A 16 anni e il linfoma di Hodgkin da sconfiggere. Dopo 8 anni, Mattia è rinato e ama la vita immensamente

di Hellen Magagna

"Il mio obiettivo era tornare come prima, guardarmi allo specchio e di vedermi di nuovo me stesso"

A 16 anni hai il mondo in testa. Sei un ragazzino che sta vivendo una tempesta e l’unico pensiero è vivere. A 16 anni tutto pensi, tranne che al male. O meglio, a 16 anni il male lo vedi lontano. Mille idee passano per la testa. Idee che prima o poi vuoi realizzare perché tanto sei ancora giovane. Perché tanto ne hai di vita davanti. Perché tanto non capiterà a te. Eppure, non per tutti è così. Ci sono, come su tutte le cose, delle eccezioni. E Mattia Sgrinzato è stato l’eccezione. 

Era il 27 agosto 2013. Mattia era in seconda superiore e l’unica preoccupazione che aveva era di superare gli esami di recupero di matematica e latino. Ma quello stesso giorno doveva affrontare un altro importante esame, la sua prima ecografia. Era da due mesi che faceva fatica a respirare, gli si era gonfiato il collo. E in seguito a un paio di esami ha scoperto che si trattava del linfoma di Hodgkin. Ricorda, fin da quel giorno, di aver pregato suo papà di non nascondergli nulla per una sorta di protezione. 

“Il mio primo pensiero è stato ‘perché a me?’ Però nel corso del tempo e vedendo soprattutto che nel reparto erano tutti bambini che stavano male ho detto ‘perché non a me?’ Nel senso io non ho nulla in meno degli altri. E come poteva succedere a tutti, è successo a me. Quindi adesso sono io che devo affrontare questa esperienza e mi tiro su le maniche e faccio quello che c’è da fare”.

Mattia e il linfoma di Hodgkin | La sua testimonianza | Fuori la Voce

Nonostante la sua giovane età, Mattia sapeva già davvero cos’era la chemioterapia, la radioterapia e quanto sarebbe stato duro il percorso da affrontare. Questo perché prima di lui sono state male sua nonna, un tumore al seno e sua mamma, un tumore all’utero. Quindi sebbene giovane, Mattia aveva già una razionalità di una persona un po’ più adulta.

A differenza di molti, Mattia non ha abbandonato la scuola. Anzi, ci racconta “ho continuato ad andare a scuola e ovviamente nei giorni di terapia stavo a casa. E il giorno seguente se stavo male stavo a casa. Però non ho mai mollato. Anzi ho pensato che la scuola fosse un’opportunità per mantenermi ancorato alla vita di prima, alla vita normale. E quindi quando prima magari la odiavo e non avevo voglia di andare a scuola e andare a lezione, quando stavo male è stata davvero un’opportunità di stare con gli altri e soprattutto di vivere la vita di un sedicenne che stavo un po’ perdendo purtroppo”.

Mattia Sgrinzato e il linfoma di Hodgkin | La sua testimonianza | Fuori la Voce

Quando si inizia un percorso di cura, il corpo cambia totalmente. Mattia ha capito che stava iniziando il suo cambiamento fisico quando ha trovato per la prima volta i capelli sopra il cuscino del letto. Quando faceva la chemioterapia oltre alla mascherina aveva, quello che a lui piace chiamare kit: il berretto e la tuta. E ci spiega – “Io sono entrato in ospedale che pesavo 49kg e dopo sei/sette mesi di cure ero 72 kg. Quindi da una parte la malattia ti porta via tanto in termini di peso, di capelli ecc dall’altra poi ti vedi ancora una volta completamente stravolto per le medicine. Perché io, per esempio, facevo una cura anche di cortisone che gonfia tanto il corpo e quindi ho avuto questo sbalzo di praticamente 20 kg se non di più che non mi permetteva di riconoscermi. E l’obiettivo anche in quel caso era di tornare come prima e di guardarmi allo specchio e di vedermi di nuovo me stesso. Lo sguardo prima di tutto era diverso, nel senso che ero un po’ triste, avevo questi occhi incavati anche per via del peso. E mi ricordo il momento in cui ho visto i miei occhi ritornare come prima, luminosi e felici perché sapevo che avevo vinto”.

Spesso ‘il come si reagisce aiuta sull’influenza di queste cure’, ci dice Mattia. Ed ecco perché Mattia ha cercato sempre di mantenere un atteggiamento positivo durante il tempo di cura. Non si è mai arreso. Non ha mai lasciato che i pensieri negativi influissero sulle cure. Anzi “credo che avere come obiettivo il tornare alla vita di prima aiuti tanto”. Con gli occhi pieni di felicità e di gioia, Mattia ci racconta il giorno in cui i medici gli hanno finalmente detto “sei guarito”.

“Avevo iniziato la chemioterapia a settembre. A dicembre la massa si era ridotta di più del 75% quindi il risultato era estremamente positivo. Però io ricordo di non aver festeggiato. Dicevo ‘io festeggerò solo quando sarà tutto passato. Quando sarà tutto finito’. Perché poteva benissimo tornare indietro la situazione. Non era ancora chiuso il caso. Poi il 31 dicembre ho fatto la mia ultima chemioterapia ufficiale. E lì mi sono sentito libero. Cioè mi ricordo che sono salito in macchina e trattenevo le lacrime perché per me quel momento segnava l’inizio della vita sebbene mi aspettasse ancora la radioterapia. 

