Lara e la lotta alla grassofobia

di Micaela Faggiani

La battaglia contro gli stereotipi della giornalista Lara Lago:
le sue foto e la sua vita “diverse”

Lara Lago è una giornalista. Nata a Rosà, nel vicentino, oggi vive e lavora a Milano per Sky, e ha una vita da raccontare, sia personale sia lavorativa.

E una sfida che sta portando avanti,  quella contro la cosiddetta grassofobia, anche attraverso il piccolo schermo e la rete. 

Facciamo un passo indietro e conosciamo Lara lavorativamente parlando, perché anche qui ha avuto qualcosa da raccontare al mondo.

Ha iniziato lavorando per un quotidiano locale e una tv privata della sua città fino al 2015, quando è stata licenziata, dal detto al fatto, per esubero di personale.

Potrebbe sembrare un evento negativo e in realtà lo è stato sulla carta, ma non rispetto al futuro che aspettava Lara! Quell’episodio Lara lo definisce la sua salvezza, perché l’ha liberata: non aveva più un lavoro che la tenesse lì e quindi è riuscita a fare delle scelte che altrimenti non avrebbe avuto il coraggio di fare. 

Nel febbraio del 2015 parte per l’Albania, per Tirana dove inizia a lavorare per una televisione nazionale italiana dislocata lì, che si chiamava Agon Channel . In Albania fa una trasmissione, un reality sul giornalismo e arriva terza, con ricordi bellissimi… Peccato che a giugno di quell’anno la televisione fallisce e quindi Lara fa di nuovo i bagagli, torna in Italia e si ritrova ancora una volta disoccupata.

Non si perde d’animo e inizia a lavorare a Bassano del Grappa per una fiction della Rai, come capo comparse, un lavoro che non aveva mai fatto prima.

Alla fine di quell’esperienza Lara pensa “Forse è meglio che torni alla base, che provi a fare la giornalista, che provi a cercare in quel campo”. 

Gli strumenti che aveva a disposizione non erano molti, ma Lara decide di appellarsi a Linkedin.

La svolta ce l’ha però quando, invece di cercare lavoro come giornalista, cerca lavoro come journalist, in inglese, e le si apre un mondo. 

Attraverso Linkedin e la mia ricerca trovo subito un posto di lavoro come application negli Stati Uniti, in Inghilterra, a Tel Aviv, ovunque… Tra tutti questi posti vacanti ce n’era uno ad  Amsterdam. Applico, faccio la selezione, mi prendono  e a febbraio 2016 parto per Amsterdam, vado a lavorare per una casa di produzione video: Zoomin.Tv. Originariamente con un contratto da editor, quindi dovevo arrivare e fare i montaggi, io che nella mia vita non l’avevo mai fatto… 

Quella olandese  è stata un’esperienza bellissima anche se complessa, finita però a maggio del 2018 quando,  sempre su Linkedin, croce e delizia,  viene in cerca di me Sky”.

Ecco che Lara torna in Italia, questa volta a Milano, dove ad oggi lavora nell’ambito dei video digital e diventa direttrice del canale video web «Just Me».

Poi una mattina succede – racconta Lara – che mi dicono: ‘Guarda Lara, vogliamo fare un canale video dedicato alle donne, sempre online’.

Ho la possibilità di raccontare quelle storie che mi ispirano, le storie che io, in prima persona, vado a leggere, vado a cercare. Potevo raccontarle facendo delle interviste video alle protagoniste.

 Lì c’era un po’ di tutto: c’erano delle cantanti di Los Angeles che pesavano 200 kg, quindi tutto il discorso relativo alla body positive,  c’erano delle stiliste afrodiscendenti e di altri paesi che raccontavano come è inserirsi nel mondo del lavoro essendo donna e essendo nera, c’erano donne che avevano la  barba per disfunzioni ormonali e avevano deciso di tenersela perché dicono: ‘Sono una donna anche così e non devo essere giudicata per il mio corpo e per il mio aspetto’. Empowerment si dice in inglese, storie che tu guardi e ti senti comunque ricaricata.”

Lei stessa, in prima persona, attraverso i social, posta foto particolari, provocanti rispetto proprio al suo corpo. Perché?

Una delle mie battaglie personali – risponde Lara – è quella che io chiamo la grassofobia, nel senso: ‘Oddio siamo grassi, oddio c’è la quarantena, oddio ingrasseremo tutti, ne usciremo rotolando… Oddio…’.  Ѐ una battaglia lunga , è una battaglia che dice fondamentalmente che tutti i corpi sono validi . Quindi non è una battaglia pro-grasso, non l’ho è  mai stata…

Ѐ una battaglia per la normalizzazione dei corpi, nel senso: io posso essere una professionista, posso essere una manager, una giornalista, una madre, una preside di una scuola, una maestra però questo è il mio corpo e non c’è niente di male in come è e in quello che è! Non ho paura di mostrarlo, non per mettermi in mostra ma per normalizzarlo”.

E ancora Lara prosegue spiegando la sua battaglia.

Tutto discorso delle donne curvy, delle donne plus size, di quelle che ‘Hai qualche chilo in più e oddio ti devi nascondere, ti devi coprire…’ ..Io sono un po’ cresciuta con questa cosa: che il tuo corpo non merita di essere visto, che tu le minigonne non le puoi mettere perché hai le ginocchia grosse, che tu le tue le ginocchia le devi nascondere, non le puoi mostrare…

Invece dobbiamo batterci per  questa liberazione dei corpi! Alla fine un corpo è solo un corpo o meglio è quello che ti porta avanti di tutti i giorni.

Che poi è anche tutto un meccanismo commerciale che si approfitta delle insicurezze delle donne.

Le donne vivono (e di certo anche gli uomini perché viviamo tutti in questa società) questa corsa a modelli che non sono mai reali”.

Quanto alle foto particolari e di impatto che Lara Lago posta attraverso i suoi social questa la risposta: “Una delle cose più belle che mi succede quando posto queste foto, magari mi metto con la pancia fuori, mi metto gli shorts dove appunto si vede tutta la ciccia…

I messaggi più belli che ricevo sono quelli delle adolescenti, che mi dicono: ‘Guarda Lara, io mi vedo con le gambe grosse, non avrei mai voluto mettermi gli shorts, dopo aver visto le tue foto dico va beh, se li  mette lei posso mettermeli anche io!’

E io rispondo: ‘Beh, grazie, siete delle amiche!  Sono dinamiche, sono meccanismi abbastanza …in inglese di dice ‘Sneaky’, in italiano ‘Subdoli’: sono meccanismi subdoli.

Lara su Facebook: https://www.facebook.com/lara.lago

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