Nascono i Gruppi Parola di bambino

di Alessia Da Canal

I nodi della pandemia stanno venendo al pettine con diversi problemi legati alla socialità di bambini e ragazzi. Per ridisegnare la bussola educativa nascono i gruppi Parola di bambino

Quando hai avuto un incidente inizialmente non senti nulla, per effetto dell’adrenalina… poi compaiono i dolori, spesso diventano più forti e in vecchiaia ritornano”.

Paola Scalari spiega con un semplice esempio l’effetto che sta avendo la pandemia, dalla quale stiamo lentamente uscendo, sulle persone più fragili – perché in crescita – ovvero su bambini e ragazzi.

Lei è un’esperta psicologa, psicoterapeuta e psicosocioanalista. La incontriamo in un giardinetto condominiale nel centro di Mestre, che è stato così prezioso durante il lockdown ed è stato vissuto “a turni”, dalla popolazione.

Un’area preziosa perché l’aria è fondamentale. Ma non tutti hanno potuto godere di un giardino, di uno spazio, di una vita famigliare sufficientemente armonica, durante il confinamento. Alcuni bambini e ragazzi hanno vissuto in spazi angusti, con famiglie che convivono con fatica, privati della scuola, di quell’ambito di uscita che permette la socialità. E’ un aspetto che pagheranno. Che stanno già pagando molto caro. Forse non ce ne rendiamo ancora del tutto conto, ma pensiamo ad alcuni disturbi del comportamento, ai momenti di ansia, angoscia, alle fobie, alla fatica di avvicinarsi di nuovo ai propri compagni. Apparentemente ci dicono ‘non voglio andare a scuola’, ’sto a casa’, ‘non riesco a concentrarmi’,’ non mi piacciono i miei compagni’. Sono manifestazioni di questa sofferenza. I bambini hanno avuto diverse possibilità, non eravamo tutti nella stessa barca, evidentemente. Però tutti nella barca traumatica dell’interruzione della vita abitudinaria. Ad aggravare il dramma pandemico, il fatto che anche gli adulti stavano male e non potevano accompagnare i figli nella elaborazione dei sentimenti, dei vissuti, delle emozioni”.

Nascono i Gruppi Parola di bambino
Nascono i Gruppi Parola di bambino

Ed è proprio partendo dalle segnalazioni che arrivano dai colleghi, dal mondo della scuola, dalle famiglie, che Paola Scalari ha pensato di proporre un aiuto concreto a chi ogni giorno vive accanto ai più giovani, attivando in molte città di tutto il Paese i “Gruppi Parola di bambino”, per ridisegnare la bussola educativa. Imparare ad ascoltare i ragazzi, non sovrapponendosi a loro, ma entrando in sintonia con i loro pensieri, provando a mettersi nei loro panni è un dono prezioso che non tutti hanno. Ma ci si può arrivare, seguendo i consigli di chi questo lo sapeva fare. E Paola Scalari ha avuto il privilegio di condividere il suo cammino con un maestro dell’ascolto dei più piccoli, Francesco Berto.

Ho proposto alla Meridiana, la casa editrice con cui scrivo i miei libri, che ha sede a Bari, di fare qualcosa per i bambini all’interno nella scuola intitolata a Francesco Berto. Lui ha lavorato per molti anni nelle periferie di Mestre, Cà Emiliani, Campalto. Era abile nel saper ascoltare i bambini, nel mettersi al loro livello per fare emergere i loro sentimenti”.

Nascono i Gruppi Parola di bambino

Il libro di Francesco Berto “Parola di bambino. Il mondo visto con i suoi occhi” sarà il punto di partenza di questi incontri che insegneranno il metodo di ascolto, ma non sarà solo tecnica.

Partiremo dalle regole. Come sono state? Sono state difficili per noi adulti, immaginiamo per loro… Com’è stato lasciare lo sport, i compagni, non aver più la baby sitter… la solitudine, la pauraSono cambiate le abitudini di bambini e ragazzi e possiamo ridare a ascolto a questa parte per poterla rieducare. E’ una ripartenzaCredo sia importante che gli educatori si facciano un regalo. Spesso compriamo ai figli tante cose, a volte anche costose… qui compriamo un po’ di competenza per poterli aiutare”.

I gruppi sono aperti a genitori, educatori, psicologi, assistenti sociali, operatori di strada che impareranno ad ascoltare e a raggiungere tanti bambini e ragazzi. L’ascolto non è solo sentire, ma compartecipare, sentire il nostro bambino interno. Sono otto incontri per sedici ore.

Ovviamente ci saranno dei coordinatori preparati. Un genitore, un insegnante deve sentire la competenza. Sono professionisti usciti dalla scuola Coirag, esperti di psicologia di gruppo che hanno una comprovata esperienza di lavoro. Saranno gruppi di ascolto, non tanto di indottrinamento ma di confronto, non di tecniche. Al centro il senso della vita con la discontinuità che la pandemia ci ha regalato. Siamo chiamati a rispondere alla nuove generazioni a non lasciar nulla di insoluto, perché quasi due anni di stop a dodici-quindici anni, sono tantissimi. Non è come per l’adulto.

Ma quali potrebbero essere le conseguenze dirette del disagio patito, che adulti potrebbero essere i ragazzi toccati dalla pandemia?

Potrebbero essere poco disponibili alla socialità alle relazioni, ai rapporti. Più innamorati del videogioco che della partita in campo. Quello che si è interrotto è la fiducia nella relazionalità, che ha ripercussioni anche nel corpo. L’a-corporalità, l’assenza del corpo, è importante perché rende difficile gestire due grandi impulsi: l’aggressività e la sessualità”.

I gruppi sono partiti a Padova, Trieste, Venezia, un po’ in tutta Italia da Nord a Sud, da Est a Ovest. C’è tempo per iscriversi basta entrare nel sito de La Meridiana.

https://www.edizionilameridiana.it/scuola-francesco-berto-gruppi-parola-di-bambino-21-22/

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