Parte il progetto regionale Io Valgo 3.0 che vuole scrivere nuove linee guida per ambienti di lavoro sani e sicuri, a tutela di tutti, ancor più per i donatori di sangue e midollo
Avis Veneto e Admo Veneto, associazioni sorelle e vicine sul versante del dono, chi di sangue chi di midollo, sono pronte a mettersi in gioco e a lavorare assieme, anche per la salute nei luoghi di lavoro.
Il cappello è quello del progetto “Io Valgo 3.0: il terzo settore e le imprese insieme per la salute della comunità”, terza edizione di un’iniziativa lanciata da Avis Veneto che negli ultimi anni ha promosso e diffuso la cultura del volontariato, della donazione del sangue e della salute negli ambienti di lavoro.
Oggi Avis Veneto assieme ad Admo Veneto, partner principale del progetto, hanno scelto di puntare la loro attenzione sul comportamento del singolo e sulla salute della collettività in una situazione di pandemia, in particolare all’interno del mondo produttive.
Nel progetto sono entrate a pieno titolo anche la Cisl Veneto, ConfCommercio Veneto, Villa Maria-Centro di Medicina e Lions Club International – Distretto 108Ta3.
A spiegare Io Valgo 3.0 è Chiara Manfrin coordinatrice del progetto.
“Io Valgo 3.0 parte proprio dai lavoratori che sono anche donatori Avis e Admo, che sono stati intervistati attraverso un questionario online. In soli 2 mesi sono stati raccolti ben 325 questionari. A loro venivano chieste informazioni su quella che è l’attenzione nei luoghi di lavoro verso la salute, su come sono cambiate le cose (se sono cambiate) dall’avvento della pandemia, su lacune ancora da colmare ed eventuali nuove buone prassi attivate per salvaguardare la salute di tutti. Sulla base di questi primi risultati ora andremo ad aprire una serie di tavoli di confronto tra figure professionali diverse, per realizzare delle linee guida di comportamenti da adottare, su base volontaria, negli ambienti di lavoro e una campagna informativa grafica e visiva in tema”
Il covid ha infatti fatto aumentare la sensibilità dei lavoratori per l’ambiente, la salute e il rispetto di alcune regole fondamentali.
Secondo i dati raccolti per l’80% degli intervistati è aumentata, sul luogo di lavoro, la percezione dei rischi e la consapevolezza di quanto i propri comportamenti possano avere conseguenze sulla salute di tutta la comunità̀.
Ancora, l’83% dei partecipanti ha notato che tra i propri colleghi e/o superiori vi è stato un cambiamento di atteggiamento nei confronti degli altri, per ridurre i rischi legati alla salute.
Tanto che nel 61% dei luoghi di lavoro ci sono stati momenti di sensibilizzazione, informazione e confronto sui temi legati alla salute e comunque per il 51% delle persone serve maggiore formazione sul tema della prevenzione, della promozione di stili di vita sani e simili.
“Ecco perché – spiega Vanda Pradal Presidente di Avis Veneto – è quanto mai importante esserci come associazioni del dono negli ambienti di lavoro, perché la sicurezza non sono solo i macchinari a norma ma sopratutto quello che ci sta attorno, in questo momento storico particolare. Anche per contribuire a sensibilizzare sul rispetto delle regole, su alcuni comportamenti singoli, di gruppo e come datori di lavoro.
I donatori si sa hanno una sensibilità maggiore rispetto agli altri e per questo possono incidere anche sul proprio posto di lavoro e sensibilizzare al meglio gli altri, proprio perché donano vita! “
“Questo progetto è la dimostrazione – continua Mara Rosolen Presidente di Admo Veneto – dell’importanza del network e del dono.
Noi come Admo quando usciamo e sensibilizziamo le persone invitiamo sempre i ragazzi a donare il sangue assieme al midollo. Ecco perché siamo a fianco di Avis in questo progetto.
L’obiettivo è infatti lo stesso, ossia quello del dono e della cittadinanza attiva, non solo nelle scuole, ma ora anche nell’ambiente di lavoro.
Chi deve donare per esempio deve avere uno stile di vita e uno stato di salute buono, che arriva anche dall’ambiente di lavoro. Così come, dall’altra parte, chi sta facendo cure oncologiche deve essere tutelato e attenzionato in maniera diversa, anche per poter lavorare o rientrare al meglio al lavoro appena possibile “
Continua la responsabile del progetto Chiara Manfrin.
“Attraverso i tavoli di coprogettazione,che sono aperti a tutti, vogliamo dare vita ad un protocollo d’azione, ad adesione volontaria, a cui tutti gli attori potranno aderire, per affrontare situazioni pandemiche e focolai con modalità condivise ed ottimali per tutti.”
Tre i tavoli provinciali pronti a partire di qui a marzo, uno quello regionale, che tirerà le fila e dal quale usciranno le linee guida comuni per la cura della salute dei lavoratori e un modello innovativo di collaborazione tra imprese ed enti Terzo settore, nella gestione precoce dei focolai e il contenimento degli effetti sanitari, economici e sociali causati dalla pandemia.
La Regione Veneto con l’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin a conclusione sottolinea come “i progetti come questo, espressi dagli Enti del Terzo settore, determinano un’iniezione di positività nella società, sensibilizzando e accrescendo così la consapevolezza e la cultura generale su temi specifici.
Di qui il mio ringraziamento a questo mondo e a questi enti del Terzo Settore che, soprattutto in questo periodo così difficile, hanno espresso i più alti valori della nostra società, svolgendo tutte quelle azioni per garantire aiuto e sostegno alla popolazione.
L’augurio è che il “progetto trovi terreno fertile” per radicare valori solidi, restando inteso poi come l’alto valore espresso dalle associazioni, attraverso la promozione del dono, sia già di per sé un valore per la nostra regione”
https://www.facebook.com/iovalgo3
