Spazio al gesto arriva per la prima volta in Veneto, a Padova

di Micaela Faggiani

Sabato 5 giugno il primo appuntamento con una decina di ragazzi con disabilità visiva al Palaindoor di Padova in un pomeriggio di sport e gioco

Regalare due ore di sport e movimento a bambini ciechi e ipovedenti davvero non ha prezzo e ha letteralmente lasciato senza parole chi era lì all’interno del Palazzetto il 5 giugno scorso. Noi per primi.

Noi infatti c’eravamo, noi di Fuori la voce abbiamo voluto fortemente che questo progetto sbarcasse a Padova e abbiamo cercato di aiutare il promotore, Daniele Cassioli, a trovare spazio e cuore nella città del Santo e nel nostro Veneto.

Lui, campione del mondo di sci nautico per ben 25 volte, cieco dalla nascita, sta portando in giro per lo stivale il progetto Spazio al Gesto che ha come obiettivo quello di avviare al movimento e all’attività sportiva bambini e ragazzi, dai 5 ai 17 anni, con minorazione visiva.

Un modo per far sperimentare, socializzare e divertire i bambini e ragazzi coinvolti e nello stesso momento educarli così alla sicurezza e autonomia nella vita quotidiana, abbattendo le più classiche barriere culturali che ancora troppo spesso dividono chi vive al buio da chi vede.

Daniele ha trovato una città e un territorio aperto che hanno risposto subito positivamente alla sua chiamata.

In primo luogo l’amministrazione comunale con l’assessore allo Sport Diego Bonavina che ha subito organizzato “la macchina operativa” e coinvolto due realtà sportive del territorio quali Assindustria Sport e Corpo Libero Athletics Team.

Due realtà che ospiteranno a giugno e luglio gli appuntamenti di Spazio al gesto Padova, sia all’esterno che all’interno.

La prima è stata il Palaindoor di Padova che ha visto arrivare i primi 10 bambini e ragazzi provenienti dal Veneto e non solo e che hanno sperimentato per la prima volta Spazio al gesto, aiutati da aspiranti istruttori e tirocinanti di scienze della formazione.

Futuri professionisti del settore, pronti a mettersi in gioco e imparare da Giulia e Daniele, attraverso la loro esperienza maturata in questi anni con Real Eyes Sport, l’associazione nata dal campione paralimpico.

Perché i bambini sono tutti bambini e hanno voglia di muoversi anche se non vedono, anzi dobbiamo stimolarli e aiutarli ad andare oltre la loro disabilità – spiega Giulia Castiglioni istruttrice di Real Eyes Sport. – Agli istruttori per prima cosa abbiamo spiegato che approcciare un bambino che non vede non è così diverso da un bambino senza disabilità visiva.

Con questi piccoli sportivi basta usare determinate cautele ed accorgimenti per rendere attività più fruibile. Non è infatti la  patologia a fare la disabilità ma l’ambiente che circonda il ragazzo disabile a creare barriere che rendono difficile la fruizione delle attività. Per questo bisogna creare un ambiente adatto che non faccia percepire la disabilità

A parlare sono anche i bambini, pre e post esperienza sul campo.

Antony, di Brescia, parlantina sciolta, ci racconta la sua storia di bambino nato prematuramente e cieco, “tolto in anticipo dalla casetta di vetro e trasportato poche ore dopo in elicottero in ospedale con la mia mamma”.

Lui ama muoversi e correre, vorrebbe farlo con la musica da discoteca di sottofondo, che ama tanto e che lui stesso crea.. e colpevolizza il coviddi, così lo chiama lui, perché ha bloccato tutto, anche l’attività motoria a scuola.

Poi c’è Liam il più piccolo del gruppo, 8 anni, che arriva con la mamma, la tiene stretta quasi a non volerla perdere. Liam all’inizio silenzioso, alla fine si incolla alla sua istruttrice del giorno, Stella, e continua a correre, sperimentare, è estasiato dal salto sulla sabbia e si preoccupa che le scarpe sono quelle nuove che gli ha comperato la mamma… come si fa che ora sono sporche?

Tutti sperimentano il salto il lungo, la corsa, il gioco con la palla sonora e fatta creare appositamente per Real Eyes Sport, la ginnastica a terra. Accanto al sudore tanti sorrisi e voglia di ritrovarsi la prossima volta.

L’assessore allo sport del comune di Padova Diego Bonavina si augura infatti di “poter ospitare nei prossimi appuntamenti il doppio dei bambini coinvolti,  in un progetto che il comune ha sposato fin da subito e che rappresenta un percorso concreto che si vuole continuare anche in futuro”

Un percorso che diventa anche un’opportunità lavorativa per gli istruttori coinvolti.

“L’inclusione anche sportiva – spiega Daniele Cassioli – può diventare una professione nuova. Noi oggi attraverso Spazio al Gesto stiamo facendo anche questo, stiamo allenando i professionisti del futuro, gli specializzandi in scienze motorie.

Spazio al gesto diventa uno sguardo su futuro per tutte le persone coinvolte, che siano i bambini che giocano e sperimentano attraverso lo sport, che gli istruttori ai quali diamo una prospettiva lavorativa diversa.”

Per info su Spazio al gesto e sui prossimi appuntamenti:
https://sportrealeyes.it/proposte-sportive/spazio-al-gesto/
https://sportrealeyes.it/calendario-incontri/

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