Il dono entra in due comuni

di Micaela Faggiani

San Biagio di Callalta e Piazzola sul Brenta sono i primi due comuni a mettere in pratica il protocollo Admo Veneto Anci Veneto “Un dono in comune”

Il dono in comune, l’accordo tra l’associazione comuni del Veneto e l’associazione donatori di midollo osseo è entrata nel vivo e nell’operatività. E noi di Fuori la voce c’eravamo a documentare i primi interventi di sensibilizzazione al dono da parte delle amministrazioni del territorio Veneto.

Il primo a partire è stato San Biagio di Callalta nel trevigiano che ha deciso di inviare una lettera di invito alla donazione del midollo a 5000 cittadini attraverso il notiziario comunale.

A prova di questo impegno e di responsabilità nei confronti di chi è meno fortunato ci ha messo la faccia Chiara Mion, giovane concittadina, che ha deciso di fare un semplice esame del sangue per entrare nel registro dei donatori di midollo osseo e quindi potenzialmente di donare, se compatibile, dopo aver perso la sorella proprio di tumore.

Chiara è infatti la sorella di Margherita, morta nel 2017 a soli 18 anni, uccisa da un raro sarcoma che non le ha lasciato scampo. In suo onore è stata creata l’Associazione “Margherita c’è ancora vitawww.margheritamion.it

Oggi, a 21 anni compiuti, Chiara ha deciso di fare un gesto che potrebbe salvare tante vite umane, tipizzarsi come si dice in gergo, attraverso un prelievo di sangue effettuato al Centro Trasfusionale di Oderzo.

Non lo ha potuto fare per la sorella, perché la sua patologia non dava questa possibilità, oggi vuole potenzialmente essere la gemella genetica per qualcuno che non ha un nome ma un’anima e tanta voglia di vita.

 “Provo tanta felicità e speranza di aiutare qualcuno – ha detto Chiara -. In questi attimi prima della donazione ripensavo al percorso della malattia di mia sorella. Il mio desiderio più grande sarebbe stato quello di poterla salvare. Il mio appello ai giovani dai 18 ai 35 anni è quello di donare, perché con un gesto semplicissimo si può salvare una vita.”

Una scelta assecondata con piacere anche dall’Ulss 2 trevigiana.

A Chiara, così come a tutti i giovani che scelgono la donazione –  commenta Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 –  va il nostro più sentito ringraziamento per la sensibilità e la generosità che dimostrano. Ai ragazzi, a tutti i nostri ragazzi, va il nostro appello affinché, con un semplice gesto, diano un contributo per salvare la vita di chi è stato meno fortunato di loro”.

Finita la tipizzazione, come si dice in gergo, e per chiudere il cerchio virtuoso, Chiara si è recata nel municipio del suo comune per comunicare al sindaco Alberto Cappelletto la “missione compiuta” e per lanciare l’iniziativa “un dono in comune”

 “Noi usiamo strumenti social, ma abbiamo approfittato della diffusione del notiziario comunale nel quale raccontiamo capillarmente alle famiglie quello che si fa nel nostro Comune, per allegare questa bella iniziativa, un Dono in Comune, accompagnata da una nostra lettera” Queste le parole del sindaco Alberto Cappelletto.

Noi siamo stati tanto aiutati dalla comunità di San Biagio quando abbiamo vissuto il lutto di nostra figlia – ha aggiunto l’assessore allo sport e papà di Chiara e Margherita, Marco Mion Ci hanno aiutato a trasformare il dolore in un progetto. Prima il libro che racconta la storia di Margherita, oggi il sostegno alla donazione di midollo”.

Passano pochi giorni e il dono in comune si sposta dal trevigiano al padovano, in particolare a Piazzola sul Brenta che diventa così il secondo comune a sperimentare l’iniziativa “Un dono in comune”.

Qui la sensibilizzazione è passata attraverso una settantina di ragazzi, già protagonisti dell’iniziativa “Io ci sto? A fare fatica https://www.comune.piazzola.pd.it/progetto-ci-sto-affare-fatica un vero e proprio campo di lavoro per adolescenti del territorio.

Alla fine di una mattinata di lavoro i ragazzi hanno ascoltato i volontari ma soprattutto Luca, ex giocatore di Calcio a 5, donatore effettivo di midollo e Alice che invece ha ricevuto il midollo.

 “Sono stato informato attraverso un incontro con i volontari di Admo all’interno della mia società sportiva – queste le parole di Luca – Ero abbastanza ignorante in materia . Non sapevo che il midollo osseo non fosse il midollo spinale e non lo si preleva dalla schiena. E così ho fatto un esame del sangue e sono entrato nel registro dei donatori. Qualche anno dopo sono risultato compatibile con un ragazzo o una ragazza, non so, che aveva bisogno del mio midollo. Sono stato una mattina attaccato ad una macchina che mi prelevava il sangue da una parte e dall’altra me lo centrifugava e reimmetteva, circa 3 ore, poi alla sera sono addirittura andato a fare allenamento. Ma mi sono sentito utile e indispensabile con così poco per il mio gemello genetico.”

Forte anche la testimonianza di Alice.

“Iero diventata donatrice di midollo, ero addirittura stata chiamata per la compatibilità ma poi alla fine non sono risultata la gemella genetica di questa persona. Ci ero rimasta male. Peccato che poi qualche anno dopo ero dall’altra parte. Avevo io bisogno di un midollo. E per fortuna ho trovato il mio gemello genetico, un ragazzo di 19 anni di Israele e oggi, grazie a lui, sono qui a raccontarlo

A spronare i ragazzi ci ha pensato il sindaco di Piazzola Valter Milani che ha invitato i giovani lavoratori a partecipare a questa lotteria del bene, a comprare appena possibile (maggiorenni, almeno 50 kg e in buona salute) un biglietto per la donazione…e magari poi di andare in comune a annunciargli la vincita, anche dopo anni, “perché sarebbe una vittoria per tutti”.

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