La spinta gentile per un’economia circolare

di Micaela Faggiani

Parliamo di nudge, la cosiddetta spinta gentile, a metà tra la psicologia e l’economia. Una scelta da fare se vogliamo andare verso una società gentile e sostenibile. Ne parliamo con Irene Ivoi esperta di nudge

Oggi parliamo della spinta gentile, meglio detta nudgealla base “dell’economia comportamentale.

Spieghiamo meglio.

Per chi lo ha ideato il nudge è una sorta di spinta gentile, non è mai una coercizione,  ma può essere soltanto un andare verso una scelta ..e chi è bravo ad usare il nudge può essere capace di portarti verso la scelta che lui desidera per te.

Irene Ivoi, esperta di nudge e progettista di strategie circolari | Fuori la Voce

A spiegarcelo è Irene Ivoi, esperta di nudge e progettista di strategie circolari. https://www.ireneivoi.it/

Il nudge – ci spiega – è un suggerimento irresistibile a cui diventa difficile resistere, ma cui è sempre possibile resistere.. e scusate il gioco di parole, che però rende l’idea.”

Il nudge nasce dalle teorie degli psicologi del comportamento che negli anni ‘70 si sono interrogati su come funziona il cervello quando prendiamo delle decisioni.

Parliamo in particolare dello psicologo Daniel Kahneman, poi insignito del Nobel per l’economia e Amos Tversky, altro psicologo israeliano. Le teorie dei due professori sono state poi assorbite e mutuate dagli economisti, che ne hanno tradotto l’importanza nel comportamento di fatto decisionale che genera azioni economiche.

Da qui i due americani Richard H. Thaler e Cass R. Sunstein ne hanno ricavato un libro “La spinta gentile” che ha fatto scuola, scritto nel 2008 (https://it.wikipedia.org/wiki/Nudge_-_La_spinta_gentile)

Irene Ivoi non è invece né una psicologa, né è laureata in economia e commercio. Ha studiato design e, come ci racconta, ha scelto da tempo di non progettare prodotti, ma di dedicarsi alla progettazione dei comportamenti degli utenti che poi quei prodotti li usano, per trovare una chiave più sostenibile, allo scopo di destinarli ad un fine vita migliore.

Ossia di rendere la sostenibilità un orizzonte desiderabile, perché se non è  desiderabile nelle nostre aspettative non lo sarà nei nostri comportamenti”, queste le parole di Irene che suonano come un monito a tutti.

Nudge | La spinta gentile | fuori la Voce
Nudge

Quando ho scoperto il nudge – continua Ivoi – ho capito che mi somigliava e per questo mi sono messa a studiarlo e ora anche ad insegnarlo, divulgando la spinta gentile, perché sempre più persone possano usare meccanismi dolci e gentili per far avvenire un cambiamento di modi e comportamenti più sostenibili, di cui abbiamo tanto bisogno e che tanto invochiamo.”

Una spinta gentile forse più femminile per definizione?

Diciamo che le teorie del nudge piacciono a tutti, ma soprattutto alle donne che amano quei meccanismo di non coercizione, ma che puntano sull’intelligenza. Diciamo che le donne hanno più propensione a cambiare o modificare un comportamento, non solo nella loro vita lavorativa ma anche in quella domestica. Un esempio molto semplice. Se io voglio che mio figlio non beva bevande gassate perché ne abusa e comunque non gli fanno bene basta che io le nasconda in fondo al frigorifero e non le metta in evidenza…anche questa è una forma di nudge, spontaneo inconsapevole, che appartiene al modo femminile di pensare e fare.”

E come è possibile applicare questa sostenibilità al mondo lavorativo e imprenditoriale? Il nudge può migliorare l’attività lavorativa?

Ogni azienda punta a ottenere miglioramenti in termini di performance di chi lavora. Questo lo si può fare anche  attraverso nudge, se questo significa portare ad un miglioramento delle condizioni di lavoro in cui noi operiamo. Faccio un esempio della app americana Humu che è stata sapientemente creata per migliorare le performance delle figure apicali delle imprese . Attraverso algoritmi e l’intelligenza artificiale la app aiuta a migliorare l’allineamento del singolo gli obiettivi dell’azienda e quindi crea una connessione diretta tra mission aziendale e i singoli comportamenti. Altro esempio le aree gioco create da alcune multinazionali americane,  di cui tanto si è parlato. Aver creato all’interno delle aziende queste aree gioco  ha aiutato chi lavora dentro a riposarsi, a ri focalizzarsi, a distrarsi nel modo giusto per poi dare vita ad una migliore produttività. Il meccanismo del gioco è un ingrediente sfruttato per ottenere cambi di comportamento, quindi per attuare dei nudge. Lo stesso potrebbe valere anche per la settimana lavorativa corta, basta che non sia obbligata. Perché altrimenti non è un più nudge. Così come non ci deve essere alcun incentivo economico nel nudge, non può essere la molla economica a spingere ad un comportamento gentile.”

Il nudge – termina la Ivoi – funziona infatti perché agisce su delle scorciatoie e distorsioni cablate molto spesso nel nostro cervello e che diventano dei facilitatori  delle spinte gentili. Non scambiamo però tutta la comunicazione e il neuromarketing per il  nudge… bisogna infatti sempre chiedersi: su quali distorsione decido di agire perché il nudge funzioni? Per concludere la nostra chiacchierata devo dire che se vogliamo andare verso un’economia circolare e una società gentile bisogna saper usare il nudge. E la cosa non è solo utilissima ma anche e soprattutto auspicabile

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