Traduttore generazionale

di Francesca Campanini
Traduttore generazionale

Il mondo del linguaggio teen vi spaventa?
Non temete, a stare al passo ci si può provare!

La società cambia alla velocità della luce e il linguaggio, lo humor, i riferimenti cult e gli slang, si sa, mutano con essa. Genitori che, cercando di dissimulare il loro pur evidente disorientamento, fingono di comprendere le battute che i figlioletti si scambiano in giardino con gli amici dell’oratorio, attenti a non ammettere di star meditando di acquistare su Amazon quel nuovo dizionario bilingue Generazione X – Generazione Z in offerta per il Black Friday.

Un vocabolario del resto è necessario, giusto perché di interpreti-insiders, disposti a svelare i misteri del linguaggio giovanile e a dare agli adulti le password dei codici linguistici del terzo millennio, ancora non se ne trovano. Se gli adulti riusciranno a corromperli entro qualche anno già non servirà più, perché per allora anche quelli saranno vecchi e avranno perso il passo con i tempi

Quindi se ci tenete a ridere davvero la prossima volta che la vostra nipotina vi mostrerà un apparentemente esilarante meme su Instagram, ecco qualche traduzione che vi può aiutare.

“OK, BOOMER”

Riportate alla memoria una di quelle occasioni in cui vi stavate lanciando in racconti nostalgici su quanto fosse genuino, moralmente integro e culturalmente florido il mondo quando eravate giovani voi, e di come invece i ragazzi e le ragazze di adesso siano caduti nel baratro della superficialità e dell’immaturità. Ecco, in quel momento se l’adolescente che vi stava ascoltando non ha detto ad alta voce questa frase, la stava pensando.

Rimproverare i figli della crisi finanziaria del 2008 utilizzando riferimenti a un contesto storico, ormai andato, in cui la frizzante cultura lavorativa su cui si fonda la vostra integrità morale era finanziata da un debito che fa sognare ai giovani di oggi la pensione, quasi fosse un’oasi nel deserto, non è il massimo della delicatezza che la vostra tempra morale può offrire.

“CRINGE”

Il termine ha spopolato a tal punto da essere ammesso dall’Accademia della Crusca, forse perché la frequenza delle occasioni in cui risulta azzeccato è sorprendentemente elevata. Indica una sensazione di imbarazzo mista a disagio, che fa venir voglia di appiattirsi contro le pareti per mimetizzarsi, letteralmente, in accezione anglofona, di “strisciare via” senza destare ulteriore attenzione. La parola d’ordine per sfuggire alla morsa degli adulti e delle loro domande inopportune.

“SNITCH”

In inglese lo “snitch” è l’infiltrato, in gergo giovanile indica banalmente “la talpa”: chi tradisce il proprio gruppo di amici o parla alle spalle di qualcuno di loro. Il sostantivo è spesso utilizzato come verbo italianizzato, coniugato nella forma dello “snitchare”. Un anglicismo nuovo, breve ed efficace che assume un significato negativo e sintetizza una tra le più longeve regole dell’amicizia: non fare la spia.

“SPOTTARE”

Vostra figlia diciassettenne ha un nuovo fidanzatino e quando voi, curiosi, le chiedete come l’ha conosciuto lei disinvolta vi risponde che lui l’ha spottata sulla pagina Instagram del liceo. Voi penserete che forse sarebbe stato meglio non chiedere e rimarrete a corto di informazioni quanto prima. Ma “spottare” altro non significa che fare una sorta di annuncio su una pagina social che si pensa sia seguita dall’interessata/o per contattare qualcuno che ha attirato l’attenzione quando lo si è incontrato di persona, ma con cui non si ha avuto il coraggio di approcciare.     

Per concludere ecco qualche altra chicca che spopola soprattutto su TikTok: “Floppare” che significa fallire, “Hype” che vuol esprimere il crescere delle aspettative, “Fire” per indicare un’immagine accattivante… E volendo ce ne sarebbero tante e tante altre ancora!

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