Le fontane del dono ad Abano Terme

di Micaela Faggiani

Cartelli di sensibilizzazione al dono di sangue e midollo a fianco delle fontane nei parchi cittadini. È il dono in comune di Abano Terme

Un messaggio semplice, come bere l’acqua, esigenza fondamentale per la nostra vita.

Ed è proprio attraverso l’acqua e le fontane dei 10 ( per ora) parchi cittadini che il Comune di Abano Terme torna al progetto della città del dono, sottoscritto nel 2018 assieme ad Admo Padova e Avis Abano e lo trasforma nel nuovo progetto regionale “Un dono in comune”

Le due associazioni ancora una volta si sono strette a braccetto, assieme all’amministrazione comunale, per lanciare un messaggio chiaro ai giovani del territorio: donate.

La città del dono era infatti un progetto che voleva mettere assieme tutte quelle realtà associative del territorio che si occupano del dono per creare eventi, momenti di sensibilizzazione, campagne a favore della cittadinanza.

Da qui nascono anche le “fontane del dono”, ossia una serie di cartelli,a fianco delle fontane dei parchi, che vanno a stimolare la curiosità attraverso una sagoma e un qr code, che rimandano ad un sito apposito dove si possono trovare tutte le informazioni su come donare sangue e midollo, chi può farlo e dove.

https://www.avisabano.it/donare-semplice-come-bere-lacqua/

L’idea di mettere i cartelli affianco alle fontane nei parchi ha l’obiettivo di avvicinare soprattutto i più giovani che, magari in gruppetti, affollano i parchi della cittadina aponense.

Il messaggio è semplice e immediato – spiega il sindaco di Abano Federico Barbierato –  è facile bere acqua così come essere partecipi della società, salvando vite umane con un piccolo gesto come la donazione del sangue o del midollo. Abano è una cittadina solidale da sempre e lo ha dimostrato soprattutto durante l’anno e mezzo di pandemia. Sono molte le persone che si sono attivate, magari in silenzio, per non lasciare indietro nessuno

Dentro la cornice della città del dono – continua Antonio Fasolato Presidente Avis di Abano – abbiamo voluto fare qualcosa di concreto che rimanesse, con postazioni fisse che ci ricordano la donazione. Anche andando a curiosare il sito che abbiamo fatto proprio per questa campagna”

La testimonianza diretta l’ha data don Lorenzo Gui giovane vicario parrocchiale di San Lorenzo di Abano.

“ Io sono donatore Avis da tanti anni. Nel 2021 mi hanno chiamato e ho donato il midollo da sangue periferico, attraverso l’aferesi. L’ho donato ad una persona che non conosco ed è anche questo il bello della donazione. Non siamo donatori per quella singola persona ma per qualcuno che ne ha bisogno. Da allora molti giovani mi hanno avvicinato, anche solo per chiedermi come era andata, per avere informazioni, per ricevere quella spinta a fare, perché impauriti o poco consci di come con poco si salvi una vita

Da dono a dono.

regalare gratuitamente la grafica della cartellonistica è stato Mauro Da Ros, giovane graphic designer della società di comunicazione padovana Blue Solution (già editrice di Fuori la voce!), che per filosofia aziendale dona il 20% delle ore lavorative settimanali a progetti sociali, come questo di Admo.

Ho Inserito due elementi che facessero ricordare il  dono; un cuore situato proprio nel classico punto del prelievo di sangue.

Con questa sagoma molto semplice ho cercato di avvicinarmi alla semplicità del gesto della donazione

Le fontane del dono ad Abano Terme

Per finire una testimonianza toccante di Antonio Zorzan.

In disparte, con maglia di Admo, Antonio non si avvicina alla telecamera ma viene invitato a raccontarsi.

Io per prima sono rimasta senza parole e ho fatto fatica a non piangere.

Sono volontario da 10 anni, ma sono anche un donatore effettivo… due volte… Ho donato nel 1997, in epoca preistorica… ed oggi sono qui per dire che se ci impegniamo riusciamo.

Ma ho anche un’altra storia. Mia figlia è morta di leucemia nel 1992. I donatori allora erano 6000 in Italia, oggi sono 350 mila. Non abbiamo trovato un donatore compatibile per lei e così’ le donato il mio di midollo, ma non è andata bene. Poi il caso ha voluto che, qualche anno dopo, mi chiamassero per un’altra persona, a 5 anni dalla morte di mia figlia e ovviamente ho detto sì…

Da allora quello che posso fare per Admo lo faccio, sono stato spesso nelle scuole e dare la mia testimonianza. Oggi mi faccio sostituire dai giovani perché sono più efficaci di me… se lo dicono loro che serve donare il messaggio arriva meglio…ma lo dico anche io.”

Potrebbe interessarti anche...

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da parte di questo sito web.