Gengle, per ripartire

di Alessia Da Canal

Decolla la start-up in soccorso dei genitori in difficoltà dopo una separazione o un lutto. Era valsa il terzo posto al concorso Donna & Lavoro di Eurointerim del 2018

Giuditta Pasotto è una mamma single, con tre figli. Ha provato sulla sua pelle cosa vuol dire ricominciare a costruirsi una vita, quando le certezze dell’amore finiscono e gli amici se ne vanno perchè, almeno inizialmente, non sanno – spesso per imbarazzo – da quale parte stare. Gli avvocati, lo psicologo per i figli (se l’addio è burrascoso), le vacanze da organizzare… Storie comuni a tanti genitori che perdono il compagno ma non è detto che rimangano single a vita.

Ѐ a se stessa e a quanti si trovano in questa situazione che Giuditta ha pensato, in veste di social change manager e community organizer, dando vita ad alla start-up innovativa GENGLE, che sta per genitori single. Un progetto le è valso il terzo posto all’edizione 2018 del Concorso Donna e Lavoro di Eurointerim.
Ѐ un un’esperienza bella, perché ho potuto conoscere una realtà molto sensibile a questa tematica e alla quale sono rimasta legata negli anni”.

Come aiutate concretamente i genitori single?

Giuditt Pasotto
Giuditta Pasotto

Quando una coppia si separa i problemi sono diversi. Il primo è di natura relazionale, di socializzazione. Specifico che di social dove mettere like e fare sharing di foto ce ne sono già tanti! Il nostro è l’opposto: non si può fare voyerismo, ma si esce nella vita reale, si conoscono le altre persone ‘live’. Poi c’è modo di sfogarsi, ma sempre su tematiche legate ai figli o al divorzio”.

La parlata di Giuditta è quella tipica toscana, ma Gengle sta mettendo radici ovunque.
Gengle è in tutta Italia, presente dal Lazio in su, ma anche al Sud: in Puglia, Calabria, Sicilia e Campania. Stiamo rafforzando il lavoro in Italia e abbiamo anche il desiderio di portarlo all’estero. Sto lottando per arrivare là ed essere la prima a mettere la bandierina! Sarebbe una soddisfazione anche dal punto di vista personale”.

Parlando di imprenditorialità femminile, come si è strutturata negli anni la tua start-up?

Ho iniziato completamente da sola. Avevo un curriculum variegato e, essendo specializzata in visual communication, mi sono arrangiata per avviare un test in solitaria e raccogliere adesioni di persone che potessero credere nel progetto. Molte di loro, soprattutto i community manager, sono ancora con me. Sono le persone che controllano che non si vada fuori tema, che i toni siano giusti, che non vengano proposte cose strane. Poi abbiamo i tutor, gengle anziani come dico io, che sono con me da due, tre, quattro anni, che mi aiutano nell’organizzazione  dell’accoglienza dei nuovi arrivati. A livello aziendale ho sei collaboratori fissi e altri sei a partita Iva, a progetto.
Quello che mi piace sottolineare è che fino ad oggi sono state sempre e solo donne, con un uomo in azienda cresciuto però con tutte donne in famiglia! Oggi abbiamo anche una squadra di sviluppo informatico, quella composta da tutti uomini, anche se cuore, soci e la base è femminile”.

A quante persone è arrivata la community?

Gengle - Genitori Single

Gengle è arrivata a 100 mila iscritti. Siamo veramente tanti e cresciamo in maniera organizzata, con il passaparola. Qui il fulcro è la genitorialità, per tutte le età. Siamo una specie di trattoria dove si sta bene e si mangia abbondante. Non un fast food dove puoi mettere un like e andare via. Questa realtà mi piace, anche casereccia”.

Alla fine trovi anche una soluzione ai problemi…

Noi abbiamo creato una rete di professionisti che tramite un codice etico ci garantiscono di seguire i nostri utenti. Le separazioni durano in eterno. Ci si ritrova in tante occasioni e il fatto di  avere un buon rapporto (o almeno decente) con l’ex è fondamentale. Incappare in un professionista che ti guida male è deleterio. I nostri professionisti sposano questa nostra idea. Ovvio che se c’è bisogno di fare una giudiziale tirano fuori gli artigli, ma per noi è fondamentale il dialogo”.

www.gengle.it è anche su Facebook e Instagram.
Le pagine sono una vetrina, per entrare nella community bisogna registrarsi, ma è possibile comunque dare una sbirciatina e farsi un’idea.

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