Mattia e il linfoma di Hodgkin | La sua testimonianza | Fuori la Voce

Però finire la chemioterapia era davvero una leggerezza. Una liberazione incredibile ecco. Poi ho finito la radioterapia, ho fatto ‘solo’ 8 sedute e avrei dovuto finirla il 15 marzo che era il mio compleanno. Purtroppo, il macchinario quel giorno era rotto e quindi l’ho finita il 17. Però è stato il più bel regalo della mia vita”.

Sono passati ben otto anni e Mattia ha definitivamente sconfitto quel maledetto linfoma. Ad oggi, ciò che rimane a Mattia sono dei controlli di iter. Anche se, non è semplice rientrare in certi posti perché “ci sono tanti elementi che mi riportano con il pensiero all’esperienza passata, a quando ero là e stavo male. Però quando entro lì mi sembra di vivere una pausa dal mondo. Nel senso che tutto quello che conta li si capisce davvero. Magari qui abbiamo i nostri problemi, il traffico della mattina problemi di qualunque tipo…. Lì dentro tutto si annulla e l’unica cosa che conta è lo stare bene e l’essere sereni e felici. Non importano più i problemi economici, problemi secondari della vita di tutti i giornil’unica cosa che conta è lo stare bene ed è condivisa da tutti dai genitori, dai bambini, dai ragazzi, dai medici e ti fa sentire accolto e soprattutto ti fa capire davvero cos’è importante”.

Mattia è stato in cura all’Oncoematologia Pediatrica di Padova, dove vengono curati bambini sin dall’età infantile fino ai 18 anni. Viste le numerose attività mirate ai più piccoli, gli adolescenti con malattia oncologica hanno dato vita agli “Stranger Teens”, un progetto sostenuto da Team for Children. Mattia ha portato la sua testimonianza a questi ragazzi – “perché mi sono reso conto anche vivendola in prima persona che molte volte sarebbe d’aiuto una testimonianza forte per dare forza e speranza a dei ragazzi che stanno vivendo l’esperienza adesso”.

Stranger Teens Padova | Oncoematologia Pediatrica di Padova | Fuori la Voce
Mattia e il linfoma di Hodgkin | Rinascere dopo 8 anni | Fuori la Voce

Oltre al 15 settembre è la Giornata Mondiale per la consapevolezza sul Linfoma, Mattia però festeggia vari anniversari:“Per esempio, il 28 settembre è stato il giorno in cui ho iniziato il ricovero e quindi dove è partito tutto il calvario e il cambio della mia vita. La mia vita inevitabilmente è cambiata, prima in peggio ma ora senza dubbio in meglio. Nel senso che ho uno sguardo verso il mondoamo la vita immensamente. E il 31 gennaio ho finito la chemio terapia. Il 17 marzo ho finito la radio. Quindi queste sono tutte delle date importanti e non mi sentirei mai di cancellarle perché fanno parte della mia storia e hanno influito in modo pesante che sia negativo o positivo in modo pesante su di me”.

Mattia dopo questa “esperienza”, come gli piace chiamarla, parla spesso di rinascita. Fin da subito, ha avuto un forte legame con i social, come se fossero una sorta di diario personale ma che in realtà ha voluto condividere con tutti.

Prima anche se ero piccolo vedevo le cose con un po’ di disillusione. Avevo perso per quanto è possibile a quell’età un po’ l’incanto verso la vita. E quest’esperienza mi ha permesso di capire cos’è veramente importante. Adesso come adesso sono poche le cose che mi spaventano. Adesso vedo tutto come un’opportunità. Me la vivo di più. E davvero amo la vita smisuratamente. Nel senso che ogni piccola sfida per me è un’opportunità di assaporare la vita in tutte le sue sfaccettature.

Mattia e il linfoma di Hodgkin | Rinascere dopo 8 anni | Fuori la Voce

Sogni nel cassetto?

Mi sembra in questo momento di vivere la vita dei sogni. Nel senso che sto facendo quello che più mi piace, sono felice e mi sento davvero contento di quello che sto. Io sono laureato in comunicazione e ho scoperto la strada che fa per me. Ed è quello che voglio fare nella vita. Piano piano sto costruendo un mattoncino alla volta quello che voglio fare”.

Oltre ad avere rilasciato una testimonianza di forza e coraggio, Mattia ha suggerito dei “mai più senza” a tutti i ragazzi che hanno affrontato o stanno affrontando un’esperienza come la sua: 

Mai più senza coraggio, mai più senza voglia di vivere. Nel senso che è quella che ci manda avanti, nelle situazioni brutte come è successo nel mio caso ma anche in quelle belle. Cercare di assaporare tutti i momenti in un’esperienza perché poi alla fine magari conta meno il risultato dell’esperienza ma quello che ti porti nel bagaglio di vita sono le emozioni e sensazioni che hai provato. E quelle sono qualcosa che nessuno ti può portare via e non si cancellano nel tempo e in nessun caso”.

Mattia e il linfoma di Hodgkin | Fuori la Voce

A noi di Fuori la Voce, non ci resta che ringrazia di cuore Mattia per avere condiviso la sua storia con noi e augurargli un in bocca al lupo per il suo futuro!

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