Il futuro in un tappo

di Alessia Da Canal

Rispetto per l’ambiente, salute di chi lavora e valorizzazione delle donne in azienda. Le scelte all’avanguardia di Amorim Cork, azienda di Conegliano leader nella produzione di tappi in sughero

Lo senti subito quando le persone sono innamorate del proprio lavoro, quando ti parlano delle scelte aziendali e lo fanno come se parlassero dei loro figli o delle ultime esaltanti vacanze al mare. Carlos Veloso dos Santos, classe 1966, dirige la costola italiana di Amorim Cork, azienda leader a livello mondiale nella produzione di tappi in sughero. Ci fa visitare l’azienda, dove la temperatura è costante e regnano sovrani ordine e pulizia. 

Qui arrivano i tappi dalla casa madre, che ha sede in Portogallo, ne arrivano milioni, tanto che l’azienda da sola è in grado di soddisfare il 20% della richiesta nazionale. Nella sede di Conegliano i tappi vengono analizzati e personalizzati prima di essere inviati ai produttori di vino.

Carlos Santos
Carlos Santos
Amministratore Delegato Amorim Cork Italia

Il dirigente ci mostra con orgoglio le varie certificazioni aziendali, in materia di ambiente e sicurezza, ma quella della quale va più orgoglioso è la Family Audit, che parla di conciliazione tra vita e lavoro. “Ci teniamo molto – racconta il dirigente – perché siamo convinti che una persona che viene a lavorare felice e contenta produce di più. Il nostro obiettivo è quello di generare nelle persone questa voglia di venire in azienda, creando tutte le condizioni perché possano produrre. In questo modo ‘vinco’ io e vincono anche loro”. 

Concretamente cosa avete messo in pratica?

Adesso ci sono sedici misure di conciliazione tra vita e lavoro. Abbiamo accolto tutte le richieste che ci sono state proposte dai dipendenti: dallo smart working che oggi tutti sfoggiano e che noi abbiamo iniziato nel 2019, al family day, una giornata di festa in azienda, aperta a tutti i famigliari, perché prendano confidenza con l’ambiente di lavoro e perché no, possa esserci in futuro anche un ricambio generazionale. Abbiamo messo a disposizione le biciclette (ricondizionate!) per andare in mensa. Offriamo ai nostri dipendenti il pranzo, ma facciamo portare anche la frutta biologica in azienda per tutti. Gli orari sono flessibili e una cosa importante è il check-up gratuito per tutti i dipendenti. Abbiamo fatto un accordo con il Centro di Medicina che prevede che nell’arco di tre anni eseguano il check up completo. Non devono spendere niente. Scelgono loro quali esami fare. E dopo i tre anni ricominciano. Insomma, vogliamo che capiscano che lavorare in azienda dev’essere qualcosa di positivo, non una condizione dove non vedi l’ora di arrivare a fine mese”. 

Per quanto riguarda la parità di genere?

Ci abbiamo lavorato tanto, oggi in azienda ci sono più donne che uomini. Abbiamo iniziato quattro anni fa anche ad equilibrare la situazione nei ruoli di responsabilità. Nel comitato esecutivo c’erano solo due donne e abbiamo allargato anche quello. A livello di management adesso siamo metà e metà”.

Carlos Veloso dos Santos ci fa conoscere una dipendente speciale. Ha un naso di nove decimi e riesce a detectare quantità infinitesimali di aromi nei tappi. Un dono di natura scoperto durante un corso con l’Unione Italiana Vini. Quando vengono realizzati i tappi per bottiglie da tre o sei litri, bottiglie importanti, lei li annusa ad uno ad uno. Ma non è l’unica competenza in cui eccelle.

Amomir Cork

Valorizzare le persone e valorizzare il prodotto, anche quando sarebbe destinato a finire nella spazzatura. Questo è un altro progetto di cui la sede italiana di Amorim Cork va orgogliosa: il recupero dei tappi usati.

Abbiamo iniziato quasi per scherzo – precisa il dirigente – riusciamo a raccogliere venticinque milioni di tappi usati l’anno. Li raccolgono le onlus e noi paghiamo settecento euro per ogni tonnellata di tappi che ci vengono consegnati.

In questo modo creiamo un nuovo modello di economia circolare, perché ogni anno vengono buttati nella spazzatura quasi un miliardo di tappi all’anno. I tappi sono realizzati con la parte più soffice del sughero. Se noi li recuperiamo li possiamo lavorare e utilizzare anche per l’isolamento delle case, un isolamento eterno dal caldo e dal freddo. Ma ultimamente stiamo producendo anche oggetti di design, grazie ad un architetto sardo: lampade, sgabelli, secchielli, tavolini…

Poi abbiamo vinto un bando dalla Regione Veneto per realizzare il museo d’impresa e in questa occasione, in autunno, lanceremo una cosa straordinaria che unisce gli abeti di Vaja e il sughero riciclato. Ѐ un progetto bellissimo, di più al momento non vi posso raccontare…”

Ci basta questo al momento, per avere fiducia in un mondo del lavoro più illuminato.

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