La fotografia dei giovani della società di oggi
Viviamo in una società sempre più digitalizzata, con genitori sempre più anziani e spesso separati. Internet diventa il nuovo “genitore maestro” soprattutto nella sfera sessuale. I giovani si sentono sempre più soli e meno preparati ad affrontare con serenità le relazioni interpersonali e la loro crescita.
Tali tematiche sono state affrontate martedì 22 novembre nel convegno “Disagio giovanile e identità (in)consapevoli” presso il centro culturale “San Gaetano”. L’evento è stato organizzato dalla Fondazione del Professor Carlo Foresta nell’ambito del progetto DigitPro. Tra gli ospiti del convegno erano presenti: il sindaco di Padova Sergio Giordani, l’assessore alla cultura Andrea Colasio, Francesco Cicconetti ragazzo transgender, il filosofo Umberto Galimberti, il sociologo Marco Scarcelli, la psicologa Alessandra Simonelli.
Ogni anno la Fondazione Foresta si reca negli istituti superiori per sensibilizzare ai ragazzi e alle ragazze alcune tematiche interessanti a loro: i fattori di rischio, la sessualità, malattia sessualmente trasmissibili. Ed è così che nel 2018 la Fondazione Foresta ha proposto un altro importante dibattito: il DigitPro Disagio Giovanile e sua prevenzione.
I dati si basano su studenti del Veneto e mettono a confronto due periodi storici importanti: quello prima e quello dopo il lock down della pandemia Covid-19. Prima del lock down la statistica si basava sull’anno scolastico 2018/2019, analizzate le risposte di 1.426 studenti di 19 istituti superiori dell’età compresa tra i 18 e i 21 anni (825 maschi e 601 femmine). Subito dopo il lock down, quest’anno la ricerca ha riguardato la stessa classe d’età; in tutto 1.930 studenti (1.123 maschi e 807 femmine). L’età rappresenta il collante di una società come la nostra.
I cambiamenti tra i due periodi sono enormi. Dal punto di vista dell‘orientamento sessuale, dopo il lock down “non si dichiarano completamente eterosessuali” il 15% dei maschi (prima erano il 10%) e il 29% delle donne (erano il 15%). Cresce anche chi si dichiara “fluido“: tra i ragazzi ora sono uno su dieci (erano il 2%), tra le donne sono il 22% (contro il precedente 10%).
Ma il genere non è il sesso biologico e cromosomico, è la percezione che ciascuno ha di sé in quanto maschio o femmina. Su Facebook, per esempio, è stato trovato che ci sono 47 tipi diversi di genere per identità: agender, bigender, female to male, intersex, trans, non – binary, other, transgender, ecc.
Per quanto riguarda la composizione familiare è emerso che è cambiata l’età anagrafica dei genitori: dal 2005 al 2019 i genitori fanno figli più tardi e il 16% di questi ragazzi oltre ad avere i genitori di una fascia di età più avanzata, è figlio unico, il 26%. E addirittura il 17.2% di questi ha assunto ansiolitici negli ultimi 12 mesi. L’immagine della famiglia, quindi, non è più quella di un grande luogo di incontro, stabile e duraturo. Anzi c’è un elevata insoddisfazione generale.
Anche i rapporti sessuali sono cambiati: il 60% degli intervistati ha già avuto rapporti e solo il 27% dichiara di aver usato precauzioni. Questo è un enorme problema perché vuol dire che non c’è ancora nei giovani l’abitudine alla prevenzione! Anzi ancor peggio, il 21% delle diciottenni intervistate ha dichiarato di aver assunto già la pillola del giorno dopo, solitamente preposta per situazioni critiche e non come anticoncezionale. Questo vuol dire che non c’è educazione a riguardo ma soprattutto che il 21% di queste persone ha avuto rapporti non protetti!
La pandemia e l’isolamento sociale ha avuto gravi conseguenze sui giovani. Un dato interessante è che i maschi rappresentano il sesso debole durante la pandemia e hanno dichiarato di soffrire di solitudine più delle donne: 1 su 4 gli uomini e 1 su 6 le donne e il 19% dei maschi si dichiara insoddisfatto. Tre anni fa, il 22,3% degli intervistati passava più di tre ore al giorno on line; oggi sono la maggioranza, ossia il 55%. Boom di uso dei siti pornografici: una donna su dieci li usava tre anni fa, ora una su quattro. Tra i maschi, si sale dal 23% al 45%. Aumenta quindi l’autoerotismo che si avvale di internet. La frequenza quotidiana è passata dal 24% al 40% per i maschi e dal 3% al 10% per le femmine. Esplode anche l’utilizzo delle app per incontri: le donne passano dal 5% al 10% e gli uomini dal 15% al 35%. Il professor Foresta afferma: “I maschi sono il nuovo sesso debole, sempre più soli e bullizzati mentre esplode l’uso di internet”.
“Io vorrei lanciare un grido di allarme – afferma il professor Foresta – non possiamo far finta che non sia successo nulla ai nostri ragazzi legati a internet. Questi numeri vanno comunicati ai giovani, perché loro non hanno un’idea di insieme ma solo delle proprie esperienze.
Oltre ai numeri però bisogna fornire un’interpretazione per aiutarli a non considerare il singolo caso come una ‘diversità’, è necessario analizzare assieme le motivazioni che li hanno portati ad avere questo tipo di comportamento e trovare soluzioni insieme. Bisogna capire perché si è svegliato proprio ora questo modo di intendere la vita, perché attraverso la chiarezza possono nascere buoni propositi”.
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