Debora Leardini, psicologa con la passione per la fotografia

Si chiama Trip, perché quello dell’emersione dei casi di violenza e poi della fuoriuscita è proprio un viaggio, lungo e complesso ma attraverso il quale alla fine si può trovare il luogo giusto per sé.

A raccontare le allegorie che lanciano il messaggio di queste fotografie è Alice Zorzan, responsabile dell’area di contrasto alla violenza di genere del Gruppo Polis. La cooperativa infatti da anni assiste le donne vittime di violenza e ha organizzato la mostra in collaborazione con Tigotà e con il patrocinio del Comune di Padova, trovando solidarietà nel mondo dell’impresa, rappresentato dalla presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio, Elena Morello.

Spiega Zorzan: Trip significa viaggio ma significa anche inciampo. La mostra parte proprio dal ricordo di una caduta, che nel nostro caso è un abuso. Si parte quindi dal ricordo di queste donne rispetto alla situazione di violenza che hanno subito, nel corso del viaggio c’è poi la consapevolezza rispetto a questa loro esperienza e la voglia di liberarsene. Metaforicamente c’è una valigia, che rappresenta il fardello che queste donne si portano dietro, fatto di paure, difficoltà e angoscia, che però poi viene abbandonata nel mare. C’è insomma un viaggio sia interiore che fisico, un percorso che porta verso l’indipendenza, la libertà e l’autonomia.

Sono immagini forti ed allo stesso tempo delicate quelle esposte in queste settimane presso il Comune di Padova, che servono a risvegliare le coscienze, ma soprattutto a ricordare che la sensibilizzazione è un’iniziativa concreta. Può contribuire a sradicare una cultura tossica come quella patriarcale in cui ci troviamo, per fare spazio a una visione del mondo inclusiva ed egalitaria, anche dal punto di vista di genere.

L’assessora alle pari opportunità e politiche di genere del Comune di Padova, Marta Nalin, sottolinea come questa mostra sia una delle iniziative nell’ambito di uno sforzo molto più ampio e complesso di collaborazione tra le istituzioni del territorio: “Proprio sulla rete noi stiamo lavorando attraverso un protocollo sottoscritto e che sta prendendo piede, nel senso che stiamo costruendo le modalità per oliare la rete, per stringere i nodi in modo che una donna vittima di violenza possa sentirsi più sicura nell’iniziare un percorso di fuoriuscitaLa violenza rende difficile distinguere tra il dentro e il fuori, tra dove si può essere sicure e dove no. Perché se non possiamo essere sicure in casa nostra, se il nostro corpo diventa un oggetto e quindi non più effettivamente nostro, perdiamo il senso del dentro e del fuori. Se fuori dalla casa e dal proprio corpo poi non c’è una rete di assistenza che ci faccia sentire sicure diventa ancora più difficile uscire appunto dalla violenza”.

La necessità di queste azioni di concerto tra le istituzioni è innegabile, come sottolinea Alice Zorzan infatti la violenza di genere è una costante nella storia: “Non c’è più violenza di una volta, è solo che viene maggiormente portata a galla. Ѐ un fenomeno quotidiano, si svolge di continuo tra le mura domestiche, non è solo femminicidio, non sono solo gli estremi di violenza. Possono essere anche le dinamiche che succedono nella vita quotidiana, perché la violenza è fisica ma anche psicologica, economica, sul posto di lavoro… Ha tantissime diramazioni ed è strutturale nella nostra società”.

Ad affermare con forza l’impegno dell’Università di Padova nel dare il proprio contributo per facilitare l’emersione di casi di violenza è la delegata alle politiche per le pari opportunità, Gaya Spolverato: “L’Università c’è, c’è per l’educazione, per la formazione contro lo stereotipo, per promuovere l’uguaglianza di genere. E c’è anche laddove esista violenza, che sia fisica, verbale o emotiva. Ѐ per questo che noi abbiamo un sistema strutturato per migliorare le condizioni che incentivano alla denuncia, alla richiesta d’aiuto, a rendersi conto che quello che si sta vivendo è violenza: ricordiamoci che spesso le donne di violenza non si rendono conto di quello che sta succedendo loro, quindi anche la realizzazione passa per la comunicazione.

Quella contro la violenza sulle donne è una lotta dalla storia lunga quanto quella del fenomeno che combatte, ma che negli ultimi secoli ha preso ulteriore slancio. Ѐ nostra responsabilità ora portare avanti questa battaglia.

Fino al 17 dicembre la mostra “Trip” è accessibile gratuitamente presso il cortile pensile di Palazzo Moroni, a Padova.

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