La bellezza salverà il mondo. Ma quale bellezza?

di Micaela Faggiani

A Padova un convegno sulla rappresentazione di bellezza, analizzata attraverso l’arte, la filosofia e i social network, organizzato da Confartigianato Padova

La bellezza? Salverà il mondo diceva  Il principe Miškin nell’Idiota di Dostoevskij, ma non rispondeva sul come.

Una risposta l’hanno provata a dare a Padova il filosofo Stefano Zecchi, l’assessore alla Cultura del Comune di Padova Andrea Colasio e la specialista della comunicazione Gaia Dall’Oglio nel convegno “Rappresentare la bellezza, il cammino dell’estetica dagli affreschi del ‘300 ad Instagram”, promosso da Confartigianato Imprese Padova.

Ad intervallare gli interventi le improvvisazioni teatrali di Teatrortaet (https://www.teatrortaet.it/) dedicate a Dante.

Esiste un concetto di bellezza universale, il problema è come viene declinato – ha spiegato il filosofo Zecchi – Si dice che la bellezza passi o cambi. Non è vero, la bellezza è un assoluto ma viene rappresentata nei tempi dagli stili. Per esempio nell’arte c’è la bellezza del gotico e quella del barocco. Sono bellezze diverse, perché hanno stili diversi che le rappresentano. Ecco che gli stili sono la rappresentazione della bellezza del mondo passato, presente e futuro.”

Nei dipinti che pervadono Padova Urbs Picta, , oggi città Unesco proprio per i cicli pittori giotteschi – spiega l’assessore alla cultura del Comune di Padova Andrea Colasio –  viene rappresentata la vita quotidiana della città nel quattordicesimo secolo… laici, religiosi, soldati e molte donne, la cui bellezza è perfettamente in linea con il bello estetico codificato e descritto alla fine del dodicesimo secolo da Marie de France, prima voce femminile della letteratura antico-francese e una delle scrittrici più autorevoli del medioevo.

La storica parlava di donne con corpi ben fatti, con una pelle bianchissima, con i capelli biondissimi, più luminosi del sole e gli occhi cerulei. Se guardiamo ai cicli affrescati del ‘300 a quel realismo giottesco, di Giusto De Menabuoi, di Guariento, di Altichiero ci rappresentano la bellezza femminile proprio così

Altro capitolo e mondo quello dei social network.

Ci sono tanti tipi bellezza su Instagram – spiega Gaia Dall’Oglio Imprenditrice nel settore della comunicazione e docente universitaria – social che è diventato famoso proprio per il contenuto visivo, per lo scatto e autoscatto come veicoli di comunicazione. 

Quindi instagram è un portatore di bellezza? Si e no, perché quello che osserviamo da fuori è un processo di standardizzazione dei canoni di bellezza, ma nello stesso tempo e all’opposto, all’interno dello stesso social, ci sono due concetti cardine che stanno facendo rumore ossia “diversity e inclusivity” che al contrario vogliono enfatizzare e sottolineare proprio le peculiarità e le differenze, cioè che rende diverso e unico il soggetto. Questa ultima dinamica vuole promuovere la normalità e l’imperfezione…ma la domanda sorge spontanea… cos’è la normalità?

Non c’è bellezza nei social network – ribadisce Zecchi senza condannare però in toto i social –  ma solo una funzionalità pratica, immediata, che è geniale ma non bella. Poter entrate in una biblioteca di Berlino o di New York stando seduto sul divano di casa io lo trovo geniale, ma il problema è saper utilizzare al meglio questi strumenti e la tecnologia come un’opportunità.

La bellezza sta proprio nella capacità di usare nel mondo migliore queste genialità. Se no è come se l’uomo delle caverne che usa male la clava.”

La bellezza è in natura ma anche nella mani abili degli artigiani che la possono ricreare, l’artigianato è da sempre fautore di bellezza, i maestri artigiani con il loro impegno la forgiano la bellezza”. Sono le parole di Gabriella Gabrini, Artigiana e Presidente dell’ Associazione Antichi Mestieri di Confartigianato Imprese Padova.

E non a casa proprio a  Padova nel nasce la moda  continua l’assessore Colasio – nei dipinti del ‘300 si ritraggono le donne con i capelli raccolti, tranne le nubili che possono tenerli sciolti, le donne si acconciano arrotolando le trecce sulla testa, lasciando libera la nuca per valorizzare i lineamenti del viso. Qui nasce l’attenzione per gli abiti, le scarpe, le acconciature. Insomma la società cortese del ‘300 inventa la moda

Per finire un’analisi su chi utilizza i social, instagram in particolare, cercando la bellezza, che non sono solo i giovani.

Instagram – continua la Dall’Oglio – ha coinvolto tutta la fascia della popolazione, Sono molti infatti i genitori, i cosiddetti boomers che usano molto instagram utilizzando anche lo “strumento bellezza” dei filtri o addirittura le app che permettono facilmente i fotoritocchi, per modificare i propri connotati. Succede che con questi strumenti alla fine ne esce un altro noi, con il quale dobbiamo convivere, nel bene e nel male, ogni giorno e il confronto può essere molto difficile. Anche qui la domanda sorge spontanea… L’educazione digitale di cui si parla molto, a chi si deve rivolgere? Chi educa chi?”

Altra domanda che cade nel vuoto, ma che in realtà sottende una risposta importante è quella che il nichilista fa al principe Myskyn nell’Idiota di Dostoevskij… ossia quale bellezza salverà mondo?

Dostoevskij qui non risponde – conclude Zecchi – o forse risponde nei I fratelli Karamazov… spiegando che è un impegno quello di creare la bellezza vivente non solo e tanto quella della conservazione del passato. Noi ne siamo responsabili e questa è una sfida del presente, quella di creare una bellezza nuova che ci rappresenti.”

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