La prima porta aperta per uscire dalla violenza. Entriamo nel Centro Veneto Progetti Donna

di Micaela Faggiani

Da 31 anni opera a Padova e provincia per prevenire e contrastare la violenza sulle donne

Oltre 1000 richieste in  un anno, dopo il blocco forzato della pandemia, all’incirca 100 ogni mese. Richieste di donne che subiscono forme di violenza di ogni tipo, dentro le mura domestiche, per mano del compagno o marito. Violenze fisiche, psicologiche, sessuali, ma si parla anche di violenza assistita, perché ci sono tanti figli, molto piccoli, che vivono in famiglie dove vedono il padre che usa violenza sulle lori madri.

Sono questi i numeri che ci presenta il Centro Veneto Progetti Donna di Padova, aprendoci le porte e raccontandosi attraverso le parole di Mariangela Zannipresidente dell’associazione di volontariato, nata 31 anni nella città del Santo e operativa anche nella provincia di Padova.

Il suo obiettivo è quello di prevenire e contrastare tutte le forme di violenza sulle donne.

Le donne che arrivano a noi – spiega Mariangela – sono donne di tutte le età. In media hanno tra i 30 e i 50 anni e sono di tutte le estrazioni sociali.

Nell’80%  dei casi sono italiane. Tutte hanno in comune una situazione violenza che vivono nella loro vita di coppia. La violenza è infatti un fenomeno trasversale che colpisce tutte, è una fattore purtroppo culturale e sociale.

Noi, di risposta, offriamo supporto psicologico, ascolto, consulenza legale e accoglienza eventualmente in una struttura protetta, se c’è un possibile pericolo di vita per la donne e i bambini.

Mariangela Zanni | Centro Veneto progetti donna | fuori la voce
Mariangela Zanni

Lavoriamo in rete con il territorio e i servizi, con le forze dell’ordine e il tribunale. La nostra solitamente è la prima forma di richiesta di aiuto, perché le donne difficilmente ne parlano con qualcuno, le prime che le ascoltano sono proprio le operatrici del Centro.

Con loro costruiamo un percorso di protezione, per ritrovare la libertà e uscire dalla violenza, rispettando però i desideri e tempi delle donne. Il percorso infatti viene creato assieme alla donna. Non c’è alcun obbligo di querelare, le donne non sono obbligate  a fare nulla senza che siano loro a decidere di farlo.”

Nel Centro Veneto Progetti Donna lavorano 30 persone tra operatrici, psicologhe, psicoterapeute, volontarie, personale amministrativo ed esperte di diritti umani. Sono tutte però donne, così come richiede la normativa per questi centri.

Vorrei raccontare una storia emblematica, un successo personale di una delle donne che sono state aiutate dal Centro. La donna è straniera, la prima volta ci aveva chiesto aiuto al telefono, chiusa nel bagno di casa, con il marito che bussava insistentemente  alla porta per usarle violenza. Il suo è stato un percorso lungo, è stata ospite di una casa rifugio, nel frattempo ha imparato l’italiano e si è presa la licenzia media. Oggi è anche diventata madre ed è una donna che aiuta altre donne ad uscire da violenza, è lei che spesso ci invia altre donne. Il suo è un progetto riuscito, una speranza anche per noi che tante  volte purtroppo vediamo percorsi incagliarsi e tornare indietro.

Siamo orgogliose di lei e della forza che ha tirato fuori e dell’ambizione che l’ha portata ad avere la vita che voleva

I consigli da dare alle donne che potrebbero essere in difficoltà?

Quello di chiamare il numero verde del Centro Veneto Progetti Donna, 800 814681, per avere tutte le risposte possibili alle loro domande, dubbi, incertezze.

Consiglio a tutte di fare una telefonata, non c’è alcuno obbligo, nemmeno quello di dare il proprio nome. Serve però ad avere tutte le informazioni, per poi eventualmente decidere autonomamente se chiedere altro aiuto o prendere altre strade.”

https://www.centrodonnapadova.it/

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