Un sostegno per i caregiver

di Alessia Da Canal

In attesa del disegno di legge per il riconoscimento e il sostegno del ‘caregiver’ familiare in discussione al Senato, si può attingere ai fondi affidati alle regioni che prevedono un assegno fino a 700 euro mensile

Sono un milione e 200 mila le persone che nel nostro Paese assistono un familiare con disabilità più o meno gravi. In tanti arrivano a sacrificare il proprio lavoro per assolvere questo compito. E gli aiuti disponibili si sono rivelati fino ad oggi insufficienti, nonostante la figura del caregiver familiare sia stata ufficializzata nel 2018.

Si capisce, perciò,  quanto sia attesa l’approvazione del Disegno di Legge sul caregiver familiare, ora all’attenzione della Commissione Lavoro e Previdenza sociale del Senato.

L’iter è stato lungo – spiega la senatrice Barbara Guidolin del Movimento 5 Stelle, in prima linea su questi temi –  ma forse siamo arrivati ad un punto importante per tutte le famiglie che aspettano questo provvedimento perché c’è stato un tavolo di lavoro al Ministero con tutte le componenti politiche in Parlamento e quindi c’è l’accordo per finanziare questo DDL alla prossima legge di bilancio. I tempi poi saranno brevi per l’approvazione, con il  passaggio alle due Camere”.

Ovviamente – spiega la senatrice – sono state fatte delle scelte perché la platea dei caregiver è vastissima. Il DDL sarà riservato all’assistenza delle persone presso il proprio domicilio, individuando in particolare le persone che sacrificano il proprio lavoro e una vita normale per l’assistenza dei loro cari”.

Il provvedimento consentirebbe un grosso risparmio per la spesa pubblica, se una persona venisse seguita a casa, piuttosto che in una struttura pubblica dedicata. Soprattutto in caso di disabilità gravissima.

Ma nel frattempo che strumenti hanno a disposizione i caregiver per ottenere un aiuto?

“Durante la pandemia avevamo già disposizione il fondo da 70 milioni di euro per le cure e l’assistenza del malato, da destinare ai caregiver. I soldi erano lì fermi e abbiamo pensato di distribuirli alle Regioni con un criterio di ripartizione, in modo che, attraverso i canali della rete assistenziale, facessero arrivare il denaro alle famiglie più bisognose, attraverso valutazioni mediche e soglie di reddito. La Regione Veneto ad esempio ha fatto delibera per individuare i criteri già a marzo”.

Le modalità sono diverse da regione a regione, così come la scadenza per presentare la richiesta. Non resta che informarsi per non perdere l’opportunità di un aiuto, che sia un bonus una tantum o un assegno mensile valido anche per attivare misure previdenziali.

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