Grani Antichi Corte Assunta. Tornare alle origini con una scelta di sostenibilità

di Francesca Campanini

Carla Favarin è un’imprenditrice CIA e gestisce l’azienda agricola Grani Antichi Corte Assunta. Ci racconta cosa l’ha portata a fare scelte di innovazione, che sono un ritorno alla tradizione all’insegna della sostenibilità, e cosa dopo trent’anni in giro per l’Europa l’ha fatta tornare a casa

L’azienda agricola Grani Antichi Corte Assunta è una realtà che affonda le sue radici nel terreno fertile di Correzzola, che coltiva con metodi naturali e tecniche vecchia scuola, come quelle utilizzate dai contadini ai tempi in cui la meccanizzazione dell’attività agricola ancora non predominava. Niente concime, niente prodotti chimici, solo la spontaneità nella crescita di sei varietà di semi attentamente selezionati. La produzione non è su larga scala, ma la decisione aziendale è quella di puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità.

La titolare dell’attività e imprenditrice CIA, Carla Favarin, è originaria del territorio: nata e cresciuta nella provincia padovana, dopo trent’anni trascorsi in giro per l’Europa decide di tornare alle origini. Riprende così in mano, quattro anni fa, i terreni dei suoi genitori nella campagna di Correzzola e decide di dire no alle tecniche agricole di sfruttamento intensivo del terreno. Spiega Carla Favarin: “Ho cambiato completamente l’azienda, l’ho passata a grani antichi, perché volevo un prodotto sano e che facesse bene all’ambiente. Infatti viene coltivato come cinquant’anni fa: li semini e non è necessario conciarli o fare trattamenti vari. Una volta il contadino faceva così. Ogni tanto io vengo qui e prendo in mano anche la zappa, taglio l’erba a mano…”.

Questa scelta di tradizione è una scelta di sostenibilità ma anche di benessere personale, prosegue Carla Favarin: “Dopo trent’anni in cui ho viaggiato e ho conosciuto un sacco di gente, sono tornata qui. Questo incontrare gente mi ha permesso di portare queste esperienze in azienda agricola. Se fossi rimasta qua, con questa la mentalità… senza nulla togliere, ma viaggiare ti porta a scoprire cose diverse. Per esempio in Inghilterra i negozi e le aziende offrono molti servizi insieme, io ho seguito un po’ le tracce di ciò che ho imparato lì: unire più cose insieme”. 

Di progetti in prospettiva per la crescita di quest’azienda ce ne sono molti in cantiere, come ponte tra passato e futuro, racconta Favarin: “Una volta in questo edificio qua dietro c’era la cantina, infatti avevamo ettari di vite, poi c’è l’edificio più grande che era la stalla, avevamo anche la porcilaia e i cavalli. Ora cosa succede? La struttura dell’edificio resterà invariata, ma ci metteremo un mulino a pietra, voglio lasciare anche i legni… E nella stalla verrà invece creata una sala multifunzionale per i laboratori”.

Grani Antichi Corte Assunta infatti non è solo un’azienda agricola, per esempio è anche fattoria didattica. Carla Favarin è solita organizzare incontri nelle scuole in cui ai bambini viene insegnato come impastare, macinare, sporcarsi le mani: “Spesso vado nelle scuole con i bambini a far fare loro la pasta il pane, è una cosa che adorano. Ormai i bambini stanno molto al telefono e noto che molti di loro fanno fatica a manipolare, a sporcarsi le mani… Ma quando iniziano a far uscire qualcosa di bello e buono che hanno fatto loro, gli piace tantissimo.

A proposito di giovani e di esperienze, Carla Favarin torna a parlarci della sua scelta da ventenne di partire per esplorare il mondo, e di cosa invece l’ha spinta a quasi cinquant’anni a tornare dove era nata: “Comunque io sono sempre più convinta che viaggiare per i ragazzi giovani sia importante perché apre loro la testa, d’altra parte viaggiando e lavorando all’estero avevo pochissimo tempo per me. Che cosa mi dà essere qua invece? Per prima cosa la sicurezza, qui è dove sono nata, è un luogo proprio terreno, mi rilassa. Sotto un certo aspetto lavoro anche di più, ma sono più tranquilla. Se vi guardate attorno non vi dà serenità? A me dà serenità, ma è stata fondamentale l’esperienza che ho fatto negli anni: sono scappata, ho corso, ho fatto, sono tornata dove sono nata…”.

Carla Favarin, con la sua azienda vuole anche contribuire nella crescita del territorio, incentivare il turismo rurale, perché le zone di campagna sono numerose ed estese nel nostro paese, eppure spesso non sono valorizzate. “Mi sto impegnando sul turismo rurale. Correzzola è un paese molto bello ma poco conosciuto: abbiamo la Corte Benedettina, abbiamo la bonifica fatta dai benedettini, insomma ci sono tante cose carine. Io sto cercando di portare qui un po’ di gente a vedere queste cose, in campagna da me per fare conoscere loro questa realtà. Fa ridere ma la gente non sa più da dove esce il cibo, non sa che esce dalla terra, io sto portando un po’ di gente di città in campagna”.

In quanto a come sia essere un’imprenditrice donna a capo di un’azienda agricola, Carla Favarin non ha dubbi: nonostante qualche eventuale difficoltà, ne vale la pena: “Questa sfida per me è anche un sogno: quello di prendere in mano l’azienda dei miei e gestirla. La seconda sfida è riuscire a produrre un prodotto sano e sostenibile. Non è sempre tutto facile ovviamente, inizialmente io mi sono potuta permettere di fare delle prove e di testando queste tecniche sostenibili senza uso di concimi, per esempio. Me lo potevo permettere perché avevo un altro lavoro con cui finanziare questi tentativi. A volte mi scontravo con il terzista che faceva fatica a capire quello che volevo fare, per lui seminare grano non conciato era impossibile. Poi abbiamo fatto un percorso insieme ed ha capito, ma questo ha significato scontrarmi con una vecchia generazione”.

Insomma Carla Favarin è esempio di audacia e di innovazione attraverso il ritorno alle origini, che ammette essere un coraggio tipicamente femminile, pink e green insieme.

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